Chapter 50

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Niccolo's pov.
Mi strinsi nella giacca di pelle, il vento soffiava e si insidiava lungo le vie di una Milano illuminata. Era quasi notte fonda e la mia voglia di dormire era pressoché pari a zero. Nella testa avevo tantissimi pensieri, riguardanti il lavoro ma sopratutto Rebecca. Odiavo il fatto di starle così lontano, di non riuscire a prendermi cura di lei.

Calciai un sassolino sull'asfalto e sbuffai, avevo bisogno di sentire opinioni diverse, tra cui quella di mia mamma che sicuramente sapeva cosa era il meglio per me. Ero combattuto, ho pensato al fatto di lasciare tutto, gli instore, il lavoro e tutto quello che in questi anni mi ero costruito per andare da Rebecca ma allo stesso tempo non ne avevo il coraggio, si trattava comunque di continuare a seguire il mio sogno che piano piano si stava realizzando ma tutto questo mi sembrava così egoista.

Dopo aver osservato il maestoso Duomo che si estendeva di fronte a me, decisi di tornare in Hotel e cercare di riposare per il giorno successivo dove mi aspettava sicuramente un instore faticoso e stancante.
Una volta tornato in stanza, presi il telefono ed aspettai una risposta da mia mamma che non tardò ad arrivare nonostante l'ora.

< Nico, tutto bene?> mi rispose raggiante.
< Ehi Mà, ho bisogno di parlarti> dissi sorvolando la sua domanda, non mi andava di rispondere ad una cosa che non sapevo nemmeno io.
Stavo bene? Quand'è che si sta bene realmente? In questo momento non ero in grado di capirlo, per niente.
< Si dimmi, cosa succede?> chiese con un filo di preoccupazione.
< Rebecca sta male> iniziai a parlare, i miei genitori sapevano entrambi di Rebecca e di quello che le era successo nell'ultimo periodo.
< E so che ha bisogno di me, non so se lasciare tutto e ritornare a Roma, dammi un consiglio per favore> continuai bisbigliando.
< Nico, amore mio, manca ancora una settimana, non buttare tutto all'aria, è pur sempre il tuo sogno ed ora lo stai vivendo. Ne hai parlato con lei? Sicuramente non te lo lascerebbe fare> disse mentre sentivo in sottofondo mio papà che parlava animatamente.
< Papà che dice?> dissi avendo paura di una sua risposta.
< Lo sai cosa pensa lui su Rebecca, non riesce neanc'ora a tollerarla. Aspetta che ti vuole parlare> mi rispose per poi passarmi mio padre.
< Niccolò guai a te se ti lasci scappare un' occasione così importante> disse senza nemmeno salutarmi.
< Lo sapevo che non dovevi legarti a quella ragazza, ti porta a pensare cose sbagliate> continuò facendomi salire la rabbia.
< Federica era quella giusta> sputò senza alcuna vergogna.
< Vuoi ricominciare ancora con questa storia? Vuoi dirmi tu cosa fa meglio per me, eh papà? Perché da quanto ho notato non ti dispiace pianificare la mia vita> dissi acido, questi suoi discorsi mi avevano sempre fatto venire il disgusto.
Fin da quando ero bambino ha cercato di costruire la mia vita, era sempre solito a dire "Nico mortacci tua, pensa a studiare e lascia stare la musica". Fino a qualche mese fa era estremamente contrario sul mio percorso basato interamente sulla musica, su quella passione che mi faceva stare così bene, adesso però, visto i risultati, si era messo il cuore in pace.
< Niccolò fai quello che devi fare altrimenti ci penso io> disse con tono ancora duro e prepotente.
< Papà non posso, io non la lascio solamente per un tuo inutile capriccio> urlai pieno di rabbia.
< E non metterti in mezzo> continuai buttando giù la chiamata per poi sbuffare.

Mi stesi sul letto e cercai di addormentarmi anche se con fatica, la gola si stringeva sempre di più e le lacrime minacciavano di scendere da un momento all'altro, sospirai per l'ennesima volta e mi lasciai andare. Odiavo piangere, ma ora mi sentivo veramente debole e mi sembrava l'unica cosa sensata da fare. In questo momento volevo solamente avere affianco la persona che mi causava tutti questi pensieri e che amavo più di qualsiasi altra cosa.

Con la mano tremante presi il telefono sperando in una sua risposta ma dopo l'ennesimo squillo intervenne la segreteria. Cosa pretendevo? Che avrebbe risposto alle 2 e mezza di mattina? Ero proprio disperato, c'eravamo sentiti solamente un'ora fa.
Mi alzai e mi misi a scrivere, era l'unica cosa che mi riusciva oltre a suonare. Buttai fuori tutto quello che sentivo, sfogarmi mi faceva sempre bene, soprattutto se riguardava la scrittura.
Lessi per l'ennesima volta il testo che avevo scritto per poi addormentarmi pesantemente come un bimbo dopo una stancante giornata.

Rebecca's pov.
Stranamente avevo fame, si, stamattina avevo fame. Mi preparai una buona tazza fumante di latte accompagnata da cereali e biscotti mentre mandai un messaggio a Nic per augurargli il buongiorno e per fargli sapere le mie condizioni.
Una volta fatta colazione mi rifugiai in camera per prepararmi, mi aspettava un'altra seduta dallo psicologo. Ormai mi ero abituata alle mie solite giornate ma sicuramente non riuscivo a convivere con la malattia che compariva sempre con effetti diversi.

< Reb vieni un attimo qua> urlò Giulia mentre si trovava in cucina a preparare la colazione per lei e Lorenzo.
< Arrivo> Urlai di rimando per farmi capire.
Una volta pronta mi recai dalla mia amica non capendo cosa stesse succedendo.
< Eccomi> dissi entrando nel soggiorno che confinava con la cucina.

< Ciao Rebecca> venni distratta da una voce roca e pesante.
< Salve Sandro> dissi allibita.
Sapevo che non ero tanto gradita da lui, immaginava ancora Federica affianco a Niccolò.
< Tutto bene? > disse sembrandomi quasi dolce ai miei occhi.
< Ho saputo della malattia> continuò per poi accomodarsi sulla poltrona del salotto.
< Insomma, ho avuto periodi migliori, adesso sto seguendo la terapia> risposi un po' in soggezione. Non capivo il perché fosse qua.
< Bene> disse scrutandomi attentamente.
< Ha bisogno di qualcosa, Sandro?> gli chiesi cordialmente.
< Non ho esattamente bisogno di nulla però voglio che tu faccia una cosa che, fidati, porterà del bene a tutti> disse con tono calmo e cupo.
Mi stavo preoccupando, lo scrutai attentamente.
< Dove vuole arrivare?> gli chiesi sistemandomi meglio sul divano dove mi ero seduta qualche istante fa.
< Devi lasciare Niccolò> sputò acido facendo crollare la terra sotto ai miei piedi.
Non poteva chiedermi questo. Non adesso.

Hey belli miei! Ecco qua il nuovo capitolo. Ai nostri protagonisti non va bene proprio nulla eh, risolveranno? Rebecca cosa farà?
Ditemi la vostra!
Volevo chiedervi, ancora una volta, se volete un sequel perché oramai la storia è al termine.
Fatemi sapere!
Grazie<3

L'eleganza delle stelle - UltimoWhere stories live. Discover now