Capitolo 16 - Jeff

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Lo hanno portato in una stanza. Una stanza enorme, altissima. Il soffitto è fatto da stalattiti enormi, che incombono sulla sua testa. Sono talmente alte che il ragazzino deve alzare la testa per riuscire a guardarle. Non lo fa, perché ha paura. Sì, lui, il bambino che è sempre stato amante del buio, che ha disprezzato i pericoli, lui che ha oltrepassato il confine della pazzia, proprio lui ha paura.
L'aria è pesante, quasi soffocante. Il caldo è insopportabile. Tutto là dentro è del colore del sangue. Mentre si guarda intorno, il ragazzo vede delle strane persone nella folla silenziosa. Brividi gli percorrono il corpo. Eppure lui sa perché è qui, la ragione è ben chiara.
Prosegue a piccoli passi nel silenzio. Le persone che lo guardano passare sono stranamente trasparenti, ed hanno una faccia sofferente. Quando si voltano, si allontanano lentamente e svaniscono nel nulla. Il ragazzino è stranito, ma non ha più paura. Gli hanno detto che questo è il suo posto, e lo sarà per sempre. Lui si fida.
Viene attirato da piccole luci, come si fari, che si muovono nella spessa cortina di nebbia. Una voce spettrale risuona tutt'intorno, ma il ragazzino non afferra le parole a causa dell'eco che continua a ripetersi una volta, e un'altra ancora. Gli rimbomba nella testa e quasi urla. Nel frattempo, è quasi arrivato alla fonte delle luci.
Jeff sussulta. Non è rimasto quasi nessuno nella sala. Molte persone si sono volatilizzate. Guardandosi meglio intorno, sono presenti soltanto gli strani individui che lo avevano colpito poco prima. Quello più vicino lo sta squadrando con scetticismo. È alto, sui diciott'anni, i suoi capelli sono color sabbia e gli scendono sbarazzini sulla fronte. Gli occhi, però, sono inquietanti: freddi e calcolatori, con una vena di pazzia e divertimento. Apre la bocca, e la voce che ne esce è poco più di un sussurro. «Cosa ci fai qui, ragazzino?»
Jeff non si sente intimorito. Nessuno può trattarlo con sufficienza: lui il posto laggiù se l'è meritato. Indispettito, risponde cautamente. Non è mai entrato in contatto con uno come sé stesso, e non sa come potrebbe reagire.
«Ci sono perché me lo sono meritato» dice, con una punta di orgoglio.
Il ragazzo biondo ride, palesemente divertito. «Te lo sei meritato uccidendo persone, vero? Lasciati dire che non hai nessun merito. Sei un mostro, come tutti noi. Sei qui perché sei così. Questo posto non è qualcosa di cui essere orgogliosi». Si fa improvvisamente serio. «Questo posto, questa stanza, è il luogo dove diventerai un dannato per l'eternità. Avrai le tue pene, e solo allora capirai quanto la tua vita sia stata un fallimento».
Jeff rimane a bocca aperta. Chi è lui per dirlo? Se è qui, vuol dire che è la prima volta che passa laggiù. «Come puoi dirmi cose del genere, quando anche tu sei un fallito? Sei qui, vedo, perciò non sei migliore di me» dice Jeff ridendo.
Il ragazzo non si rabbuia. Sorride dispettoso, come se in mano avesse una caramella che non vuole dare al bimbo monello.
«Ah, povera anima innocente. Goditela finché puoi. Tra pochi minuti vedrai tutto quello in cui credi disintegrato, e chiederai pietà ai piedi del Demone. E io sarò lì a guardarti divertito. Perché questo non è un posto per bambini» dice inclinando la testa.
Poi si avvicina, e sussurra nelle orecchie di Jeff. «Mi chiamo Ticci Toby. Ricordati questo nome, ragazzino». Si volta e va verso le luci, con calma.
Jeff è stupito, ma non ci pensa. Per ora è impaziente di vedere cosa c'è dietro quelle luci. Si fa avanti, ma avverte degli spaventosi crampi allo stomaco.
Tutto si fa nero.

***

Jeff si risveglia, ed è in piedi. In piedi sul nulla. Sotto di lui, e tutt'intorno, è tutto nero, con una nebbia rossa che aleggia nell'ambiente.
Guardandosi intorno, Jeff si accorge che non è solo. Sta formando un cerchio con altre persone. Le persone che gli hanno provocato brividi d'orrore, nella caverna rossa. Al suo fianco c'è il ragazzo biondo, Ticci Toby, che lo scruta con interesse divertito. Proseguendo con lo sguardo, Jeff vede un tizio moro senza occhi, un clown in bianco e nero, un ragazzo incappucciato, uno mascherato, una ragazza bionda con lo sguardo ribelle, una bambina sugli otto anni abbastanza trasandata, un uomo sulla trentina con delle ustioni sul volto, e poi lei.
Il cuore di Jeff salta un battito.
È bella come è sempre stata, e da quando Jeff l'ha lasciata andare, lo è ancora di più.
La sua pelle è ancora bianca, i suoi occhi pozzi neri, i suoi capelli riccioli morbidi. Ma non sono capelli veri, ovviamente. È una parrucca.
Ha addosso il vestito che Jeff le ha lasciato, e in mano stringe il suo coltello. Era Jane Arkensaw. Ora è Jane the killer.
Le labbra nere della ragazza si stringono lievemente quando Jeff posa lo sguardo su di lei. Non è cambiata, ma d'altra parte in tre anni non si cambia molto. Ora sono entrambi sedicenni, ma nulla è cambiato. Lei lo odia ancora, forse anche di più, ed esige vendetta. Ma Jeff è rilassato, sa che qua dentro non può fargli niente.
Al centro del cerchio appare del fumo nero, che rapidamente si unisce, andando a formare una sagoma. Ha la forma umanoide, ma è alta quasi tre metri, e in cima alla nuvola nera brillano due occhi rossi, liquidi come la lava.
Il loro sguardo sembra trafiggere i presenti, ma nessuno sembra aver paura. Restano tutti immobili, in attesa di qualcosa.
La nuvola si contorce un po', e fa uscire una voce roca, profondissima, ultraterrena. Questa voce entra ovunque, in tutti gli spazi inaccessibili, negli angolini bui delle case abbandonate, nelle  fabbriche in rovina, nelle stazioni in disuso. Entra prepotentemente anche nella testa di Jeff, che fatica a non portarsi le mani alle tempie.
«Benvenute all'Inferno, anime sporche. Siete nel settore della pazzia. Ognuno qui dentro è mentalmente... svantaggiato» Fa una piccola risatina, poi ritorna serio. «Ovviamente non siete morti, ma siete stati ufficialmente riconosciuti servi del Male, per cui dovrete fare una scelta. Una scelta che cambierà la vostra vita, per sempre. Ora vi dirò le opzioni, e allora ognuno di voi sceglierà ciò che preferisce. Una volta scelto, non si può tornare indietro. Perciò, piccole anime dannate, fate bene i vostri ragionamenti».
«Siete qua sotto forma di anime, quindi non potete farvi male fisico, come ad esempio suicidarvi, e neanche scappare. In qualsiasi modo voi doveste riuscirci, ritornereste qui non appena varcherete le mura esterne. Se non morirete prima, ovviamente». Jeff non vuole sapere cosa vuole dire il demone con quest'ultima frase.
«Le opzioni che vi proporrò sono tre. La prima è la più difficile da scegliere, ma vi risparmia molta strada. Se optate per la prima, trascorrerete la vostra eternità qui, all'Inferno. Farete da guardie, o qualcosa del genere» dice sprezzante. «Suppongo che per voi sia un onore. Ma, badate, può essere meno pericoloso, ma non potrete mai andarvene di qui. Mentre per le altre opzioni avrete una possibilità di passare oltre». Jeff non si chiede cosa vuole dire il demone con 'passare oltre'. Ma sicuramente non sceglierà mai di stare nell'Inferno per l'eternità. Qualsiasi cosa, pur di andarsene da lì. Per quanto gli abbiano detto che è il suo posto, sta già cominciando a sentire la mancanza dell'aria sulla sua pelle.
«La seconda e la terza opzione sono quelle più facili da scegliere. Avrete più possibilità di andarvene, ma ovviamente sarà più difficile portare a termine la missione. Come secondo caso, la vostra anima sarà divisa in piccoli pezzi, e messa dentro persone normali. Dovrete ricostruirla; quando avrete portato a termine la missione, sarete liberi. Non è così facile come sembra. Vi ritroverete senza memoria, ingenui come dei neonati. Sarete soltanto una parte della vostra anima, nulla più. Niente di fisico. E da parte di anima, vi torneranno i ricordi più brutti della vostra vita, a mano a mano che vi unirete ad altre parti. Avrete la coscienza di tornare qui soltanto quando sarete tutti interi. Prima di allora, abiterete in corpi di uomini, donne, bambini e vecchi che non hanno mai avuto a che fare con voi. Sarete come dei parassiti; a seconda della grandezza della vostra anima in quel momento, succhierete ogni traccia di sentimenti e ricordi buoni dal vostro ospite, fino a farlo diventare un demone, l'ombra di loro stessi. Vi nutrirete in questo modo spregevole, mentre continuerete a ricordare ciò che vorreste dimenticare. Capirete in questo modo cosa siete veramente, rifletterete su cosa vi ha spinto a divenire come siete ora. E una volta fatto tutto questo, sarete davanti al Giudizio».
Non volava una mosca. La bambina sembrava scossa, mentre Toby aveva perso il suo sorrisetto irritante.
Il Demone pare divertito dall'effetto che ha fatto sul suo insolito manipolo di ascoltatori. Sembra assaporare la paura che sta seminando.
«E poi c'è la terza opzione.»
Questa frase, più di tutte, fa accapponare la pelle a Jeff. Tra poche parole scoprirà cosa dovrà sopportare per il resto della sua vita, sempre se quello che lo aspettava poteva chiamarsi vita.
«Potrete ritornare a vivere come prima - non la vostra vita normale, ovviamente - e cercare vendetta per quello che avete subito. Potrete uccidere chi vorrete, tranne voi stessi. Se incontrerete un altro come voi, che ha fatto la vostra stessa scelta, potrete scappare o sfidarlo. Avrete anche dei piccoli vantaggi. Non potrete assolutamente allearvi con qualcuno come voi. Quando avrete trovato la vendetta, e dato pace al vostro spirito, sarete liberi, e potrete andare avanti. Purtroppo c'è un piccolo, ma inevitabile difetto» dice il Demone, facendo una pausa ad effetto. «Ogni vittima che farete, fiaccherà il vostro spirito. Solo così sarete in grado di contenervi, senza correre il rischio di sterminare intere città. Se non avrete trovato la pace prima che la vostra anima si distrugga, finirete allInferno. E non come guardie» dice.
Beh, non è così male, pensa Jeff. Potrebbe fare quello che gli piace, uccidere, ed essere liberato una volta trovata la vendetta. No, accidenti. Niente male per davvero.
Jeff vede Jane farsi avanti, sicura di sé. «Scelgo la seconda opzione» dice guardando negli occhi il ragazzo. Jeff le sorride, non gliel'avrebbe data vinta. Fa un passo avanti. «Io scelgo la terza».

Deadline - Jeff the KillerWhere stories live. Discover now