Rose's pov"Respira, mantieni il controllo" pensai mentre sentivo il cuore pulsarmi in gola, quasi volesse uscire.
Seguivo con lo sguardo Antares.
Si diresse piano verso Castiel, analizzandolo da vicino con sguardo severo.
Ne controllava i segni vitali.
"No" pensai fermamente.
Castiel era ancora vivo, doveva solo riprendersi.
-Tranquilla- disse Antares facendomi sobbalzare - non lo ucciderò davanti a te, sarebbe traumatico, mi servi in perfette condizioni mentali- spiegò lui con una leggerezza disarmante, mentre si rialzava avvicinandosi a me.
-Io non verrò con te- dissi guardandolo con odio, fiera del fatto che la mia voce non avesse tremato.
-Con le buone o con le cattive... verrai- disse lui con un sorriso.
Mi diede le spalle allontanandosi un poco.
-Credo che tu abbia scelto con le cattive... o sbaglio, Rose?- mi chiese voltando la testa, e la tenua luce illuminò la cicatrice che gli correva sul viso.
- Non sbagli- risposi stringendo fermamente la bacchetta.
-Ti hanno insegnato a duellare, vero? Hogwarts...- disse lui facendo una risata amara -...davvero patetica... sarebbe una scuola? Durmstrang insegna molta più disciplina, non so che aveva avuto mio padre in testa per venire qui...-
Di tutto il suo inutile e personale discorso, solo una parola attirò la mia attenzione.
Padre.
-Dai, dalla tua espressione scommetto che riuscirai a indovinare chi fosse...- mi incitò lui.
Lo sapevo, me lo sentivo sotto la pelle, una sensazione di consapevolezza che non potevo ignorare.
-Tuo padre era... Voldemort- sussurrai.
Batté di colpo le mani, e io sobbalzai nuovamente.
-Sì! Ma io ho molti più capelli!- esclamò lui fiero.
Volevo andarmene, la situazione stava diventando scomoda.
Sapevo di dover lottare per la mia libertà, era questione di attimi.
-Quindi sai duellare- ripeté Antares.
-Sì- dissi - e tu le conosci le buone maniere?- dissi raddrizzando la schiena, mettendo la bacchetta davanti al viso e camminando verso di lui.
Antares fece lo stesso, e quando ci ritrovammo uno di fronte all'altro, abbassammo le bacchette voltandoci e tornando indietro.
Io e Antares ci girammo nello stesso momento, e io mi misi in posizione puntando la bacchetta verso di lui.
"Mamma" pensai solo.
Potevo morire; non osavo pensare a come sarebbe stata la mia famiglia: dovevo sopravvivere per essa.
Antares si mosse, e i miei occhi lo colsero subito.
Ondeggiò in avanti con il corpo facendo comparire un lampo rosso dalla bacchetta.
-Protego!- esclamai alzando la bacchetta davanti a me.
Il lampo rosso si dissolse contro lo scudo, a un palmo dal mio naso.
"Accidenti" pensai, il mio duellante sembrava abile negli incantesimi non verbali, il che sarebbe stato un problema.
Lanciò rapido un altro incantesimo, che parai nuovamente.
-Sai...- disse Antares -...un duellante non si difende e basta... ma duella-
Mi feci coraggio, e pensai "Expulso!" agitando svelta la bacchetta verso di lui.
Un fulmine partì dalla mia bacchetta, ma Antares si spostò in tempo, così colpì solo un barile.
-Oh oh! Questo avrebbe potuto farmi male... non pensavo la mettessimo così...- un sorriso malefico gli incurvò la cicatrice.
-Protego Horribilis!- esclamai appena capii cosa intendeva, un secondo dopo il suo Cruciatus mi svanì addosso, come una brezza leggera.
- Non funziona sull'anatema che uccide, ma tu non mi ucciderai- dissi sorridendo a mia volta.
- Ci sono cose peggiori della morte, Rose Weasley. Chissà se a Hogwarts lo insegnano... mai sentito parlare dell'incantesimo Dismundo?- chiese mantenendo il contatto visivo.
Mi era nuovo, e stavolta Antares si mosse così in fretta che non riuscii a bloccarlo.
Subito mi sentii inondare da una sensazione di gelo, e le cose all'interno della grotta cominciarono a deformarsi: i sassi diventavano lumache giganti, sulle pareti strisciavano orribili creature ricoperte di bava verde e il soffitto era pieno di pipistrelli con due teste.
Mi raggomitolai su me stessa mentre tutti gli orribili mostri strisciavano verso di me.
Chiusi gli occhi e in un angolo lontano della mia mente sentii una risata, lieve, come proveniente da molto lontano.
- Sei indifesa ora- sussurrò la voce.
Qualcosa scattò nella mia testa, la sua voce mi fece riprendere un poco di lucidità e riuscii a percepire la bacchetta che stringevo ancora in mano.
Era solo una maledizione, dovevo scioglierla.
Si rivelò un impresa più ardua del previsto, le visioni man mano non erano più solo visive.
La mia testa gridava.
Sentivo le urla di mia madre, di papà e Hugo perforarmi i timpani; inoltre mi sembrava persino di sentire le creature strisciarmi sulla pelle.
Mi morsi la lingua e a occhi chiusi agitai la bacchetta gridando "Finite incantatem!"
Avvertii uno schiocco nella mente, e riaprii gli occhi ritrovandomi con Antares e Castiel nella grotta, ora tornata normale.
-Basta giocare- disse Antares con un tono più severo.
-Hai ragione- concordai.
Potevo farcela, avevo un vantaggio in più, ma lui ne era a conoscenza.
Addio effetto sorpresa.
Dovevo giocare d'astuzia.
Voltai la testa verso il trono su cui era solito sedersi Antares, e subito la sedia levitò dirigendosi velocemente verso il proprietario.
Antares sembrava aspettarselo.
Fece un rapido movimento con la bacchetta e la sedia interruppe la sua corsa, venendo scagliata da un'altra parte.
Sapevo già che non avrebbe funzionato.
Aprofittai subito del suo secondo di distrazione e gli puntai la bacchetta contro.
-Rictusempra!- gridai nello stesso istante in cui gli occhi di Antares si girarono verso di me.
L'incantesimo lo colpì in pieno.
Vidi l'uomo che consideravo una minaccia, cadere in ginocchio e poi accasciarsi a terra ridendo a crepapelle.
Gli si arrossò il viso, cominciò a piangere, ma non smise di ridere.
Gli calciai via la bacchetta dalla mano, guardandolo lì indifeso ai miei piedi e in preda a una risata che non poteva fermare.
-Penso di aver vinto- dissi con un sorriso, ma sapevo che l'effetto del Rictusempra non sarebbe durato a lungo.
-Petrificus Totalus!-
Antares smise di ridere e rimase immobile come una statua, ranicchiato a terra in una posizione fetale.
Chissà, forse gli avevo fatto un favore pietrificandolo.
Corsi verso Castiel inginocchiandomi accanto a lui.
Se era vero che l'acqua neutralizzava i suoi poteri... allora il fuoco avrebbe dovuto ridarglieli.
Non sapevo bene come fare, ma di una cosa ero certa: dovevo svegliare Castiel.
Era troppo pesante da trascinare.
Restai qualche secondo a pensare, e alla fine agii d'istinto.
Posai le dita sul suo braccio, dove correvano le linee rosse (ormai diventate bordeaux) e pensai "Incendia"
Dal punto in cui le mie dita lo toccavano, le linee ripresero subito colore, e quando entrambe le braccia avevano riacquistato la tonalità fragola, Castiel aprì di scatto gli occhi.
-Stai bene?- chiese subito rizzandosi a sedere e guardandomi preoccupato.
Girò la testa e vide Antares a terra.
La sua espressione si indurì.
-L'hai affrontato e sconfitto da sola...- disse, come un dato di fatto -...mentre io ero qui, completamente inutile...-
Chiuse gli occhi e si passò una mano tra i capelli, afferrandoli e stringendoli.
-Potevi... io avrei dovuto proteggerti... non... non me lo perdonerei se...-
-Shhh- dissi togliendogli le mani dalla testa, che sembravano intenzionate a strappare quegli assurdi capelli color vino.
- Hai fatto tutto ciò che potevi, stiamo entrambi bene ed è questo che conta. Ora però, dobbiamo uscire da qui- dissi mettendo più urgenza nell'ultima frase.
Ci alzammo entrambi.
Castiel fece qualche passo verso Antares, guardandolo con odio.
- Cosa ne facciamo di lui?- disse a denti stretti.
-Assolutamente nulla, avverto la McGranitt. Expecto Patronum- dissi agitando la bacchetta in aria.
Dalla punta uscì un fumo argentato, prese la forma di una fenice che spalancò le grandi ali davanti a me.
- Abbiamo Antares Blackswan. Vai al castello e riferiscilo alla preside, poi conducila qui. Vai!- dissi puntando la bacchetta verso il cunicolo.
La fenice argentea volò rapidissima illuminando la galleria per un secondo, poi scomparve.
-Dammi la sua bacchetta-
Castiel la raccolse da terra e me la porse.
Me la infilai in tasca dirigendomi verso la galleria da cui eravamo entrati.
- Rose... ma...- stava ancora osservando il corpo di Antares a terra.
Mi voltai verso Castiel guardandolo seria.
- No. Usciamo da qui e basta- risposi.
Castiel, controvoglia, mi seguì.Scorpius's pov
La cavalcata sui centauri non fu piacevole come credevo.
Appena ci fummo inoltrati nella foresta, piccoli gruppi di maghi incappucciati cominciarono a spuntare da dietro agli alberi per attaccarci.
Si confondevano bene nel buio, con i loro mantelli scuri.
Mi abbassai per non prendere una gomitata in faccia, mentre Enzo tendeva il suo arco e colpiva ben due tizi con un tiro solo.
Anche gli altri centauri avevano arco e frecce, alcuni persino delle lance, e coloro che non avevano nulla si limitavano a caricare i loro avversari investendoli in pieno (questo se non erano abbastanza svegli da spostarsi)
Io, Lily e Dominique li aiutavamo lanciando schiantesimi di continuo, e coprendogli le spalle.
