Capitolo 10

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Era passato ormai un mese che Alison non usciva più dalla sua stanza, se non per fare qualche lezione. Il suo cuore era a pezzi e lo potevo capire dal suo comportamento abituale. Non andava più a feste, non flirtava più. Nash l’aveva completamente distrutta, parlava poco ed era sempre sul letto a leggere o dormire.
Io, Melissa e i ragazzi cercavamo di tirarle su il morale, magari con dei cioccolatini o fiori, ma nulla, erano ancora sopra la scrivania a marcire.
Dovevo trovare una soluzione e forse avevo in mente un piano.
Lasciai Matthew solo nella sua cabina, mentre guardavamo un film e corsi dalla mia migliore amica.
‘’Alison.’’ Urlai fuori dalla stanza.
‘’Alison aprimi.’’ Urlai ancora di più.
Non ricevetti nessuna risposta e allora aprii la porta, come l’avevo lasciata era rimasta, sul letto a leggere un libro sull’amore perduto e stronzate varie.
‘’Alzati, forza.’’ Aggrottò le sopracciglia e aprii il suo armadio per cercarle qualcosa di carino.
‘’Perché dovrei?’’ bisbigliò intenta a leggere il libro.
‘’C’è una festa e DEVI assolutamente venire.’’ Presi dal suo armadio un corpetto bianco e una gonna nera, gli poggiai sul suo letto e presi le sue scarpe con il tacco che erano sparse per la camera.
‘’Non voglio.’’ Disse chiudendo il libro per poi infilarsi sotto le coperte.
Sbuffai infastidita e poi le alzai le coperte.
‘’Alzati.’’
‘’No.’’
‘’Alison, fallo o mi arrabbio seriamente.’’
Silenziosamente si alzò dal letto e si piazzò davanti a me.
Aveva i capelli biondi scompigliati e gli occhi rossi dal pianto, il volto pallido e le poggiai i vestiti tra le mani.
Appena esci Melissa ti farà i capelli e ti truccherà, la chiamo, vai a lavarti su.
Si diresse senza dire nulla nel bagno e digitai il numero di Melissa che rispose subito.
‘’Vieni nella mia cabina.’’ Le imposi per poi chiuderle il telefono in faccia.
Dopo cinque minuti sentii bussare la porta e quando aprii vidi Melissa con il respiro affannoso.
‘’Che succede?’’ chiese entrando nella stanza.
‘’Ho bisogno di te, devi truccare Alison, stasera uscirà dalla stanza.’’ Sorrisi maliziosamente.
‘’Non chiudermi mai più il telefono in faccia, cretina!’’ urlò la mora sedendosi sul letto per riprendere fiato, visto che la sua stanza è due piani sopra la mia.
‘’Non urlare.’’ Sussurrai.
‘’Dov’è Alison?’’ si chiese guardandosi intorno.
‘’In bagno, si sta lavando, prepara i trucchi e la piastra.’’ Le dissi andando avanti indietro per la camera.
‘’Tu che fai invece?’’ chiese alzando un sopracciglio.
‘’Da supporto morale.’’ Sorrisi a 350 denti.
‘’Perfetto.’’ Mi squadrò, a quel punto Alison uscì dal bagno e sorrise leggermente a Melissa, che le andò incontro abbracciandola. La fece accomodare sulla sedia e iniziò ad acconciarle i capelli arricciandoli, il suo sguardo era perso e non parlava.
Finito il tutto, andò in bagno a cambiarsi e quando uscì era completamente bellissima, aveva messo i vestiti che le avevo ‘’gentilmente’’ dato e sembrava quella di una volta.
‘’Andiamo.’’ Sussurrai prendendola per un braccio.
Continuò a camminare e tutti i ragazzi si giravano a guardarla e bisbigliare qualcosa.
Incontrammo i ragazzi e Shawn si recò subito da Alison, mentre io andai da Matthew e continuai a guardare la bionda che camminava al fianco di Shawn.
‘’Sei un genio.’’ Sussurrò Matthew mentre mi diede un bacio sulla guancia.
‘’Lo so.’’ Ridacchiai.
‘’Come l’hai convinta?’’ prese la mia mano e di conseguenza la intrecciai alla mia.
‘’Segreto.’’ Sorrisi mentre ci dirigevamo alle nostre macchine.
Alison’s pov.
Il viaggio in macchina durò poco, Hanna, Matthew e Shawn erano molto silenziosi, mi avevano trascinato a questa festa a cui non avrei voluto partecipare, è strano che io lo pensi, visto che prima andavo sempre a delle feste, ma quando quell’idiota mi aveva fatto del male sono andata in ‘’letargo’’ leggevo(cosa mai fatta)e dormivo.
Quando scesi dalla macchina, avevo Hanna e Shawn al mio fianco e avanzammo verso la locandina.
Quando entrammo un forte senso di dolore mi invase, io andavo alle feste solo per stare con Nash e se oggi l’avrei visto con altre ragazze? Era un mesetto che non lo vedevo, a parte qualche volta di sfuggita per i corridoi della scuola. I miei occhi iniziarono a pizzicare e allora uscii fuori, nessuno mi raggiunse, nessuno si era accorto della mia assenza, quindi decisi di andare verso la spiaggetta che avevo visto mentre eravamo in macchina.
I miei occhi si fermarono sulla spiaggia vuota, mi sedetti sulla sabbia e iniziai a fissare l’orizzonte.
Poco più tardi mi accorsi di una persona, poco distante da me, distesa sulla sabbia, non c’era altra gente, allora andai a controllare, sperando che sia solo svenuto.
Mi avvicinai lentamente al corpo di quello che doveva essere un uomo e quando fui abbastanza vicina, sentii il suo respiro, però non era regolare, era come se da un momento all’altro potesse finire. L’unica cosa giusta da fare era chiamare l’ambulanza, solo che in quel momento di panico non riuscivo neanche a ricordare il numero, così scorsi la rubrica e trovai il numero di Hanna, che purtroppo non rispose, probabilmente non riusciva a sentire il cellulare data la musica alta.
Entrai nel panico e per poco non mi mettevo a piangere, poi però ricordai che al corso di sopravvivenza, ci insegnarono alcuni tipi di massaggi, aprii la sua bocca e tirai in su il naso, iniziai a buttare più aria possibile, lo feci per altri cinque minuti, poi l’uomo iniziò a sbattere le ciglia, cosi mi staccai dalle sue labbra e sospirai, si alzò in fretta guardandosi intorno fino a incontrare il mio sguardo.
‘’Chi sei?’’ bisbigliò guardandosi ancora intorno.
‘’Ti ho trovato qui e ho creduto….’’
‘’Dimmi il tuo nome!’’ urlò, ma poi quando gli risposi si addolcì.
‘’Sono Alison e tu che ci facevi qui?’’
‘’Non sono affari tuoi.’’ Rispose.
‘’Ti ho salvato la vita, stavi per morire!’’ urlai.
‘’Potevi lasciarmi morire.’’ Si girò verso di me e notai che era un bell’uomo, capelli rossi con delle lentiggini e occhi verdi, mi fissò per un po’ e poi abbassò lo sguardo.
‘’Forse dovresti ringraziarmi.’’ Risposi arrogantemente.
Si girò ancora una volta verso di me, il suo sguardo era uno dei peggiori, ma quando incontrò i miei occhi si rilassò.
‘’Grazie.’’ Si arrese finalmente.
Mi alzai dalla sabbia, pulendomi il vestito e gli diedi una mano, per farlo alzare.
‘’Come ti chiami?’’ chiesi dolcemente mentre lui afferrava la mia mano.
‘’Eddie, Eddie Redmayne.’’ Sorrise.
‘’Dove abiti? Ti porto a casa.’’ Chiesi notando la nostra altezza differente.
‘’Non ho più una casa.’’ Disse iniziando a camminare.
‘’Come mai?’’ lo seguii.
‘’Non seguirmi.’’ Cambiò discorso.
‘’Non ti sto seguendo.’’
‘’Cosa vuoi ragazzina?’’ soffocò un urlo.
‘’Potresti venire a stare nel dormitorio della scuola.’’ Bisbigliai guardando in basso.
‘’No, mi hanno offerto un posto di lavoro come assistente, credo che accetterò e andrò li, adesso torno dai tuoi amici bambolina.’’ Girò i tacchi e andò via.
‘’Potrò rivederti?’’ urlai.
‘’No.’’ Lo guardai mentre si allontanava, e continuai finchè non lo vidi più.


spazio autrice.
Salve gente, beh come vedete questo capitolo è dedicato interamente a uno dei miei personaggi preferiti della storia, spero vi piaccia

Always? Always. /Matthew Espinosa.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora