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Entriamo dentro e solo allora mi accorgo che è presente anche Thor, che non sembra, però, essere nella migliore delle condizioni.

"Che ha Thor?" sussurro curioso a Steve.
"È messo così da quando Thanos ha schioccato le dita. Secondo lui è colpa sua e si sente responsabile di tutto perché...diciamo che non ha mirato alla testa."
"Ah" rispondo semplicemente, non sapendo come continuare.

Ci sediamo tutti attorno ad un gigantesco tavolo e, non appena siamo pronti, Tony comincia a parlare.

"Bene, prima di tutto le presentazioni..." dice "Allora: lei è Nebula, figlia redenta di Thanos," a
quell'affermazione qualcuno sussulta leggermente "mentre lui è Spider-Man, aka Peter Parker."

All'improvviso vedo tutti gli sguardi puntati su di me ed io alzo timidamente la mano per salutare.

"Tony," dice il tizio di colore "è solo un ragazzino. Non ha - che so - degli amici con cui passare il tempo? O un parente..."

Sbianco, realizzando solo dopo un po'  le sue parole. Probabilmente Steve se ne accorge, perchè mi chiede: "Peter, tutto ok? Sei pallido..." dice.
E di nuovo tutti gli sguardi si posano su di me.

Non mi importa. Mi alzo di scatto, recandomi verso un posto più isolato per poter fare una serie di telefonate.
Zia May, Ned, Michelle....penso.
Nessuno mi aveva più fatto sapere niente e nella mia mente si stava rafforzando sempre più la più brutta delle ipotesi.

Messaggi. Tanti messaggi. Nessuno risponde, allora passo alle chiamate.
Chiamata per Ned, niente.
Chiamata per Michelle, niente.
Chiamata per Zia May, niente.
Riprovo, riprovo e riprovo, finché non mi convinco della triste e crudele verità: anche loro sono scomparsi.

Butto il telefono da qualche parte nella stanza, accasciandomi al muro e cominciando a far uscire dai miei occhi un fiume di lacrime, lacrime che venivano trattenute da troppo tempo.

Perché? Perché tutto questo? Perché tutto questo a me? Perché a loro? Che colpa ne avevano? Perché la mia vita è così piena di delusioni?

Singhiozzo talmente tanto, che non mi accorgo che nella stanza era, nel frattempo, entrato qualcuno. Il Signor Stark.

"Ehi Peter, tutto bene?" mi chiede dolcemente, poggiandomi una mano sulla schiena incurvata. "Non ti devi offendere per ciò che ha detto Rhodey, semmai..."
"Non è per quello" lo interrompo bruscamente "Ho scoperto che beh, non solo i vostri amici sono scomparsi, ma anche i miei, e in più anche mia zia. Sono ufficialmente solo!" gli urlo, cercando di sfogarmi il più possibile. Poco dopo, però, ricomincio a piangere.

Lui, contrariamente a ciò che avevo pensato, non mi urla di rimando, ma si avvicina ulteriormente e mi avvolge in un abbraccio, del quale ho disperatamente bisogno in questo momento.

Mi appoggio al suo petto, continuando a singhiozzare, finché ad un certo punto Tony mi dice con tono calmo: "Ehi, calmati ora. So che dev'essere difficile per te questa situazione, ma devi farti forza e andare avanti. Da oggi saremo noi la tua famiglia."

Solo allora alzo lo sguardo e gli faccio un piccolo sorriso, per ringraziarlo di tutto ciò che sta facendo per me.
"E poi..." continua "C'è la possibilità che tutto torni come prima. Abbiamo localizzato Thanos e domani Steve e gli altri partiranno per andare a recuperare le gemme, mentre tu resterai con me e Pepper e ci aiuterai qui con le nostre ricerche.

Annuisco, mentre le ultime lacrime che mi cadono dagli occhi non sono di tristezza, ma di felicità e speranza: speranza che tutto possa effettivamente tornare com'era prima dello schiocco.

E se... // Peter ParkerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora