Capitolo 2

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Terza ora del sabato: educazione fisica.

I maschi della mia classe sono allineati in maglietta e pantaloncini lungo le linee del campo da calcio all'esterno della scuola.

Negli ultimi giorni di settembre ha piovuto parecchio e l'estate milanese è stata definitivamente spazzata via da un autunno freddo e uggioso. Il campo da calcio del liceo Primetti è un largo rettangolo di asfalto irregolare, incuneato tra gli edifici storici del quartiere.

Il prof. Giletti, un azzimato quarantenne avvolto in una giacca a vento, ci ordina di fare i soliti dieci giri di corsa, per poi dedicarci alla partita. Ci osserva per qualche minuto correre lungo le linee, saltellando per evitare le pozze di acqua piovana che stanotte ha gelato. Poi, ci volta placidamente le spalle e si dirige verso l'interno della palestra, per dare istruzioni alle ragazze. E per godersi il caldo e l'innominabile brodaglia al sapore di cioccolato dei distributori automatici.

Mentre corro, osservo il mio respiro condensarsi in sbuffi di vapore. Non penso a niente, tranne al fatto che sono decisamente felice perché nella nostra scuola maschi e femmine non fanno ginnastica insieme. Almeno posso evitarmi le occhiatacce di Susanna e delle sue amiche.

Non capisco davvero che bisogno c'è di fare queste scenate. Odio le drama queen.

─ Siamo "usciti" per tre settimane. ─ dico a Vincy, che mi si affianca respirando affannosamente. ─ Praticamente, è come se fossimo due sconosciuti.

Vincy fa svolazzare la mano in un gesto di stizza: ─ Basta anche un solo giorno per innamorarsi. E lei, evidentemente, era innamorata!

Lei, evidentemente, è una scema superficiale perché non mi conosce. E io non conosco lei. E quindi chissenefrega se ci lasciamo.

Vincy mette il broncio. È stato lui a spingermi verso Susanna, sostenendo che era la ragazza perfetta per me.

─ Susanna è carina, timida e adorabile. E con una certa passione per la musica trap, anche se con un retrogusto da intellettuale, visto che suona il violino. A-do-ra-bile. E tu sei un bruto insensibile alla delicatezza dell'animo umano.

Io non capisco come una persona che suoni il violino possa trovare interessante la trap. Però, è vero che aveva un'aria trasognata a romantica da intellettuale ottocentesca. Se Susanna fosse state un ragazzo, sarebbe stata perfetta per Vincy.

Finiti i giri di corsa, ci dividiamo in squadre e cominciamo a giocare. Ottima cosa, perché Vincy è costretto a interrompere il suo sproloquio sulle ragazze perfette per i ragazzi etero, secondo i ragazzi omosessuali.

Lascio che le chiacchiere evaporino lentamente, insieme all'acqua delle pozze sul campo.

Corro. Scarto avversari. Lancio la palla. Palleggio con il ginocchio. Dribblo difensori. Segno punti. I miei compagni esultano.

Qualcuno si ferma a prendere fiato, o a massaggiarsi i muscoli.

Io continuo a correre, scartare, calciare, palleggiare, dribblare. Sono una macchina da guerra.

Continuo così per la successiva mezz'ora.

La mia squadra è in vantaggio, ci manca un punto per chiudere la partita. Mi passano la palla e scatto in avanti, evitando un avversario e poi un altro. La porta si staglia di fronte a me.

Sollevo il piede sinistro per tirare. Ma qualcosa non va.

La scarpa destra scivola su una pozza di acqua ghiacciata.

Perdo l'equilibrio e allungo le mani per frenare la caduta.

Il polso sinistro si piega in modo strano e sbatto con la faccia a terra, sfregando contro l'asfalto..

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