Prologo

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Sbuffando, chiudo la porta di casa e vado nella mia camera con passo veloce. Mi butto sul letto e ripenso alla mia fantastica, spassosissima giornata.

Per tutta la mattina stata stata a scuola, rinchiusa in quella gabbia senza poter respirare. Nel pomeriggio la mia migliore amica mi ha lasciato da sola in centro, e se l'è svignata con Melissa e la sua compagnia, decisamente non i più simpatici che io conosca. Per ritornare a casa ho perso il pullman e ho dovuto aspettare quello successivo, che passava quasi un'ora e mezza dopo. Al mio ritorno a casa scopro che mia mamma e mio papà sono bloccati al lavoro fino a stanotte, sul tardi.

Espiro rabbiosamente. Potrebbe andarmi peggio?

Prendo il cellulare e digito il numero di mia mamma.

«Pronto, tesoro.»

«Mamma, finalmente!» esclamo. «Siete ancora bloccati lì?»

«Oh, sì, tesoro, mi dispiace tanto. Lo so che è da tre giorni che non rientriamo presto, ma siamo sommersi dal lavoro. E lo so che hai paura a stare a casa da sola, per qualsiasi cosa chiamami. Ricordati che torniamo stanotte, comunque!»

«Mamma, non ho paura. Sono solo un po' nervosa» sospiro. In realtà un po' di paura ce l'ho, ma non la sto a impensierire troppo.

«Okay, la cena è in forno, non farla bruciare. Non aspettarci alzata, che domani devi andare a scuola! Ti voglio bene» dice affettuosamente.

«Okay. Anche io, mamma» sbuffo. Non mi piace neanche un po'.

Chiudo la telefonata e vado a farmi una doccia, piena di pensieri.

***

Guardo la sveglia, sono le 23:17. Accidenti, se sono ancora sveglia quando i miei rincasano sì arrabbiano sul serio... devo dormire, domani ho scuola, mi ricordo.

Sento uno scricchiolio in cucina. Okay, calma, il buio amplifica i rumori. Ma perché dovrei aver paura? Sono rumori normali. Andiamo, Jessica!

Mi rigiro nel letto, e il mio cuore perde un colpo.

Di fianco alla finestra, dietro alle tende, due occhi color ghiaccio mi fissano nel buio.

Sbatto ripetutamente gli occhi. Magari sto sognando.

Quando li riapro, c'è una faccia davanti a me. È terrificante.

È completamente bianca e a chiazze nella fronte, gli occhi crudeli sono contornati di nero. Ma quel che è peggio è la bocca. Una bocca sorridente. Una bocca simile a uno squarcio.

Urlo, e questo lo fa muovere.

«Shhh, tranquilla. Torna a dormire.»

L'ultima cosa che sento sulla pelle è il freddo del metallo sulla gola.

Deadline - Jeff the KillerWhere stories live. Discover now