Chapter 1 - Origins

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Hey people!
Grazie per aver aperto questa FanFic. Questa è una ripubblicazione di una mia vecchia FanFic scritta nel 2011 e pubblicata sul sito italiano EPF una seconda edizione se vi va lol. Questa è la prima volta che pubblico qualcosa su Wattpad, ma con l'approccio imminente dell'ultima serie di questo meraviglioso show, ho pensato di farlo. Ho pensato di editarla e ripubblicarla, magari ridandomi così l'ispirazione per un continuo! Basata sulla bellissima e leggendaria Season 5, questa FanFic contiene 20 capitoli, il piano è di pubblicarne uno o due a settimana se la storia è di vostro gradimento!
E riguardo la trama, ho pensato cosa sarebbe successo se Sam e Dean avessero accolto con loro una ragazza normalissima come la protagonista e come si sarebbe svolta la storia con lei intorno nel bel mezzo dell'apocalisse.
Buona lettura, ogni commento, negativo o positivo sarà gradito :)
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Era un normalissimo giorno nella mia normalissima vita. Camminavo frettolosamente fra le ripide strade di San Francisco, cercando in tutti i modi di non far tardi alle lezioni del giorno. Purtroppo però, alle otto e mezzo del mattino non è proprio facile essere di fretta quando c'è praticamente tutta la città che lo è. Muovermi furtiva tra la folla fu difficile, come sempre, strattonai molti passanti chiedendo scusa, ma puntualmente loro rispondevano in modo brusco.
Di solito, chi è di fretta è inevitabilmente anche di cattivo umore. Io non ero in ritardo, ma odiavo esserlo ed è per questo che cercavo di arrivare sempre in orario. Forse la mia vita era fin troppo normale, ma a me piaceva così. Di tanto in tanto, la mia normalità veniva scossa da eventi particolari, come ad esempio quel mese c'era il matrimonio della mia cugina preferita. Mi ero offerta di accompagnarla negozio per negozio per trovare un bell'abito da sposa. Lei voleva il suo abito dei sogni, ma dopo ben venti negozi non l'aveva ancora trovato. Stavo iniziando a pensare che l'abito dei sogni fosse in realtà inesistente, ma comunque non avevamo ancora gettato la spugna, insomma mancava un mese al matrimonio e non aveva ancora il vestito, era normale...giusto?
Fortunatamente essere all'ultimo anno del college portava molti vantaggi, come quello di saltare le lezioni, ed era quello che avrei fatto quel giorno. Mi sentivo quasi male quando mancavo alle lezioni, ma certe volte è necessario soprattutto quando, secondo mia cugina, era una questione di vita o di morte, lei aveva bisogno di trovare il maledetto vestito dei suoi sogni almeno una settimana prima del matrimonio perché si sarebbe dovuta abituare all'idea di indossarlo... Cavolo se era strana mia cugina!
Quando finalmente arrivai con ampio anticipo alle lezioni mattutine, nell'aula buia non c'era nessuno se non l'inserviente che la stava ancora ripulendo. L'università era quasi deserta. Decisi così di andare a far visita alla mia amica che abitava nei dormitori. Volendo anche io avrei potuto usufruire dei dormitori, così avrei potuto svegliarmi molto più tardi e non avrei rischiato di arrivare in ritardo, ma d'altronde abitavo abbastanza vicino e sinceramente, preferivo conservarli quei soldi.
C'era un bellissima aria fresca di primavera, il sole ancora basso, filtrava attraverso le folte chiome degli alberi verdi e alti che ornavano il viale principale del college, un viale spazioso dove spesse volte, molti studenti lo percorrevano in bicicletta. Ai lati del vialone c'erano gli edifici delle varie facoltà, compresa la libreria e la mensa, infondo al viale sulla destra invece, c'era un edificio alto dove c'erano i dormitori. Jessica viveva al secondo piano nella terza stanza sulla destra. Era una ragazza del Minnesota, bionda con degli occhi azzurri spettacolari, alta e slanciata, una tipica ragazza americana insomma. Anche io ero americana e sarà che mia nonna paterna era francese ma ero ben lontana dallo stereotipo americano, capelli castano scuro, occhi dello stesso colore, non esattamente alta, e una corporatura nella norma.
