Quanto pensi che durerà?

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Avrei potuto cercare una ragione, anche una soltanto, per allontanare le mie labbra dalle sue, ma non lo feci. Lasciai che quel momento durasse esattamente il tempo che avrebbe dovuto durare. Rimasi immobile, con gli occhi chiusi e il rumore delle onde in sottofondo. Sentii la lingua di Victor che inseguiva la mia, rincorrendola, trovandola, giocandoci. Ne rubai il sapore del sale e il calore. Mi lasciai trasportare dai suoi respiri e intrecciai le mie dita nelle sue. Sentii che i brividi che erano sembrati forti ma latenti fino a pochi istanti prima adesso si erano amplificati, allargandosi in ogni angolo del mio corpo; mi facevano tremare e respirare a tratti e mi rendevo conto che... non mi sarei voluta fermare. La sua fronte sfiorò la mia e quando smettemmo di baciarci tornai a guardalo negli occhi.

Era tutto perfetto.

(Davvero?)

<<Ah, però. Millie? Ehm.>>

Alicia mi stava guardando con aria stralunata. Paul anche. Victor sorrideva e io richiusi gli occhi per un attimo e poi scossi la testa. Tutti e quattro scoppiammo a ridere.

<<Tu allora devi essere il fratello addormentato>> esclamò Alicia lanciando un'occhiata eloquente a Paul quando ci fummo ripresi.

Paul divenne prima rosso poi letteralmente viola.

<<Uh... no, io pensavo che...>>
<<Tu non devi pensare>> rispose Alicia scuotendo la testa.
<<È solo che... mi sembravi così... tosta!>>
<<Stai peggiorando la tua situazione, Paul.>>

Risi e Victor fece lo stesso, mentre si passava una mano tra i lunghi capelli biondi e mossi.

<<Volevo essere... gent...>>

Alicia, stanca, esasperata, prese il viso di Paul tra le mani e poi lo baciò.

Era davvero semplice. Tutti gli anni del liceo... tutte le volte che avevo pensato a Dustin in silenzio nella mia stanza, mentre i miei genitori litigavano e l'acqua del rubinetto della grande cucina continuava a scorrere... tutte le paranoie, tutte le domande senza risposta, tutte le volte in cui mi era sembrato che mi mancasse... il coraggio. Era la prima volta che mi sentivo così. E sapevo che forse stava accadendo tutto per un diversivo; perché la storia di Jaydon mi aveva ferita in qualche modo. Ma... adesso era come se si fosse messo in moto un meccanismo e ogni pezzo avesse cominciato a funzionare. Senza Alicia non sarebbe successo, probabilmente. Sarei tornata a casa a rimuginare, mentre...

Mentre la mano di Victor era tornata ad accarezzare il mio corpo e si era fermata sulla mia vita.

<<Baci meglio di come fai i massaggi, Paul.>>

Ancora una volta ridemmo tutto insieme.

E la pistola? E Betty? E... tutte quelle parole?

Nel profondo di me lo sapevo. Sapevo che avrei voluto rivedere Jaydon, ma la vita stava andando avanti lo stesso. L'estate sarebbe andata avanti, e forse - anche se mi dispiaceva ammetterlo - forse tutta quella storia era stata soltanto un'infatuazione passeggera. L'eccitazione della novità, la distrazione dal resto del caos che avevo accumulato durante tutto quel tempo.

(Ma sei proprio sicura sicura sicura, Mills?)

Si.
No.
Non lo so. Non lo so. Non lo so. Ma...

Continuammo a baciarci, a rotolarci nella sabbia, a sfiorarci, poi ad accarezzarci, poi ancora a baciarci e a ridere, e ridere senza pensieri, senza limiti. Nuotammo insieme, noi quattro, mentre le ore di quella giornata si inseguivano frenetiche, scivolando via facilmente come i nostri pensieri, le nostre sensazioni, le immagini belle di quei momenti.

Rimanemmo su quella spiaggia fino al tardo pomeriggio. Anche Alicia sembrava felice con Paul, e a dire il vero ero contenta per lei. Gregor le aveva spezzato il cuore, riuscivo a percepirlo ogni volta che tornavamo a parlare di lui. E sapere che adesso aveva trovato il modo di distrarsi e di allontanarsi da lui... mi faceva sentire meglio.

Certo. Ma quanto pensi che durerà questo momento, Mills?

Mentre il sole incominciava a calare su di noi, colorando di arancione quel pezzo di mondo stupendo che avevamo di fronte, la mia testa era appoggiata al petto di Victor e la sua mano era sulla mia gamba e mi accarezzava lentamente, dolcemente.

<<Devo andare, Mills. Avevo promesso a mio padre che lo avrei aiutato per certi lavori prima di cena. Tu vuoi restare?>>

Non avrei lasciato tornare Alicia da sola, anche se l'istinto, che pulsava forte nel mio corpo, mi implorava di rimanere. Di andare avanti.

<<Vengo con te, Alicia>> risposi, guardando prima lei poi Victor. Negli occhi di lui, con sorpresa, notai che non c'era traccia di delusione. Forse un po', ma... sembrava che accettasse quella mia decisone con una naturalezza incredibile.

Se è così, lo sposo. Davvero.

Alicia baciò un ultima volta Paul, io feci lo stesso con Victor e dovetti trattenere il fiato per controllare le sensazioni che provavo.

Forse non era niente, ma erano fantastiche. Oh, sì.

<<Ragazze... se questa sera non avete nulla in programma... possiamo vederci. Veniamo a prendervi.>>

Io e Alicia ci guardammo.

<<Beh, credo che potrò prendere un giorno di vacanza>> disse Alicia sorridendo in un modo che mi sembrò malizioso e divertito al tempo stesso.
<<Ci sto>>, dissi, sorridendo a mia volta.
<<Affare fatto, allora. Non cenate, d'accordo? Vi faremo una sorpresa>> aggiunse Victor in tono deciso.

Ci scambiammo i numeri di telefono e ci salutammo, quindi salimmo sulle nostre biciclette e ci dirigemmo verso casa. Durante il tragitto parlammo di quanto era stato bello, e per quei minuti rimanemmo lontane dai problemi che entrambe ci portavamo dentro. Una volta arrivate a casa di Alicia la luce era ormai svanita. La salutai e pochi minuti dopo mi ritrovai di fronte al mio cancello. Chiusi gli occhi, appoggiai la fronte contro una delle sbarre bianche e in un flash accelerato rividi tutta la giornata che avevamo condiviso.

Avrei voluto pensare di più a tante cose, a tante sensazioni, ma...

<<Ehi, Mills, amore!>>

Mio padre mi aveva vista e mi chiamava dall'interno.

Aprii il cancello, attraversai il viale lo abbracciai. Parlammo un po' e poi rientrammo. Dal soggiorno il televisore gigantesco trasmetteva quello che doveva essere un notiziario. Quasi senza rendermene conto mi ritrovai ad ascoltare l'ultima notizia che stavano trasmettendo, rendendomi conto che si trattava di un servizio locale.

<<E chiudiamo con un po' di gossip: è proprio la piccola cittadina balneare di Portway la meta scelta da Harold Grey per trascorrere le vacanze estive insieme alla famiglia. Grey, ultra-milionario e potente produttore di Hollywood, ha raggiunto la nostra cittadina qualche giorno fa, accompagnato dalla moglie Gemma e dai due figli, i bellissimi scapoli d'oro della California Victor e Paul, oltre che dalle due figlie più piccole. La famiglia, riunita in perfetto stile americano, ha espresso - nelle parole di Harold Grey- la volontà di trascorrere delle giornate di pace e serenità lontane dal mondo eccentrico e scintillante di Hollywood, e noi siamo sicuri che ci riuscirà.

Bene, per questa sera è tutto. Vi lasciamo al film "Il silenzio degli innocenti", la cui visone, ricordiamo, è consigliata solo ad un pubblico adulto.>>

Una storia d'amore d'estateOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz