Episodio 21

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Dopo la fuga dei 16 ostaggi gli altri rimasti erano diventati molto irrequieti, cercavano di ribellarsi.
Sopratutto una, Mercedes la professoressa di Alison

"Un mio alunno è scomparso, vorrei sapere dove si trova" chiese a Rio mentre passava con un sacco della spazzatura per recuperare gli avanzi del loro pasto

"Non sono cose che gli riguardano"

"Abbiamo sentito degli spari, la polizia è entrata?" Chiese ancora

"Stia zitta" gli disse bruscamente Rio

Ad un certo punto Mercedes si alzò in piedi e iniziò ad applaudire

"Non lo vuoi proprio capire, si sieda" gli disse Rio
Gli applausi di Mercedes contagiarono anche gli altri ostaggi che la seguirono e si alzarono in piedi e iniziarono ad applaudire

"State zitti!" Urlò Rio ma nessuno l'ho ascoltò
Io ero sulle scale e avevo osservato tutta la scena.
Sparai 4 colpi sul soffitto con uno sguardo allucinato, forse perché eravamo sotto pressione da più di 3 giorni

"State zitti ORA!" urlai per farmi sentire, tutti si sedettero tranne Mercedes. Mi avvicinai ad un palmo dalla sua faccia

"Siediti ho detto" gli dissi ma lei restava sulle sue

"Ti prego siediti" gli dissi quasi piangendo e lei vedendomi in quello stato decise di ascoltarmi.

Mi ricordai che il Professore ci disse che dopo un po' di tempo gli ostaggi potevano iniziare a ribellarsi e quindi gli dobbiamo dare un ultimatum: uscire subito di qui senza niente oppure rimanere dentro ma con 1 milione di euro nelle tasche.
Berlino e Nairobi decisero di iniziare ad interrogare tutti gli ostaggi e dopo di che riunirli per dividerli.
Ma loro non sapevano che gli ostaggi che avevano deciso di uscire erano invece segregati nel sotterraneo.

Eravamo tutti nella sala di controllo, dove si trovava il telefono che usavamo per chiamare il Professore sole che quest'ultimo non rispondeva alle nostra chiamate da 18 ore e questo poteva dire solo una cosa: lo stavano interrogando

"Se volete scusarmi io avrei degli impegni" disse Berlino prendendo una bottiglia di vino e due calici

"Il piano si sta distruggendo e tu hai degli impegni? Ah si devi scopare" gli disse Tokyo

"Tokyo puoi anche usare le buone maniere qualche volta"

"Non ci credo che ti fai un ostaggio, quella povera ragazza isolata da tutti e tu te la scopi"

"Grandissimo figlio di puttana" disse Nairobi alzandosi

"Ecco un'altra"

"Mi fai proprio schifo, tu lo sai che cos'è la sindrome di Stoccolma? Quando un ostaggio si innamora del suo rapinatore ma non è amore, lei ha paura di te"

"Tu non sai niente e potresti anche stare zitta qualche volta" detto questo Berlino se ne andò

"Che c'è di male se uno si innamora di un  ostaggio?" Se ne uscì Denver e io sono scattata subito in allerta

"Denver non mi dire che..." chiesi io con una faccia stupefatta

"Nononono io non c'entro niente e che forse Monica potrebbe averla presa"

"Sai che sei tu l'unica donna della mia vita" continuò lui guardandomi

"Ahhh così mi sento meglio!" Gli dissi ridendo

Denver e Mosca erano in uno degli uffici della Zecca ad imbustare i soldi per metterli sottovuoto e conservarli, nella camera affianco alcune ostaggi tra cui Monica.

"Come te ne sei accorto che lei prova qualcosa per te?" Chiese Mosca al figlio

"Quando gli portavo il pranzo da solo era sempre sorridente e provava ad avvicinarsi, anche quando la devo medicare, invece quando andavo insieme ad Alaska non mi guardava neanche e forse guardava storto lei, donne" disse Denver e rise

"Devi farglielo capire" gli disse Mosca

"Si si lo so" e in quel momento entrai io dalla parte degli ostaggi per riferire alcune cose che mi ha detto Nairobi e notai Mosca e Denver parlare

"Le due donne che ti amano nella stessa stanza" disse ridendo Mosca

"Tu che ne pensi di Alaska, non te lo mai chiesto" chiese Denver a suo padre

"Lo sai figliolo lei è molto come te ma più intelligente però... ti ricordi che ha praticamente mandato il fratello a morire; invece Monica è molto intelligente, lavora alla zecca e il suo ex è il direttore, è troppo"

"Lo sapevo che pensi questo di lei, lei non è un assassina cazzo, è stato un fottuto incidente"

"Ma.." provò a parlare Mosca

"Sta zitto! Non voglio sentire niente" disse Denver e continuò il suo lavoro.

Rio e Tokyo entrarono mentre stavo spiegando una cosa ad un ostaggio puntando i fucili a tutte

"Mani in alto!" Urlò Rio e Tokyo prese la tv
Li seguii fuori e con me c'erano anche Mosca e Denver

"Ma cosa sta succedendo?" Chiesi tutto d'un fiato a Tokyo

"Sarà la tv a dircelo" e si misero a correre verso la sala comune per attaccare la tv.

Denver rientrò nell'ufficio

"Monica Gaztambide è l'ora della medicazione" e portò Monica in un altra stanza per medicarla
Denver la fece girare di spalle e si abbassò per medicargli la coscia ferita e lei provò ad avvicinare il suo culo alla sua faccia

"Senti Monica non possiamo continuare così, prima cosa ho una ragazza e tu lo sai ,seconda cosa hai una sindrome"

"E quale sarebbe" gli chiese Monica

"La sindrome di Stoccolma, ti innamori  del tuo rapinatore perciò adesso basta" disse in modo freddo e continuò a medicarla in un silenzio tombale finché non ebbe finito e se ne andò. Monica rimase scandalizzata.

Ci eravamo tutti riuniti davanti alla tv per vedere le immagini del Professore vicino alla polizia alla casa di Toledo e ormai era fatta, lo stavano interrogando e avevano scoperto tutto.

"Ormai il piano è saltato, io dico di prendere i soldi e scappare" esclamò Tokyo

"Non possiamo farci prendere dal panico, dobbiamo restare qui e rispettare le regole del Professore" esclamò Berlino

"Chi è con me?" Chiese Tokyo
Denver, Rio ed io eravamo insieme a lei invece Mosca, Helsinki e Nairobi erano insieme a Berlino.

Tutti erano tornati a propri doveri ma non noi ovvero io, Tokyo, Rio e Denver. Stavamo cercando Berlino e una volta trovato diventerà il nostro ostaggio.

ALASKA || La Casa di CartaWhere stories live. Discover now