Bussai alla porta di Jess.
<< Arrivo, solo un secondo. >> Udii da dietro la porta.
Aspettai e poi finalmente Jessica venne ad aprire. Stava infilandosi una maglia, era del tutto nuda sotto di essa de non fosse stato per un reggiseno di pizzo che la copriva pochissimo.
<< Speravo fossi tu. >> Disse in fare frettoloso, e facendomi entrare si chiuse la porta alle spalle.
<< Già, altrimenti saresti finita sulla prima pagina del giornale del college. >> Risi sedendomi sul letto.
Corse nel piccolo bagno vicino la porta d'ingresso.
<< Sono un po' di fretta, ho un appuntamento con il mio coordinatore perché devo cambiare una classe, il professore di Antropologia è letteralmente pazzo >>, l'acqua iniziò a sgorgare dal rubinetto, e Jess continuò a parlare nonostante si stesse lavando i denti. << Non riesco a seguirlo, una volta ha chiesto a me se offrivo prestazioni sessuali in cambio di voti alti, cioè ma ti rendi conto?! >> Il rumore dell'acqua cessò e Jess ritornò di nuovo nella camera.
<< Non l'hai denunciato? >> Chiesi un po' sconvolta da quella notizia.
<< Senza prove? L'ho detto al mio coordinatore, ma crede che stia esagerando. >> Jess si asciugò il viso e ritornò nella stanza e mentre era ancora mezza nuda, cercava dei jeans nell'armadio poco distante dal bagno.
<< Ha accettato di cambiarti classe, giusto? >>
<< Per fortuna. >> Mi guardò leggermente spazientita, sarà stato per l'assurda situazione in cui si trovava.
Jessica aprì il cassetto vicino la scrivania e vi prese un fermacapelli nero e poi si rivolse allo specchio poco distante e legò in una coda di cavallo i suoi lunghi capelli biondi.
<< Mi dispiace Julia, ma devo proprio scappare. >>
<< Figurati, non preoccuparti Jess, capisco. >> Mi alzai e mi diressi verso la porta.
<< Magari possiamo vederci oggi pomeriggio dopo le lezioni? >>
<< Ehm...Mi sa che non posso, devo accompagnare mia cugina a scegliere il vestito da sposa. >>
<< Oh ancora con questo vestito? Non fa prima a farselo fare su misura? >>
Risi, perché non ci avevo pensato prima? << Dovrò diglielo! >>
Io e Jessica uscimmo dalla sua stanza. Lei si diresse verso gli uffici salutandomi velocemente, e io ritornai a vagare senza una meta. Per fortuna mancava solo mezz'ora all'inizio delle lezioni, così a passo lento, mi diressi in classe. C'era un ragazzo che non mi sembrava conoscere, ma infondo eravamo un bel po' a seguire quel corso non potevo mica conoscere tutti? Soprattutto con il carattere timido e introverso che mi ritrovavo. Così decisi di fargli compagnia e sedermi anche io. Le luci erano finalmente accese e il proiettore accesso emanava un fastidiosissimo rumore che, quando l'aula era piena, non si sentiva affatto. Mi posizionai infondo ai banchi del terzo scalino della forma a scala che l'aula aveva e poggiai la mia borsa sul lato dove nessuno avrebbe potuto sedersi e attesi.
<< L'apocalisse è vicina. >> La voce profonda del ragazzo provenne da dietro di me, a quattro scalini di distanza. Mi guardai in giro. Lo guardai, aveva le mani incrociate e la testa china e questo non mi permise di vedere la sua espressione.
<< Come scusa? >>
<< L'apocalisse è vicina, moriremo tutti. >>
<< Beh se ti riferisci a tutti i terremoti, uragani e disastri vari che si sentono ultimante nelle news, posso darti ragione. >> Iniziai cercando di sviare quella situazione leggermente inquietante.
<< Lucifero è sulla terra >>
<< Immagino il Diavolo c'entri qualcosa con questi avvenimenti se sei credente, o forse è semplicemente il surriscaldamento globale, >> cercai di intraprendere una conversazione in quanto non capivo realmente cosa volesse dire il ragazzo.
Si smosse dalla sua posizione immobile e disse: << Non è uno scherzo! L'apocalisse è qui e quando tutti lo capiranno sarà troppo tardi per sfuggirne! >> Quasi urlava. Lo guardai e aveva gli occhi infossati, scurissimi e aveva un'aria piuttosto malaticcia.
<< Scherzi vero? >> Chiesi un po' impaurita.
Non rispose così mi alzai e corsi fuori da quell'aula. Attesi che si riempisse prima di rientrare di nuovo. Quando notai che gli studenti stavano finalmente entrano in aula, li seguii e mi sedetti al secondo scalino vicino a Kalie, l'unica ragazza con del mio corso con cui ero amica.
Mi guardavo intorno per individuare di nuovo il ragazzo di qualche minuto prima, ma non ci riuscii sembrava essere svanito nel nulla.
<< Julia, cos'hai? Sembri agitata. >>
<< No sto bene, solo credevo di aver visto qualcuno, e adesso non lo vedo più. >>
Kalie annuii sconcertata. Lei era la tipica ragazza super popolare fidanzata del quarterback della squadra di football dell'università, la bionda da cui tutti stanno lontani perché hanno paura delle sue tremende frecciatine e quella che senza le sue due seguaci non era nessuno. Non so bene come mai eravamo diventate amiche, certe volte mi chiedevo se non era solamente per convenienza, ma lei aveva tutti voti eccellenti, capo di qualunque progetto ci venisse assegnato e decisamente migliore di me nelle esercitazioni in laboratorio. Chissà, talvolta succede, credo.
Quando finalmente il professore decise di farci l'onore di iniziare la lezione, con venti minuti di ritardo, la corrente elettrica venne a mancare facendo cadere nel buio l'aula e tutta l'università. Prima ci fu un urlo di stupore e eccitazione da parte di tutti, poi dopo dieci minuti al buio, ci guardammo confusi, una cosa del genere non era mai accaduta prima, l'università funzionava alla perfezione. Il professore ci disse di mantenere la calma e che sarebbe andato a vedere cosa fosse successo, lo vidi parlare con un inserviente che pareva dire che neanche lui sapeva cosa fosse andato storto, poi entrambe sparirono camminando nella direzione opposta all'aula.
<< E' l'apocalisse. >> Di nuovo quella voce profonda e paurosa del ragazzo misterioso. Proveniva da dietro, infondo l'aula lui era alzato a dispetto di tutti, aveva ancora una volta il viso chino, le braccia che gli cadevano su fianchi con le mani chiuse in stretti pugni. Le sue parole destarono confusione e sconcerto. Tutti lo guardarono in silenzio per qualche secondo dopodiché iniziarono a lanciargli palline di carta e qualunque altra cosa potessero trovare, umiliandolo e insultandolo in qualunque modo possibile. Il ragazzo rimase immobile subendo tutte quelle umiliazioni, come se non lo toccassero neanche un po', quando finalmente si smosse, si avviò con passo lento e sicuro verso l'uscita dell'aula mentre ancora tutti gli lanciavano palline di carta.
<< Che tipi ci sono in giro. >> Disse Kalie.
<< Già... >> Non sapevo cosa intendesse, ma le parole di quello strano ragazzo risuonavano dentro di me, forse ci stavo dando fin troppo peso, così decisi di ridere e scherzare come tutti gli altri.
Finalmente dopo quasi un'ora passata nel buio, la corrente elettrica fu ripristinata e passammo l'ultima mezz'ora della lezione a parlare di cosa successo e di come avevano risolto il problema. A quanto pareva, il generatore era stato bruciato e i tecnici avevano dovuto attivare un vecchio generatore ancora funzionante per fortuna.

Life as Julia Wyncestre - OriginsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora