4- Partita di football.

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Ci sono due modi per guardare il volto di una persona. Uno, è guardare gli occhi come parte del volto, l'altro, è guardare gli occhi e basta... come se fossero il volto.
Alessandro D'Avenia

Un odioso rumore di martello pneumatico arriva alle mie orecchie costringendomi a svegliarmi quando, nonostante abbia messo in atto ogni genere di soluzione al problema, il rumore rimane comunque troppo forte per continuare a dormire.
Ma non sarebbe illegale fare questo genere di lavori la domenica mattina?

Rimango a letto e come ogni altra persona normale sulla faccia della terra mi perdo a fissare il soffitto seppur con una strana sensazione di angoscia e nostalgia, solo dopo qualche minuto ricordo di aver sognato un sabato sera tipico con Sebastian e non riesco a togliermi dalla testa la sensazione del mio capo appoggiato sul suo petto nudo, quella dolce sensazione di appartenenza che ormai mi manca come l'aria.

Decisa a non pensare più al ragazzo che ha brutalmente distrutto il mio cuore prima di darlo in pasto agli squali, scuoto la testa e inizio a ringraziare mentalmente il tizio che ha deciso di ristrutturare casa o qualsiasi altra cosa stia facendo dato che almeno mi ha strappata dal dolce ricordo effimero di quel posto che fino a poco tempo fa definivo solo mio.

Forse non esiste un posto in cui sentirsi pienamente a casa, forse è tutta finzione e lo inizio davvero a pensare perché ogni volta che credo di sentirmi al sicuro in un posto o tra le braccia di una persona, poi sono costretta ad allontanarmene.
O forse semplicemente nella mia vita precedente sono stata una persona cattiva e il karma me la sta facendo pagare, semplice.

Quando mi alzo e mi dirigo verso la doccia noto che sono già le undici passate e, ripercorrendo mentalmente le ultime ore di ieri sera, ricordo di essermi addormentata sul divano mentre Rob passava lentamente e dolcemente la sua mano sui miei capelli, non riesco a ricordare come sono finita in camera mia, quindi suppongo che mi ci abbia portata il mio amico nel bel mezzo della notte.

Tolgo i miei vestiti lasciandomi accarezzare dall'acqua calda e rimango immobile per quelle che mi sembrano ore, infine dopo aver sentito ogni singolo muscolo del mio corpo sciogliersi al contatto con l'acqua, ma soprattutto essere stata sicura che il ricordo di Sebastian fosse stato chiuso nel solito cassettino nei meandri del mio cuore, esco dalla doccia e indosso dei vestiti puliti, prima di recarmi in cucina per cercare di calmare il prima possibile il buco allo stomaco causato della fame.

《Credevo fossi morta, è praticamente ora di pranzo.》

Inutile dire che nel silenzio della casa, la voce del mio amico mi fa saltare il cuore in gola, dunque mi volto verso di lui dapprima con un'espressione decisamente arrabbiata, poi quando viene ad abbracciarmi mi rilasso lentamente e ricambio il suo abbraccio.

《Scusami, ero stanchissima.》
Si allontana da me per avvicinarsi al frigorifero e tirare fuori una bottiglia di birra, poi mentre la stappa si volta a guardarmi con un sorriso perfido che non annuncia nulla di buono, quindi sapendolo già mi preparo mentalmente alla sua imminente battuta.

《Sì, me ne sono accorto dato che stanotte russavi come un trattore!》
Lo guardo male e incrocio le braccia al petto ma quando sto per rispondergli vedo ancora una volta il suo sorriso allargarsi, quindi mi affretto a dire la mia ma Robert mi interrompe.

《Dopo aver sentito te russare quasi non facevo caso al martello pneumatico stamattina.》
Capisco che deve aver finito di prendermi in giro ma anche stavolta la mia risposta viene interrotta, quindi mi limito a borbottare arrabbiata.
《Reputati salvato dal campanello.》

Lo sento ridacchiare prima di superarmi e andare verso la porta di casa, io ovviamente lo lascio fare convinta che sia la nostra vicina o al massimo qualche sua conquista, invece rimango piacevolmente sorpresa quando lo vedo tornare in cucina con due scatole di pizza tra le mani.

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