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-Scappiamo insieme?- alzo lo sguardo verso di lui, sorridendo leggermente. Anche lui sorride alle mie parole, ed una piccola luce gli illumina gli occhi.

Annuisce, alzandosi e prendendomi per mano. Iniziamo a camminare senza una meta, scansando le persone che, di tanto in tanto, ci intralciano. Arriviamo sul lungomare e decidiamo di sederci sugli scogli, dove non c'è troppa gente.
-È così tranquillo qui.- sorrido, con gli occhi lucidi. Dario mi stringe a sè, accarezzandomi la spalla scoperta, e di tanto in tanto mi guarda con la coda dell'occhio.
-Credo sia ora di andare.- sussurra, ma non si muove. E neanche io ho intenzione di farlo.

Non so quanto altro tempo passiamo seduti, a guardare piccole onde infrangersi contro gli scogli. Semplicemente perdo la cognizione del tempo, fino a che non mi squilla il cellulare.
-C, stiamo tornando.- mi alzo, seguita da Dario e ci incamminiamo verso casa di Carlotta.

-Comunque, mi sono sempre fidata di te.-

//9 Agosto//

-Allora, ragazzi. Avete preso tutto?- mi giro a guardarli, chiudendo il cofano dell'auto. Annuiscono contenti, per poi prendere posto.
-Grazie per questo piccolo weekend fuori casa.- Tonno mi sorride, accanto a Nelson e Carlotta. Ricambio il sorriso, mettendomi comoda accanto al posto del guidatore, dove è seduto Cesare.
Il viaggio passa veloce, tra musica, risate e scherzi a Nelson, che come al solito si è addormentato.

-Wow, Soph ma è bellissimo qui.- Nicolas si guarda attorno, lasciando le valigie nella hall del piccolo agriturismo dove staremo tutto il weekend.
-Ci venivo da piccola, e devo dire che è tutto come ricordavo.- prendo le chiavi del piccolo appartamento in cui staremo. Indossiamo i costumi e ci avviamo verso la piscina, che si trova alle spalle dell'appartamento, immersa nel verde della natura.
-Ragazzi stanotte ci saranno le stelle.- Carlotta esulta, saltellando sul posto e battendo le mani.
-Proprio per questo- Dario si siede su una delle sdraio -io proporrei una cena veloce e poi tutti qui, con una bella birra ghiacciata ed il naso rivolto al cielo.- sorride. Tutti acconsentono, lasciando poi che il silenzio cada su di noi.
Mentre tutti si tuffano, io mi limito a prendere il sole, con le cuffie a farmi compagnia. Inevitabilmente, mi addormento, complice il leggero vento che mi accarezza dolcemente, cullandomi.

Dario's POV

Lascio gli altri giocare come bambini in piscina e mi avvicino a Sophie, che dorme beatamente. Le tolgo le cuffiette, facendo attenzione a non svegliarla, e mi stendo sulla sdraio accanto alla sua. In questi giorni non abbiamo avuto modo di rimanere soli, come piace tanto a me fare, e ne ho sentito spesso il bisogno.

Sospiro, accarezzandole la guancia dolcemente. Sembra così tranquilla, quando dorme, come se i demoni che si porta dietro venissero annientati una volta che lei chiude i suoi meravigliosi occhi.
-Così la consumi.- Frank ridacchia, seguito da Nicolas e Cesare. Gli faccio il verso, mettendomi a sedere e ridendo poi con loro.

Passiamo tutto il pomeriggio a prenderci in giro, mentre Sophie dorme come un ghiro, nonostante il caos attorno a lei.
-Che ne dite di svegliarla?- sono tutti attorno a lei, che bisbigliano.
-Ma no, povera. Ci ammazzerebbe.- Nicolas si gira a guardarmi, sorridendo maliziosamente. Alzo le mani in segno di difesa, borbottando un 'è vero' imbarazzato.
Vedo Cesare e Tonno prenderla per le gambe e le mani e correre verso la piscina, lanciandola poco dopo. Sophie riemerge, imbronciata, e non posso fare a meno di ridere insieme agli altri.
-Me la pagherete, stronzi.- esce, per poi aprire le braccia e ripararsi tra le braccia di Nelson, che la stringe ridendo. Mi avvicino agli altri, provando un leggero fastidio, ma cerco di non farci caso.

Decidiamo di rientrare in casa, per poterci rinfrescare e cenare. Indosso un pantaloncino della tuta e una maglia a maniche corte, annotandomi mentalmente di prendere una felpa per quando staremo fuori.
-Dario.- Sophie si siede accanto a me, con indosso un pantaloncino di jeans e un top dorato, che risalta la sua lieve abbronzatura. Le sorrido, facendole spazio.
-Ti sta molto bene, il top.- constato -Ma ricorda di portare un giacchetto dopo, fuori potrebbe far freschetto.- lei annuisce, prendendo il cellulare per ordinare le pizze. Noto Carlotta guardarmi in modo strano, facendomi segno di seguirla.

Andiamo in cucina, con la scusa di prendere da bere.
-Insomma, Dario. Quando ti decidi?- inizia, prendendo le birre e la Coca-cola dal freezer. Corrugo la fronte, aiutandola.
-Quando mi decido a fare cosa?- poggio le bibite sul tavolo, incrociando le braccia. Carlotta mi imita, alzando un sopracciglio.
-Oh andiamo, abbiamo notato tutti come guardi Soph. E come la tratti, quasi come se avessi paura di romperla.- sorride -Insomma, tutti tranne lei.- aggiunge, ridendo.
-Carlotta, andiamo.- mi agito -La tratto come tratto tutti.- stringo ancora di più le braccia al petto.

-Davvero? Anche a Nelson o Tonno dai i baci sul naso? O li fissi con un'espressione da pesce lesso?- ride, per poi scuotere la testa -Dario, ascoltami. Conosco Sophie da praticamente una vita, e mai nessuno, credimi, l'ha trattata o guardata come fai tu. Insomma, ti sei fatto un viaggio in treno ad Agosto solo per vederla. E non provare a negarlo.- mi punta il dito contro, per poi prendere le bibite e tornare dagli altri. La seguo, tenendo le birre, ma lascio che la testa vaghi in un groviglio di pensieri che Carlotta mi ha scatenato.

Resto in disparte per tutta la cena ed anche una volta fuori, a guardare le stelle. Lascio che lo sguardo ricada su di lei a lungo e più volte, per capire. Ma, al contrario, sono più confuso di prima.
Mi stringo nella felpa, stendendomi su uno dei lettini liberi, per riuscire a guardare il cielo, ora pieno di piccole luci.
-Posso?- Sophie indica un piccolo spazio accanto a me. Annuisco, facendole altro spazio e aprendo le braccia. Lei sorride, stendendosi accanto a me, con la testa sul mio petto e le braccia attorno al mio busto. La stringo, continuando a guardare le stelle.
-Non hai la felpa.- sussurro, sentendola ridacchiare sul mio petto.
-L'ho scordata.- sorride, guardandomi dal basso. Scuoto la testa divertito, per poi prendere un telo e poggiarlo su di noi.
-Ora va meglio.- sorrido. Rimaniamo così per tutto il tempo, anche quando siamo gli unici rimasti fuori. Siamo aggrovigliati come le cuffiette quando le tiri fuori dalla tasca dei jeans.

Siamo un groviglio di pensieri e parole non dette.

-Sai, mi mancavano questi momenti.- sussurro, accarezzandole i capelli -Insomma, sono solo nostri. È fin dall'inizio che ci prendiamo dei momenti lontani da tutti e tutto e stiamo in silenzio, insieme, a guardare il nulla. Ed io, spesso, ne sento il bisogno e la mancanza, perchè in questi istanti mi sento più vicino a te, come se fossimo legati da un filo invisibile nelle nostre menti. Ed è per questo, credo,  che non parliamo mai quando rimaniamo soli. A parlare sono i nostri pensieri, che si aggrovigliano e si cercano.- continuo, sospirando rumorosamente. Vedo una stella cadente. -Desidero tanto che ciò non cambi, qualsiasi cosa accada. Desidero stringerti tutte le volte che ne hai o ne ho io bisogno, Soph.- abbasso lo sguardo verso di lei.

Sta dormendo, con il viso schiacciato contro il mio petto e le braccia strette attorno al mio busto.
-Desidero dirti ciò che provo, senza aver paura.- sussurro, lasciandole un lieve bacio sulla fronte e mettendomi comodo, senza staccarmi da lei, e chiudendo gli occhi per cercare di dormire.

Ed un pò mi sento felice.

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Non ho nulla da aggiungere a questo capitolo, che è il mio preferito. E spero piaccia anche a voi, davvero.

Quindi vi lascio con la solita richiesta di lasciare nei commenti, se ne avete, critiche costruttive o consigli.
Buon proseguimento di vacanze, ci si sente a Settembre (davvero ora).

Un bacio grande, flo.

Silky. [COMPLETA]Where stories live. Discover now