Capitolo 38

201 29 10
                                    

Emilie Agreste era una donna forte, indipendente e soprattutto aperta a qualsiasi tipo di esperienza.

Forse proprio quest'ultima sua dote fu la causa della sua rovina, di quello che aveva inconsciamente risvegliato e di quello che aveva perso per cercare di controllarlo.

Nonostante questo, sentiva ancora un briciolo di vita scorrere in lei.
Un flebile e piccolo spiraglio di speranza che aumentò di intensità non appena una voce le arrivò alle orecchie.

La voce di una persona che aveva imparato a riconoscere tra mille.
La voce della persona che lei era sempre pronta a consolare e difendere con tutta sé stessa.
Magari un po' cresciuta, più rauca e profonda, dimenticando il tono acuto e ingenuo che aveva una volta, ma sempre impressa nella sua anima.

Con quel briciolo di energia che le era rimasto, Emilie aprì piano gli occhi, cercando di mettere a fuoco le quattro figure chinate su di lei, in special modo una che le sembrava così dannatamente familiare.

Quando le sue pupille presero più confidenza con la luce a cui lei non era quasi più abituata, per poco non gridò.
C'erano quattro ragazzi, accovacciati accanto a lei: due ragazze, entrambe molto carine, seppur diverse, un ragazzo corvino dall'aria un po' misteriosa, e infine lui.

Quello che era il perfetto miscuglio tra lei e il suo amato marito.
Quello che doveva essere per forza suo figlio, che la guardava apprensivo.

<<Mamma, sono io, Adrien. Come ti senti? Dì qualcosa! >>

Emilie si guardò intorno, sentendosi a disagio ad avere tutti quei corpi riversi su di lei, che le dedicavano tutta la loro attenzione.

<<Perché siete così vicini alla mia faccia? >>
Chiese con la voce stanca e affaticata, mentre sentiva la gola bruciare.

I presenti rilasciarono un sospiro di pieno sollievo solo a sentire che la donna era ancora in grado di intendere e di volere.

Adrien scoppiò in un pianto liberatorio, accasciandosi attorno al corpo della madre, abbracciandola con trasporto.
<<Mamma! Sei proprio tu! Dio se mi sei mancata!>>

Emilie non riusciva a formulare una frase di senso compiuto, troppo scombussolata dagli ultimi avvenimenti.
Non ricordava che suo figlio fosse così cresciuto, la sua voce così cambiata, la sua stazza diventata così robusta.

A malapena riuscì a ricambiare l'abbraccio, chiudendo gli occhi, sentendo le lacrime pizzicarle le palpebre.
<<È tutto apposto adesso. Sei al sicuro. È tutto finito. >>Continuava a ripeterle suo figlio.

Suo figlio.
Le era mancato così tanto.
Troppe volte aveva avuto paura di non rivederlo più.
Troppe volte aveva pensato che sarebbe ritornata a casa, giusto in tempo per dare gli ultimi saluti.
L'oscurità che l'aveva tenuta segregata nel corpo di quell'essere per così tanto tempo, non la faceva ragionare con lucidità.

<<Adrien... >> Sussurrò con un fil di voce.
La capigliatura bionda si alzò dal petto della madre, guardandola preoccupato.
<<Avrei bisogno di un po' d'acqua per favore>>

<<Oh, sì, certo.>>
Grazie alla magia, il ragazzo riempì un bicchiere arrangiato di acqua, porgendolo alla madre, mentre i suoi amici la facevano alzare lentamente col busto.

Emilie bevve con avidità, gioendo mentalmente di quella risorsa.
Dopo aver bevuto almeno tre bicchieri colmi fino all'orlo, la donna si schiarì la voce, storcendo le labbra al dolore lancinante che avvertiva alla gola, per non parlare del resto del corpo.

Voleva dire qualcosa, ma Adrien la precedette.
<<Stai bene? Ti fa male qualcosa? >>
<<Ogni fibra del mio corpo>> Rispose Emilie, ridacchiando.

<<Cosa è successo?>> Le domandò.
<<Adrien>> Lo interruppe la corvina.
<<Dovremo portarla ad Hogwarts, avvisare tuo padre... Deve riposare.>>
Lo ammonì e lui non poté essere che d'accordo.









Adrien faceva avanti e indietro davanti l'infermiera.
Suo padre era stato avvisato con la massima urgenza e sarebbe arrivato a minuti.
Chloé e Alex si erano ritirati nei loro dormitori, dopo aver chiesto più volte ad Adrien se se la sentiva di rimanere solo.

Il biondo aveva annuito con trasporto, spronando tutti a farsi una doccia e andare a dormire.
Solo Marinette era rimasta.
Non lo avrebbe mai lasciato solo.
Era sconvolto e mentalmente instabile, per non parlare del suo aspetto.

Non sarebbe riuscita a dormire, sapendo che l'amore della sua vita non avrebbe chiuso occhio, rimanendo ore e ore davanti all'infermeria, aspettando notizie di sua madre.
Aveva bisogno di lei, anche se non voleva ammetterlo.

<<Potevi andare con loro, farti una doccia e dormire un po'.
Sei uno straccio. >>Dichiarò Adrien guardandola.

La corvina fece spallucce, seduta a terra, con le ginocchia vicino al petto.
<<Non è che tu sia un grande schianto Agreste.>>

Il biondo le sorrise e lei gli fece un cenno con la testa.
<<Vieni qui.>>

Adrien camminò lentamente verso la ragazza, trascinando i piedi con fatica.
Era scosso, sporco ed esausto, ma nonostante tutto non si arrendeva e rimaneva fuori quella porta, aspettando buone notizie.

Marinette prese ad accarezzargli i capelli, incrostati di polvere, ciottoli e sangue secco.
Il biondo poggiò la testa sulla sua spalla, socchiudendo gli occhi, godendosi quelle attenzioni.

<<Ce la faremo?>>
Marinette lo abbracciò, lasciando che si posasse sul suo seno, non smettendo di accarezzarlo.
<<Come sempre, gattino.>>

Adrien prese la sua mano, sporca e ferita, intrecciando le loro dita.
<<Io e te contro il mondo M' Lady?>>
Si guardarono a lungo, baciandosi lentamente.
<<Sempre.>> Gli rispose sorridendo.

<<Adrien Agreste? Prego potete entrare.>>

Al biondo mancò il fiato, sentendo il cuore aumentare i battiti.
Non si sentiva pronto ad entrare in quella stanza e affrontare la realtà, qualunque essa fosse.
<<Tranquillo. Ci sono io con te. >>
Lo rassicurò la corvina stringendogli la mano, aiutandolo ad alzarsi.

Lei ci sarebbe stata sempre.
Lo avrebbero affrontato insieme.

🌈Nota Autrice-Disagiata 🌈
Lo ammetto, mi piace lasciarvi sulle spine! 😈
Vi avviso che il prossimo capitolo sarà dedicato alle spiegazioni.
Con questo momento fluff tra i nostri pimpih vi lascio alle teorie.
Alla prossima, restate connessi😉❤️

~Expecto Patronum~ Miraculous LadybugDonde viven las historias. Descúbrelo ahora