Un Topo da Biblioteca

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Nonostante l'interruzione di quello splendido sogno mi avesse dato non poco fastidio, vidi di alzarmi lo stesso con il medesimo buonumore di cui mi ero armato nei giorni precedenti per sorridere alla vita.
Mi comportai come una ragazzina al suo primo appuntamento: più tempo speso sotto la doccia, profumo addosso ogni venti secondi, un'eternità per scegliere i vestiti.. Tutto per lui.
Lo chiamai abbastanza presto, in un momento però in cui almeno era sorto il sole.
-buongiorno!- esclamai con brio, una volta che sentii il suo respiro farsi vivo dall'altra parte del telefono.
-buongiorno, piccoletto..- mi rispose, suonando particolarmente assonnato nonostante ci fossero rumori di strada in sottofondo.
-ti prego, dimmi che non mi hai risposto mentre stai guidando..- borbottai con un certo disappunto, ma anche un minimo di preoccupazione.
-come fai ad essere così allegro di prima mattina, mh?- domandò lui, in tutta risposta.
Rispondere ad una domanda con un'altra domanda.. Che tecnica subdola.
Alzai gli occhi al cielo, decidendo mio malgrado di lasciar stare. Era una testa dura, non era difficile comprenderlo, ed ingaggiarci una lotta era davvero una guerra persa in partenza.
-sai com'è, un mago non rivela mai i suoi segreti- continuai a parlargli, mentre mi preparavo una sacca col necessario di quella giornata.
Caricabatterie, deodorante per casi di emergenza, occhiali da sole.. Ed un paio di libri. Avevo messo tutto, sì.
Sistemai lo zainetto in spalla.
-senti, potresti ripetermi dov'è questo posto dove ci dovremmo vedere?- mi chiese se un certo punto, dubbioso.
-alla biblioteca dell'università- gli feci di nuovo presente, paziente.
-ci lasceranno entrare?- replicò subito dopo, ancora un po' esitante al riguardo.
-Achille, sta tranquillo. Sono il responsabile, certo che ci lasceranno entrare- ridacchiai di gusto. Quel ragazzone, nonostante potesse sembrare la sicurezza fatta persona, a volte si perdeva davvero in un bicchier d'acqua.
Chiusa la chiamata, mi accinsi ad uscire di camera.
Sceso in cucina preparai la colazione per mio fratello come se nulla fosse, giusto un pochino più velocemente del solito, risparmiandomi dal preparar qualcosa per me visto che alla fine avrei senza dubbio mangiato qualcosa fuori.
-Patroclo?- fui improvvisamente chiamato dal mio fratellone, il quale per qualche strano motivo era già in piedi.
-Nestor?- lo chiamai in risposta, inarcando un sopracciglio in segno di perplessità.
Eppure ero abbastanza sicuro di non aver sceso le scale in maniera rumorosa, men che meno di aver fatto troppo chiasso in cucina..
-ti ho sentito parlare con qualcuno- mi fece presente, stropicciandosi occhi, questa volta lui piuttosto perplesso e confuso.
Oh.. Che idiota. Avevo parlato a voce troppo alta al telefono.
Ebbi voglia di tirarmi una mano in faccia, ma grazie al cielo realizzai presto che avendo entrambe le mani sporche di impasto per pancakes non sarebbe stata proprio una grandissima idea e perciò rinunciai.
-era un amico..- provai a mentire, cacciando fuori un sorriso di circostanza.
Non ero mai stato bravo a dire bugie in tutta la mia vita, in particolare a mio fratello.
Mi dispiaceva davvero tanto mentirgli.. Ma avevo davvero tanta paura di cosa potesse fare, una volta venuto a scoprire che mi stavo vedendo con un ragazzo.
Nestor era sempre stato molto protettivo nei miei confronti, fin dalla morte dei nostri genitori.
Non lo giudicavo di certo, per il suo eccessivo attaccamento, ma per il momento sarebbe davvero stato meglio se fosse rimasto all'oscuro di tutta la faccenda.
-dove stai andando?- mi chiese, iniziandosi già a svegliare un po' di più, con tono accusatorio.
-in biblioteca- potei rispondergli almeno in quel caso con sincerità, visto che era a tutti gli effetti il luogo dove mi sarei diretto una volta messo piede fuori di casa.
Gli lasciai un gran bel bacetto sulla guancia, dandogli anche qualche pacca sulle spalle.
-non so quando torno. Nel caso, non aspettarmi- gli feci presente, per poi correre direttamente fuori senza lasciargli tempo di darmi una degna risposta o anche solo di concepire cosa fosse successo.
Arrivai all'università più in fretta del solito, quasi saltellando.
Sarebbe stata una fantastica giornata, me lo sentivo!
Mi fermai giusto di fianco all'entrata principale dell'università, attendendo.
Quell'area era davvero molto più bella, una volta che il periodo scolastico aveva termine: deserta, quieta.. Pacifica. Era un vero peccato che da due giorni a quella parte sarebbe tornato tutto affollato come di consueto, ma almeno avrei avuto l'occasione di vestire i panni della guida per Achille.
Parlando di Achille..
Nel momento esatto in cui lo pensai, sentii un clacson che mi fece sobbalzare.
Alzai lo sguardo, e riconobbi alla prima occhiata prima la moto dello splendido proprietario. Quel mezzo infernale avrebbe infestato i miei incubi per anni!
-hey!- lo salutai, allegro.
Lo vidi venirmi incontro con due bicchieri di carta tra le mani, ed un sorrisetto orgoglioso impresso sulle labbra.
Rimasi per qualche secondo in silenzio ad osservarlo, mantenendo sempre quel mio lieve sorriso.
Notai che quella mattina aveva sistemato i suoi capelli biondi in una coda di cavallo, una cosa che se proprio dovevo esser sincero gli donava divinamente, e che per la grande occasione aveva deciso di indossare al collo una di quelle collane dalle perle lisce e levigate, che tanto parevano appartenere allo stile dei surfisti, di un colore tra il verde e il celeste che si addiceva magnificamente ai suoi occhi.
-oh, ma guarda.. Ti sei fatto bello per me?- lo sentii ridacchiare, riscuotendomi abbastanza in fretta per prender tra le mani uno dei due bicchieri di carta che mi aveva appena porso.
Le mie gote si fecero di poco rosse nel sentirlo puntualizzare quel dettaglio.
Mi concentrai sul bicchiere che mi aveva appena dato, abbastanza imbarazzato nonostante mi facesse piacere che lo avesse notato subito. Aprii un piccolo coperchio di plastica, posto su di esso, ed inarcai entrambe le sopracciglia nel trovarmi faccia a faccia con un cappuccino ancora caldo apparentemente mischiato e addolcito da una generosa porzione di quel che pareva miele.
Gli lanciai un'occhiata esterrefatta, con la bocca ancora di poco mezza aperta.
Il latte addolcito con il miele.. Era una delle mie cose preferite da fare.
-come hai fatto a.. Indovinare?- farfugliai, ancora abbastanza sorpreso.
-intuizione- si giustificò lui, alzando le spalle e sorridendomi per poi prendere una buona sorsata dal suo di bicchiere subito dopo averlo aperto.
-grazie..- mi premette esprimere la mia riconoscenza per quel gentil gesto.
Sembrava davvero un supereroe ai miei occhi.. Insomma, portarmi del cappuccino uno dei rari giorni in cui faccio a meno di prepararmelo a casa! Sarei anche stato il suo ammiratore numero uno.
Soffiai sul cappuccino, beandomi del calore che questo emanava contro i palmi delle mie mani attraverso la carta del bicchiere, e presto o tardi cominciai a berlo anche io.
Mi leccai i baffi, riconoscendo che quel che era stato mischiato con il cappuccino era proprio del miele.
Perfetto!
Consumai quel cappuccino con gusto, guidando nel frattempo Achille verso la biblioteca dell'università.
Lavorare in quella biblioteca mi piaceva proprio.
Ero stato così diligente per tutto il mio primo anno universitario, partecipando a qualsiasi tipo di attività e occasione di ritrovo, che il dirigente stesso, a conoscenza della situazione economica nella quale vivevamo io e mio fratello, aveva deciso di affidarmi gentilmente quel magnifico impiego, permettendomi anche di svolgerlo quando potevo.
Non per vantarmi, ma ero stata una vera e propria manna dal cielo per quella biblioteca visto che era così grande che praticamente nessuno si era mai offerto di propria volontà di lavorarci, di pulire i libri e cose del genere..
