Capitolo VIII

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ATTENZIONE: il primo pezzo di questo capitolo sarà a libera interpretazione.
Ovviamente in questa avvertenza non parlo nello specifico di cosa accadrà, ma sono certa che lo intuirete facilmente nel corso della lettura.
Ad ogni modo, io ci tengo a precisare che per conto mio NON ci sono coppie in questa storia, het o yaoi che siano.
Questa fiction vuole essere spacciabile per canonica, eventualmente inseribile dopo gli eventi di Dressrosa come esperienza fattibile e ho sempre cercato di renderla il più canon possibile, quindi poiché One Piece non lo prevede
non parlo di relazioni sentimentali, se non di pura e semplice nakamaship.
Nonostante questo, se volete interpretare quanto segue come l'esordio di qualche sentimento più profondo, siete assolutamente liberi di farlo.
Nella narrazione specifico che si tratta solo di sincera amicizia e di riconoscenza dimostrata in modo affettuoso, ma il bello di una storia è che stimola l'immaginazione dei lettori.
Quindi, se volete immaginare un certo risvolto per quanto succederà, fatelo pure ♥ altrimenti vi basterà attenervi alle mie parole.

BUONA LETTURA

Non era riuscita a resistere.

Per quanto i ragazzi glielo avessero ripetuto non era stata in grado di stargli lontano.

Solo un paio d'ore prima Shachi e Penguin avevano svegliato l'intero equipaggio per informare tutti, con il tono più flebile e inanime che fosse mai uscito dalle loro bocche, che Trafalgar Law era diventato cieco.

Non era come se avessero voluto radunare la ciurma per fare qualcosa, giacché non c'era proprio nulla che potessero fare per la sua condizione.
Semplicemente i due ragazzi avevano avuto bisogno di qualcuno che ricordasse loro di continuare a respirare, perché a colui che consideravano tanto il loro capitano quanto il loro fratellino serviva davvero il loro aiuto, la loro presenza, il loro appoggio.
Consci di questo, seppur ancora storditi al pensiero che quegli occhi glaciali che tanto adoravano non erano più in grado di svolgere il loro dovere, si erano circondati dei propri nakama abbandonandosi al loro conforto.

Law aveva bisogno di essere lasciato solo per un po', avevano detto.

Come biasimarlo?
Da un fottuto giorno all'altro aveva completamente perso la vista.
Era un capitano pirata diventato cieco e non per il fendente di un nemico, che gli aveva squarciato le palpebre e ciò che proteggevano, ma per un batterio.

Era un dottore costretto a letto da un batterio.

Era qualcosa di assurdo, assolutamente scioccante.

Il suo orgoglio, già intaccato dal giorno in cui gli era tornata quella stronzissima malattia, si stava pericolosamente incrinando.
Dunque era comprensibile che volesse isolarsi per un po'.

Nonostante questo Ikkaku si stava dirigendo verso la sua cabina.

D'altronde, l'aveva forse detto Gol D Roger che abbandonare Law a se stesso per qualche tempo avrebbe giovato al suo umore od al suo organismo?

Cazzate, pensava la giovane corsara.

Se Trafalgar avesse avuto bisogno di qualcosa sarebbe stato meglio che avesse avuto al suo fianco un nakama.

Tutt'al più Ikkaku non aveva alcuna intenzione di lasciare che quello che era sempre stato il suo borioso capitano si auto commiserasse.

Il meglio, aveva concluso, proprio mentre si fermava innanzi la porta ermetica della camera, era semplicemente stargli vicino.

Era entrata senza bussare conscia che Law, se l'avesse voluto, avrebbe potuto riconoscerla con il proprio haki.
Attraversando la cabina senza difficoltà, sebbene questa fosse nella penombra e dall'enorme oblò che sovrastava il letto filtrasse solo la luce dei lampi occasionali, aveva scostato le tende del baldacchino, sedendosi sul bordo del materasso.

Il Mostro BiancoWhere stories live. Discover now