-Presto! Manca poco, accelerate!- gridò Enzo al gruppo.
Sentivo anche io che eravamo vicini... ma saremmo arrivati in tempo?
E se Rose...
Stavolta non vidi Enzo tirare l'arco, e il suo gomito mi colpì in piena fronte.
- Accidenti...- mormorai tenendomi la testa.
Non potevo distrarmi, né pensare al peggio
Un verso gracchiante mi fece alzare la testa verso il cielo.
In quella macchia di inchiostro puntato di stelle, vidi una fenice argentea volare proprio sopra le nostre teste, come seguendoci dall'alto.
Un patronus. E non uno qualunque.
-Lily! Guarda... è il patronus di Rose!- le gridai indicandole il cielo.
La rossa alzò la testa, non troppo sorpresa -E non è il solo- rispose.
Non capii la sua frase, e non ci pensai nemmeno appena notai che avevamo superato gli alberi ed eravamo arrivati nella piccola radura.
Enzo rallentò insieme al gruppo.
C'erano due figure in piedi all'entrata della grotta.
Una era di spalle, ma riconobbi anche da lontano i suoi folti ricci rossi.
Non aspettai che Enzo mi facesse scendere, e saltai direttamente giù.
Mi presi una storta, ma la ignorai correndo verso la grotta.
- Rose!- gridai.
Lei si voltò e i suoi occhi si spalancarono per la sorpresa, un sorriso le illuminò il volto e colmò la distanza che ci separava buttandomi le braccia al collo.
La strinsi a me, inspirando il profumo del suoi capelli.
Stava bene. Era viva.
Il sollievo fu tale che mi sentii le ginocchia molli.
Appena ci staccammo dall'abbraccio le accarezzai una guancia con la mano e mi avvicinai per baciarla.
Qualcuno, purtroppo, si schiarì rumorosamente la gola.
Mi fermai a un centimetro dal viso di Rose e alzai gli occhi.
Lui.
Non lo avevo nemmeno notato, eppure quell'essere disgustosamente perfetto era lì in piedi accanto a noi.
E aveva appena interrotto il mio momento con Rose.
Per Merlino! Possibile che fosse sempre tra i piedi?
- Cosa ci...-
- Cosa ci faccio qui?- chiese Castiel finendo la frase al posto mio.
Assunse un'espressione scocciata e svogliata.
-Qualcuno deve pur proteggere la tua ragazza, visto che tu non lo sai fare- disse incrociando le braccia e guardandomi con sufficenza.
- No, no no no!- disse Rose spingendomi indietro, dato che stavo avanzando verso Castiel pronto a picchiarlo.
Non lo sopportavo più, volevo solo che sparisse dalla circolazione senza farsi più vedere.
-Castiel, smettila- disse Rose ruotando lievemente la testa verso l'Ifrit.
Lo guardai sorridendo beffardo, segretamente molto soddisfatto.
In quel momento la fenice di Rose e il mio corvo atterrarono davanti a noi, e poi si dissolsero, seguiti a ruota da quattro o cinque scope, che planarono a terra nella radura.
Su una di loro sedeva la McGranitt, seguita dal ministro della magia e altre guardie del corpo, che non riconobbi.
- Il tuo patronus mi è arrivato mentre ero già per strada- disse la preside a Rose.
- Dov'è lui?- chiese il ministro facendosi avanti, con l'aria di uno che non aveva tempo da perdere.
- L'ho pietrificato, è nella grotta. Questa è la sua bacchetta- rispose la voce al mio fianco, porgendogli una bacchetta di betulla.
La McGranitt e il ministro si fecero un cenno, dopodiché entrarono insieme agli altri.
Tenevo la mano di Rose, e con la coda dell'occhio vedevo un Castiel contrariato appoggiato alla parete della grotta.
Lily stava parlando con Enzo e il gruppo di centauri, ringraziandoli per il loro aiuto.
I mezzi uomini sembravano felicissimi di andarsene, e non se lo fecero ripetere due volte, tranne coloro che ci avevano trasportato, che si presero un attimo per sorriderci e salutarci prima di raggiungere gli altri nel folto del bosco.
Appena scomparvero, la McGranitt uscì insieme al ministro, correndo.
- La grotta è vuota, si è smaterializzato- disse la preside.
Un senso di disagio mi attanagliò la bocca dello stomaco.
Non era ancora finita.-Angolo Autore
Salve a tutti! Sono davvero decisa ad aggiornare più di frequente, nonostante il lavoro.
La gif del capitolo l'ho creata io riprendendo un fulmine ieri sera :3
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
A presto :)

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~Rose e Scorpius~ "Secrets"
FanfictionÈ il quinto anno ad Hogwarts per Rose Weasley. Un altro normale anno, in cui non sarebbe successo niente come nei precedenti. O almeno così pensava. Le cose nella scuola di magia e stregoneria cominciano a farsi burrascose quando Rose e Scorpius, gr...