CAPITOLO TRE: LE DIECI REGOLE PER VEDERE BABBO NATALE

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"Si può davvero rubare i regali di Babbo Natale?", chiese un pomeriggio d'estate Yalde al vecchio Ghil.

"C'è solo un modo per rubare i regali a Babbo Natale", rispose lui, "osservare le dieci regole".

"E quali sono queste dieci regole?" domandò curioso l'amico Jim, seduto accanto a Yalde, vicino al vecchio masso, in riva al lago. 

"Allora, vediamo..."si fermò a riflettere l'uomo. Poi, preso da un ' illuminazione improvvisa, estrasse dalle sue tasche un minuscolo e consunto foglietto di carta sopra il quale era evidentemente riportata la risposta. "Ecco qua!", disse. E lo passò ai due ragazzi, i quali lessero con foga ciò che vi era riportato:

Le dieci regole per vedere Babbo Natale:

1) Mai farsi vedere da lui, ne dalle sue renne;

2) Credere nel Natale;

3) Risultare nella lista dei buoni;

4) Aver precedentemente scritto ed inviato all'indirizzo corretto la letterina con la descrizione dettagliata del dono che si desidera ricevere;

5) Mamma e papà, cane e sorelle o fratelli devono dormire;

6) E' necessario, al momento opportuno, seguire il suono dei campanelli della slitta, senza però avvicinasi troppo. E' altrettanto fondamentale muoversi dalla propria stanza da letto solamente dopo mezzanotte;

7) Servire qualcosa da mangiare per le renne, da mettere sotto il camino (carote o biscotti andranno benissimo);

8) Avere l'albero di Natale, sotto il quale riporre i regali;

9) Deve fioccare la neve;

10) Bisogna avere addosso il pigiama.

"Oooh!", esclamò Jim: "allora è questo che bisogna fare", disse, rivolgendosi a Yalde.

" E' davvero l'unica possibilità?", fece la ragazzina al vecchio. "Sì, l'unica e sola.", disse lui, con certezza. A quel punto, ogni dubbio era stato fugato. Avevano un indizio per combattere il Grangelo. Stavolta non se lo sarebbero fatto scappare.

Preso atto di questo, i due amici cominciarono ad elaborare un piano: una strategia da mettere in gioco per l'inverno successivo. "Abbiamo tutta l'estate di tempo! Non possiamo fallire", concordò il giovane con l'amica.

"Dobbiamo partire il giorno prima di Natale, quando nel paese accade il putiferio, e scendere a valle, dove troveremo le case dei bambini in collina."

" I Bimbi in collina?!", esclamò Jim, "hai idea di quanto dispettosi siano?" . " Sono gli esseri più spericolati, fastidiosi e dispettosi che io conosca", disse. "Ma dai!", ribattè Yalde, stupita, "quanto fastidio possono dare dei bambini?". "...E va bene", disse Jim, dopo aver riflettuto cautamente e a lungo, " Se questa è l'unica soluzione!",

"Pensaci!", esaminò Yalde, " noi ragazzi siamo gli unici a poter cambiare la storia di Fliboh".

" Siamo abbastanza saggi da agire con cautela ma anche abbastanza piccoli da poter evitar di essere visti. Gli adulti e i bambini non ci riuscirebbero". "Mmh... giusto!", disse Jim, che aveva ascoltato attentamente e stava sfregando pollice e indice al di sotto del mento in segno di interesse. " Ti dirò di più", fece lui, " ci coalizzeremo! Tutti i ragazzi ci aiuteranno."

In effetti, nessuno prima di allora era riuscito a vedere come fosse quella creatura che faceva dimenticare il Natale. L' estate era appena iniziata ma ci sarebbe stato molto lavoro per i più giovani!

Si misero tutti a pianificare esattamente cosa avrebbero fatto: bisognava innanzitutto verificare che ognuno di loro avesse una slitta per spostarsi agevolmente dalle pendici della montagna alle colline; dopodichè, avrebbero telefonato alle famiglie dei bimbi in collina per darsi appuntamento con la scusa di formare un gruppo dei giochi estivi. A quel punto rimaneva un solo unico grande, gigantesco, immenso dilemma: trovare un campo base dove fare gli esperimenti per sconfiggere il grangelo. Servivano parecchi metri di terreno piano, non scosceso, e questo era complicato, dato che tutto il territorio collinare era in pendenza. Inoltre, sarebbe servito anche qualcosa di geniale per procurare gli oggetti da utilizzare e creare un laboratorio. Per ora nella testa di Kibi, le opzioni erano due: o costruivano una macchina per ripristinare la memoria puntando su una strategia difensiva o davano un potente intruglio che ne evitava la perdita, usando una strategia preventiva. Una cosa poteva essere fatta senza l'altra. Diciamo che si sarebbero escluse a vicenda se non fosse per il fatto che ogni Flibonese avrebbe potuto avere una reazione individuale, diversa "dall'antidoto" o al potente Macchinario Ripristinamemoria ( o Emme/Erre, come piaceva chiamarlo a Yalde). Tutto dipendeva da un solo unico fattore altamente preponderante ed indispensabile, alquanto vincolante ed assai consigliabile; ci doveva per forza essere almeno una persona in grado di resistere all'invadenza della collettiva imposizione di perdita di memoria, questo a discapito del parere altrui, anche se i ragazzi decisero di interpellare qualche adulto meritevole e capace in modo da avere più pareri in merito alla loro idea di affrontare quella condizione che li affliggeva ormai da anni. Di getto decisero di scegliere ognuno una persona alla quale porre un'unica domanda precisa e questa avrebbe dovuto variare in base alle attitudini di chi veniva interpellato, alle sue passioni, alle sue capacità e al percorso di studi che aveva alle spalle.

Questo avrebbe fatto sì che ci fosse una condizione equa e di totale disinteresse tra i grandi e i ragazzi; tra le altre cose, l'unica condizione per la quale gli adulti potevano rispondere alla domanda dei ragazzi era la seguente: nessuno avrebbe dovuto farne parola

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⏰ Last updated: Sep 08, 2020 ⏰

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