Io avevo accettato immediatamente.
Quando mi ci mettevo con serietà avevo una pazienza di ferro, perciò pulire quella moltitudine di libri dalla polvere non era proprio una gran fatica e poi neanche mi dispiaceva! Stavo aiutando quei bei tesori a liberarsi di polvere fastidiosa, perciò non poteva farmi altro che un gran piacere.
Superammo facilmente i bidelli, essendo che oramai tutti loro conoscevano il mio viso fin troppo bene.
-ecco qua il mio covo..- riferii ad Achille, facendomi da parte una volta entrato nella biblioteca prima di lui.
Rivolsi un'occhiata ai libri per conto mio, almeno a quelli che potevano rientrare nel mio campo visivo, per vedere se fosse tutto apposto.
Mi voltai poi di nuovo verso Achille, assicuratomi che i miei tesori stessero bene, e mi ritrovati a sorridere poco poco di più nel vedere la sua reazione.
Lo vidi a bocca aperta, con gli occhi strabuzzati, intendo ad osservare in silenzio la moltitudine di libri che la libreria dell'università comprendeva.
-immagino che tu non abbia mai visto un'università con una biblioteca così grande, vero?- risi, invitandolo poi a seguirmi.
Avanzai lungo il settore scientifico, guardandomi di tanto in tanto a destra e a sinistra sempre per stare sicuro che nessun libro fosse stato rimasto per terra o cose del genere.
-c'è perfino un club del libro. In molti amano leggere, qua- uno dei motivi principali per la quale avevo scelto quella precisa università per praticare i miei studi.
-questi..- continuai, alludendo ai libri con un cenno di una mano -sono per la maggior parte donazioni di tutti noi. Parecchi hanno contribuito alla causa, pensando a come sarebbe stato bello poter venire in questo posto anche solo per leggersi un libro in santa pace e non soltanto per ricercare qualcosa per dei compiti scolastici-
Mi voltai qualche volta verso di lui, sentendolo ancora in silenzio, giusto per vederlo annuire più volte con un'espressione visibilmente sorpresa.
-sai.. Non ti facevo un amante dei libri- gli confessai, ridacchiando sotto i baffi.
Eravamo giunti vicino alla mia postazione prediletta, una piccola scrivania con tanto di sedia girevole posta direttamente nella direzione del corridoio che dava sulla porta di entrata. Sistemandomi lì potevo sempre vedere chi entrava, e quello mi faceva stare in qualche modo un po' più tranquillo nello stare da solo per svariate ore quando riuscivo a svolgere i miei turni fino a tarda serata, quando arrivava l'orario di chiusura.
Sospirai, al pensiero di quelle volte in cui lasciavo quei libri tutti soli. Talvolta non mi riusciva proprio di finire i compiti assegnati e studiare per delle interrogazioni abbastanza in tempo per adempiere al mio ruolo di custode della libreria, perciò mi toccava lasciare quel paradiso chiuso con un grosso e pesante lucchetto in rame sulla porta. Mi sentivo davvero in colpa nel farlo.
-dimmi..- sentii d'improvviso parlare Achille, dettaglio che mi serví ancora una volta per riallacciare i contatti con la realtà.
A volte mi pareva che la sua voce fosse diventata una sorta di ancora per me, un qualcosa che mi impediva del tutto di sforare e divagare nel mio mondo fantastico senza far più ritorno allo schifoso e noioso mondo reale.
-sei davvero tu a prenderti cura di tutti questi libri?- finí per chiedermi, lanciandomi un'occhiata esterrefatta e lievemente dubbiosa.
-certo! È come ti ho detto- ribattei, cercando di suonare anche solo vagamente offeso per il suo dubitare nonostante fosse del tutto legittimo.
Nessuno si sarebbe mai aspettato che un giovane universitario avesse tutto quel tempo da perdere per prendersi cura di un'intera biblioteca come quella e prestare al tempo stesso la giusta attenzione a tutti i suoi studi. Ebbene.. Nessuno aveva ancora incontrato me.
-è il lavoretto più bello e vantaggioso che abbia mai potuto trovare fino ad ora- gli spiegai, con un mezzo sorriso, sedendo di poco contro al bordo di quella che ormai consideravo la mia scrivania.
-non vengo proprio pagato a lingotti d'oro.. Ma è meglio di niente, no? Almeno ho dei soldi miei, e posso evitare a mio fratello di pagarmi certe cose- continuai a spiegare con un certo orgoglio, accavallando le gambe.
-tu e tuo fratello.. Vivete da soli?- lo sentii domandare.
Non lo guardai in viso dopo quel quesito, ma vidi ancora una volta di mantenere un gran bel sorriso.
Sapevo che sarebbe arrivato a domandarlo prima o poi, mano a mano che il mio parlare riguardo parti della mia vita privata sarebbe aumentato, ma almeno non era stata involontariamente indiscreto come lo erano stati di certo molti altri prima di lui.
La sua domanda era stata generale, discreta, e mi avrebbe anche lasciato spiegare quel difficile dettaglio per evitare altre spiacevoli situazioni in futuro.
-sì.. Sì, è così- gli confermai, staccandomi dalla scrivania e facendo un piccolo giro attorno a questa per arrivare alla sua sedia.
-da quando i nostri genitori sono morti siamo sempre stati solo io e Nestor in casa- finii di dire, sedendomi su quella sedia ed affondando il viso tra le mie braccia una volta che la superficie della scrivania fu nuovamente a mia disposizione.
Alzai di poco lo sguardo verso di lui, dopo che lo sentii rimanere in silenzio per un po' di tempo.
Speravo davvero di non aver rovinato nulla di quel nostro piccolo incontro, ma era una cosa che dovevo assolutamente fare.
Nonostante mi dispiacesse di aver danneggiato il clima quieto è tranquillo che si era instaurato tra di noi fin da quando era giunto con la sua moto di fronte alla scuola, era davvero per me un gran sollievo il poter aver detto quella cosa il prima possibile.
Non potevo assolutamente immaginare momenti futuri in cui avrebbe potuto farmi una domanda scomoda, sempre senza volerlo, riguardo ai miei genitori e magari rovinare tutta l'atmosfera di un bell'appuntamento..
Forse mi ero fatto troppi film mentali? Magari in futuro non sarebbe neanche stato ancora in mia compagnia. Forse fino a quel momento la mia mente stava correndo troppo, e lui mi considerava solo come un bel ragazzetto con cui fare amicizia.
-..Posso aiutarti- lo sentii dire all'improvviso.
Gli lanciai un'occhiata confusa.
-posso aiutarti, con i libri- mi spiegò meglio, sorridendomi nel dirlo e allo stesso tempo lanciandomi un'occhiata terribilmente decisa.
-eh?- ripetei, genuinamente colto alla sprovvista.
Avevo capito molto bene cosa mi stava dicendo.. Era solo che non me l'aspettavo.
Era il primo, decisamente il primo a non rispondere con un "mi dispiace" nel sapere della mancanza dei miei genitori.
Non sentivo pietà nelle sue parole, ma solo voglia di esser d'aiuto.
-..Davvero?- gli chiesi dopo poco, non dandogli abbastanza tempo per ribadire a quel mio versetto dettato dallo stupore.
-certo! Posso aiutarti per quanto tempo ti serve.. Immagino che occuparsi di tutti questi libri da solo sia una bella faticaccia, no? In due faremo senza dubbio più in fretta. Mi sorprendo che nessuno abbia pensato prima di aiutarti- mi rispose, con rinnovata decisione nello sguardo.
Non avrei voluto trovarmi nei panni di qualcun altro nel dovergli far cambiare idea su qualche faccenda.. Era una testa dura, in tutto e per tutto.
-beh, che posso dire.. Va bene!- accettai di buon grado, cacciando fuori un gran sorriso a trentadue denti.
-ma non oggi, d'accordo?- mi sbrigai subito a ribadire, appoggiandomi sulla scrivania solo coi gomiti e tenendomi con calma il viso tra le mani.
-infondo non c'è bisogno di molta pulizia, quando questo posto non è molto frequentato. Pensiamoci a quando l'università aprirà di nuovo.. Oggi voglio solamente pensare a passare una bella giornata-
Lo vidi annuire, convinto dalle mie parole.
-allora andiamo!- mi incoraggiò, porgendomi una mano.
Inutile dire che non esitai neanche un secondo a stringere una mia mano nella sua, lasciandomi subito dopo trascinare fuori la biblioteca.

ARISTOS ACHAIONWhere stories live. Discover now