diciotto

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Ginevra attese fino a tardi l'arrivo del moro.

La porta suonò, e la ragazza immediatamente si alzò, andò ad aprire e davanti a lei si presentò Fabio, con il suo borsone stretto nella mano sinistra, mentre il braccio opposto era appoggiato allo stipite della porta mentre recuperava il fiato. I suoi occhi scuri e seri erano impuntati in quelli altrettanto scuri della ragazza, ma più timorosi.

Ginevra si sporse di poco lasciando un bacio a stampo sulle labbra carnose del ragazzo -entra dai.- disse la ragazza sposandosi di poco per consentirgli di entrare.

Una volta che entrambi si sedettero sul divano, restarono in silenzio, senza sapere come incominciare il discorso -Gine...senti, io ho fatto tutto questo viaggio. E anche te sai perché..- disse Fabio mentre la ragazza annuiva, sapendo che ormai doveva prepararsi a tutto. -Fabio, io non so come sia potuto succedere, non so neanche quando, ma sono così felice- disse la ragazza con un timido sorriso sulle labbra che fece intuire al moro già le sue intenzioni -non fraintendermi, anche io lo sono, ma cazzo non adesso. Ho il disco da finire, un tour da fare, ho mille problemi da risolvere...e passerebbe in secondo piano, così come scenderesti te- disse -Fabio, ma che stai dicendo..- disse la ragazza, sperando che le sue intenzioni non fossero serie.

Sperava solo che fosse uno scherzo.

-Ginevra, non è il momento per avere un figlio.- disse con tono più dolce, per quanto gli fosse possibile -no Fabio, se tu pensi che io rinuncio a questo bambino ti sbagli, non metterò fine ad una vita solo perché a te non sta bene.- disse Ginevra iniziando ad alterarsi -Ginevra, ma lo vuoi capire che non possiamo adesso!?- disse Fabio alzandosi in piedi, quasi sul punto di perdere la calma che fino a poco prima lo stava aiutando a fare un discorso così difficile per entrambi, ma così sensato.

-non mi interessa dei tuoi fottuti concerti, non mi interessa del tuo disco, a me interessa essere felice, poter essere una famiglia per quanto ci sarà possibile.- disse la ragazza con gli occhi colmi di lacrime -volevo solo...del tempo, io sono felice della notizia, ma non era il momento- disse Fabio sedendosi nuovamente posando le mani sul volto -siamo in due Fabio, forse non era davvero il momento, forse siamo ancora troppo inesperti, ma finché non ci proviamo non sapremo mai come sarà.- disse Ginevra, nella speranza che le sue parole, dette con un tono convincente. -non me la sento Ginevra- sussurrò Fabio -Fabio...- rispose la ragazza posando una mano sulla spalla del moro -scusami, ma io penso che sia la miglior cosa..- disse lui ancora convinto della sua idea -no, non è così. Pensaci, è una delle cose più belle che potesse accaderci, dopo tutto quel casino che abbiamo passato pensaci, se mi ami davvero, non diresti queste cose.- disse, ma alla sua ultima affermazione Fabio alzò lo sguardo, guardandola in malo modo, pensava che fosse assurdo che una piccola vita potesse mettere a rischio il suo amore, com'era assurdo il fatto che lei iniziasse a pensare che lui non l'amasse.

Era tutto così assurdo, cosa stava succedendo?

-non dire mai più che non ti amo Ginevra, mai più.- disse con tono minaccioso e sguardo più cupo di quanto non fosse già di suo -Fabio, se tu mi amassi davvero, non faresti neanche questo pensiero, non ci penseresti nemmeno.- disse Ginevra -sono nel pieno della mia cazzo di carriera!- urlò Fabio scattando nuovamente in piedi -non ho tempo per un cazzo di marmocchio che mi gironzola per casa.- disse tenendo il suo sguardo in quello della ragazza.

Ginevra strinse le mani in due pugni, tanto da sentire dolore nei palmi di quest'ultime -a te magari non interessa ma a me sì, puoi anche andare e goderti la tua carriera di merda. Un figlio di certo non te la rovina, puoi stare tranquillo. Se credi che è più importante ciò che fai che le persone che ti stanno attorno, vai ciao. Ritorna pure a Roma.- disse indicando la porta d'accesso.

Fabio girò lo sguardo in quella direzione, per poi riposizionarlo sulla sua amata, lo stava cacciando?

-Ginevra....- disse rendendosi conto di ciò che stava succedendo ai due, lui era nervoso e lei altrettanto, perché però la ragazza non cercava di capire le sue necessità?

-che vuoi?- rispose con gli occhi lucidi, Fabio odiava vederla così, così come odiava sapere che era colpa sua -non ti assicuro nulla- disse lentamente -io voglio una famiglia con te, ma voglio del tempo per pensarci- disse -vai pure allora, pensa quanto ti pare, ma non cambierai la mia idea.- disse la ragazza sicura.

La porta d'ingresso si aprì, entrarono Martina e Diego.

-ciao Fabio.- sorrise il moro stringendo la mano a quest'ultimo che gli regalò un leggero sorriso -cosa succede?- domandò Martina rendendosi conto dello stato d'animo della sua migliore amica -niente.- rispose la mora cercando di rassicurare la ragazza, che presto o tardi avrebbe dato di matto -che cazzo le hai detto?- disse la mora guardando in malo modo il ragazzo che portò gli occhi al cielo -amore, dai stai tranquilla, sono problemi loro infondo.- intervenne Diego nella speranza che potesse evitare un ennesimo litigio -no, no ora voglio sapere. Sei felice che ti arriva un figlio, vero?- disse Martina avvicinandosi in modo minaccioso, mentre Fabio la guardava indifferente -sì, ma non era il momento.- disse ripetendo le stesse cose -ma che cazzo vuol dire?!- urlò la mora innervosendosi -ma a te che cazzo te ne fotte? Sono problemi nostri!- rispose il moro mentre Diego afferrò Martina che stava per avventarsi sul ragazzo -ti giuro se Diego mi lascia, ti prendo a schiaffi, per diversi motivi!- urlò la mora mentre si dimenava per farsi lasciare dalla presa ferrea di Diego -Martina, lascialo stare.- disse Ginevra intervenendo per la prima volta in quella discussione -è tutto ancora da decidere, ma so che Fabio farà la scelta giusta.- disse fissando il fidanzato in modo serio, tanto che al moro vennero i brividi -sì, certo.- disse Fabio, quasi come se alla fine non gli interessava -non me ne frega un cazzo, sta rompendo i coglioni da troppo.- rispose la ragazza mentre Diego la strattonava per evitare qualsiasi suo attacco -ma vaffanculo.- rispose Fabio uscendo dall'appartamento sempre assieme al suo borsone.

Appena entrò all'interno del suo appartamento prese la canna che si era rollato nel taxi, l'accese e si sdraiò sul letto, iniziando a sentirsi in colpa, perché aveva reagito in quel modo? Neanche lui lo sapeva, pensava alla sua vita, e inevitabilmente al suo futuro, sapeva che quella ragazza gli aveva sconvolto la vita. Ma l'arrivo di quel bambino, fino a che punto poteva cambiarlo?

Untitled|| MarracashWhere stories live. Discover now