Lavinia

55 9 18
                                    

Alessandro mi ha lasciata da sola per permettermi di chiamare mio padre, mi ha davvero convinta a farlo? Come si ricostruisce un rapporto che ho distrutto con il mio orgoglio? Afferro uno dei bicchieri di carta con la cioccolata calda, un po' di coraggio liquido non mi farà male, mentre decisa spingo il pulsante di chiamata. Assaggio la cioccolata, ha un sapore forte, strano, ma buttarla sarebbe davvero un gesto orribile, quindi continuo a sorseggiarla poco convinta. Il segnale libero del telefono mi convince che non posso più tornare indietro. Il cuore ha cominciato a battermi fortissimo. È solo una telefonata, Lavinia! Puoi farcela, continuo a ripetermelo fino a quando non sento la voce di mio padre dall'altra parte.
<<Lavinia?>> il suo tono è concitato, non l'ho mai chiamato in questi anni, penserà che sia successo qualcosa. Beh, qualcosa sta succedendo, ma sono paralizzata in preda a tantissime emozioni.
<< Lavinia...>> ripete il mio nome scuotendomi dal mio torpore.
<< Papà ... ti disturbo?>> la mia voce è esitante. Se adesso chiudesse la comunicazione lo capirei, non potrei biasimarlo, me lo merito.
Lui emette un lungo sospiro .
<< Come puoi pensare di disturbarmi?Sono solo sorpreso, stai bene?>>.
Sto bene? Me lo chiedo anch'io e bevo un'altra lunga sorsata della brodaglia che han spacciato per cioccolata calda , che non sa per niente di gianduia. Deglutisco e sospiro.
<< Hai sentito la mamma ?>> Tra tutte le cose che potrei dirgli, scelgo un argomento neutro perché avverto la sua esitazione, non era preparato nemmeno lui a sentirmi oggi.
<< No, ma è successo qualcosa? Lavinia ti prego non tenermi sulle spine, dove sei ?>>.
Mi guardo intorno, Alessandro sta parlando con un controllore ma continua a lanciarmi occhiate, incoraggiandomi con lo sguardo .
<< Mi trovo alla stazione Termini, sto tornando a casa>> faccio un'altra lunghissima pausa di silenzio che mio padre non spezza perché ha percepito che faccio fatica a tirare fuori le parole. << Sto tornando a Palermo>>.
<< Quando arrivi? Vengo a prenderti ... se vuoi , Lavinia non voglio forzarti. Rispetterò i tuoi tempi , però ti prego dimmi che ci vedremo>>. Quasi mi implora ed io mi sento peggio perché non merito tanta sollecitudine da parte sua . Dovrei essere io a pregarlo di perdonarmi.
<<Sarei dovuta arrivare oggi, ma han cancellato il mio volo. Han cambiato il mio biglietto aereo con uno ferroviario, arrivo domattina presto>>.
<< Vengo a prenderti alla stazione, sei sola?>>
<< Non è necessario, davvero. Viene Fabrizio a prendermi. Ma ti prometto che ci vedremo, se ne hai voglia>>. Sospira frustrato.
<< Come puoi dubitarne? Lavinia è tutto ok ? Sei in ferie?>>.
<< Beh, diciamo che sono in ferie, sì. Ho lasciato il lavoro.  La Sicilian book mi ha offerto un posto come correttrice di bozze, devo sostenere il colloquio domani. Loro sono in ferie, ma li incontro in maniera informale , perché mi han rassicurata che il posto è mio>>.
<< Ti trasferisci a Palermo, dunque?>> la felicità malcelata nella sua voce mi fa sorridere con calore.
<< In realtà , potrei lavorare anche da Roma, non è richiesta la mia presenza . Però sto valutando di rimanere stabilmente a Palermo, sì>>. Avverto un singhiozzo dall'altra parte del telefono e mi paralizzo.
<< Papà... >>
<< Ripetilo, per favore>> una lacrima scivola silenziosa sul mio viso.
<< Papà non mi aiuti così ...>>
<< Sono solo felice, ti rivedo tra poche ore, torni a casa, questa giornata non potrebbe essere migliore di così >> lo sento ridere emozionato e il mio cuore finisce di spezzarsi . Non so cosa mi aspettassi, non ero preparata a sentirlo così affettuoso . Non merito il suo amore.
<< Starò da Fabrizio fino a quando non avrò trovato un appartamento da affittare>>
Lui sospira << Sai che puoi venire da me, questa è anche casa tua , ricordalo>>.
<< Facciamo un passo alla volta , va bene ? >>
<< Ok, posso chiederti se verrai da sola? Rachele mi ha parlato di un ragazzo che frequenti da un po'>>. Eccolo il mio papà , l'unico uomo veramente importante della mia vita. Dovrò fare quattro chiacchiere anche con quella pettegola della mia gemella.
Mio padre intuisce la mia esitazione << Non prendertela con tua sorella, è colpa mia , da qualcuno dovevo pur sapere come stavi>>.
<< Non sono arrabbiata, pensavo che non ti interessasse>> ammetto e mi sento subito un verme per averlo anche solo immaginato << Non c'è nessuno nella mia vita, papà , non più . Ho mollato Alberto>> anche se non abbiamo ancora affrontato l'argomento , anche se non credo che sarà così facile liberarmi di lui.
Finisco di bere la mia orribile cioccolata calda che è diventata fredda e ancora più disgustosa. Ha un retrogusto amaro, forse non era zuccherata . Mi gira anche un po' la testa, ma sarà l'emozione di parlare con mio padre.
<< Potrei dirti che mi dispiace, ma l'hai lasciato tu, quindi mi correggo, questa giornata può essere migliore di così >>. Eccolo il mio papà complice , la sua reazione alla notizia della mia separazione da Alberto è completamente diversa da quella di mia madre , e lui non lo conosce nemmeno. Lui sta dalla mia parte.
Gli dico che a Roma sta diluviando , che sto bevendo un orribile cioccolata calda che non è assolutamente paragonabile a quella che mi preparava lui quando ero piccolina . Mi risponde che ne berremo una insieme presto, anche se a Palermo si sta schiattando dal caldo . Penso al mare , a lunghe nuotate, il sole . Il ghiaccio si è sciolto e mi ritrovo a dialogare con lui a cuore aperto , senza esitazione , cullata dal tono carezzevole della sua voce . Vedo Alessandro tornare verso di me, non vorrebbe interrompere la mia telefonata, ma credo che sia arrivato il momento di salire sul treno. Mi congedo a malincuore da mio padre , ci sarà tempo per recuperare tutto quello che abbiamo perso. Lascio Roma con il cuore più leggero, sono certa di aver preso la decisione giusta .
<< Lavinia... ti voglio bene , ci vediamo domani>> papà mi saluta con commozione. Io chiudo la telefonata , mi alzo dalla panchina , raccolgo il bicchiere di cioccolata ormai vuoto e butto nel cestino anche quello ancora pieno di Alessandro . Lui solleva il sopracciglio.
<< Non l'ho nemmeno bevuta>> protesta , ma non credo gli interessi veramente. Continua ad osservarmi cercando di percepire il mio stato d'animo .
<< Lo so, ma era davvero pessima. Non ti sei perso niente>> gli sorrido.
<< Allora ? Come è andata ? Hai parlato con lui? >> mi bombarda di domande, curioso come una scimmia . Non so se voglio informarlo della mia telefonata, ma è solo merito suo se ho messo da parte l'orgoglio. Ma sono ancora sopraffatta dalla commozione , non riesco ad esprimere a parole la gioia che sto provando in questo momento. La mia testa continua a girare vorticosamente, sono in preda ad una esplosione di emozioni, tutte diverse, ma belle , colorate , positive. Mi avvicino a lui e faccio l'unica cosa che non si aspetta, più loquace di mille parole, che fatico a  tirare fuori. Lo abbraccio forte , lasciandolo inizialmente spiazzato dal mio gesto. Ma la sua esitazione dura un attimo, un battito di ciglia , perché mi circonda con le sue forti braccia e mi stringe a se. Sto abbracciando un perfetto sconosciuto che con la sua testardaggine ha scalfito il mio orgoglio, spingendomi a rompere gli indugi con mio padre.

Amore etilico Where stories live. Discover now