Red Light District

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SPAZIO AUTRICE

Sì, stavolta aggiorno di notte. Questa è trash forte. Questa è trash, cringe e lunga forte, quindi vi avviso prima. Sul serio, è una oneshot ma è lunga 31 pagine di Word per la bellezza di più di 13500 parole. Non me la sentivo di dividerla però, perché secondo me perdeva di senso... Non so🤷🏻‍♀️ L'ho scritta ad Amsterdam ad agosto, mentre ero in vacanza con mio papà e niente, mi sono innamorata di quella città e ci andrei a vivere anche ora. È semplicemente meravigliosa e amo la mentalità che hanno. Ovviamente il quartiere a luci rosse ha suscitato nella mia mente scenari interessanti per i nostri ragazzi preferiti. A volte mi vergogno di me stessa, ma non mi pento di niente. 🌚

⚠️ Piccolo trigger warning prima di lasciarvi alla lettura: nel testo si fa riferimento all'uso di droghe leggere.

Detto questo evaporo e vi lascio leggere 'sta trashat- ehm, volevo dire oneshot di alto livello con contenuti molto interessanti e che fanno riflettere su questioni filosofiche molto profonde. Decisamente non porno, no no. Non le scrivo quelle cose io.🤭🤫

Alla prossima!❤️✨

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RED LIGHT DISTRICT

"Ahhh finalmente una panchina! Ho i piedi a pezzi!"

Esclamò Isabel, affrettando il passo per accaparrarsi quei tanto agognati - e anche scomodi - posti a sedere, soffiandoli sotto al naso ad un paio di turisti giapponesi. Di una cosa Levi si era reso conto non appena i suoi talloni avevano cominciato a dolere due giorni prima, quando aveva iniziato a percorrere per chilometri e chilometri i marciapiedi della capitale olandese: le panchine, quei dannatissimi prezzi di legno, erano poche. Lui normalmente non si sarebbe mai seduto su una superficie del genere – che poteva essere solo un focolaio di batteri, niente più - neanche ad Arles, che come cittadina sfiorava a malapena i cinquantamila abitanti, figurarsi in un posto così affollato, pieno di turisti e persone che di conseguenza spandevano la loro sporcizia e i loro disgustosi germi ovunque. Ma il bruciore ai polpacci e le piante dei piedi che sembravano urlare pietà nonostante le scarpe da ginnastica, lo costrinsero a cedere all'idea di abbandonarsi su quel legno lurido. Anche il suo corpo allenato e tonico aveva ceduto alla stanchezza, e di certo il corvino e il suo gruppo d'avventura non poteva farsi scappare la ghiotta occasione di riposarsi proprio in Piazza Dam.

"Passami un po' di Amuchina almeno, che pulisco."

"Eh? Che hai detto che vuoi, Levi?"

Farlan lo guardò con gli occhi arrossati e l'espressione stanca. No, stanca non era il termine giusto: stralunata forse rendeva meglio l'idea. Il corvino alzo gli occhi al cielo spazientito, maledicendo mentalmente l'amico e tamburellando nervosamente un piede a terra, le braccia incrociate e un cipiglio sul volto.

"Il gel per le mani, Farlan. È nel tuo zaino, passamelo."

"Ahhhh! L'Amuchina!"

Ripeté il biondo, sbiascicando le parole e aprendo la zip della tasca piccola del suo zaino in tela azzurra. Movimenti lenti, dita che cercavano pigre e che frugavano fra piccoli souvenir e chissà quali altre diavolerie si era portato dietro. Levi non lo voleva neanche sapere.

"Eccola qui, l'Amuchina!"

Esordì vittorioso, cacciando fuori lo spesso tubetto trasparente e sollevandolo con fare trionfante; Levi glielo strappò malamente di mano e raggiunse un pacchetto di fazzoletti nel taschino interno della sua giacca in pelle – nonostante fosse agosto, faceva fresco ed il tempo non era dei migliori-, e vi versò un po' del gel igienizzante sopra. Strofinò con cura le assi in legno della seduta e dello schienale della panchina, pregustando il momento in cui avrebbe potuto poggiarvi la schiena e donare sollievo ai suoi piedi doloranti. Ma le sue orecchie, quelle non erano destinate al riposo. Quando Farlan fumava, diventava insopportabilmente logorroico e sparava cazzate mancanti di qualunque senso compiuto senza tregua.

Red Light District - Riren OneshotWhere stories live. Discover now