VII

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[Jenny's (Elena's mother) point of view]

≪Hazel≫ la chiamo scuotendole la mano ≪Cosa è?≫
≪Una specie di flashback≫ mi risponde guardando diritta di fronte a se ≪Sono come dei viaggi del tempo o comunque sono molto simili. Un po'di tempo fa mi causavano blackout improvvisi, ma adesso sono diventata abbastanza brava a controllarli, almeno credo.≫
Se tutti i suoi flashback -o qualsiasi cosa fossero- sono tutti così, mi chiedo come possa ancora essere lucida di mente. Ritrovarmi improvvisamente in un posto del genere mi farebbe impazzire, ne sono più che certa.
Ci troviamo ai piedi di un albero dalla corteccia molto scura e di fronte a noi migliaia di spiriti fluttuano per tutta l'Ade grazie alla loro "coda spettrale"; erano semitrasparenti e alcuni di loro fluttuavano in coppia -non chiedetemi perché lo facciano.
≪Hazel, cosa stiamo aspettando?≫.
≪Quella sono io≫.
Hazel mi indica una ragazza che sta seduta a gambe incrociate; indossa una tunica bianca molto lunga e i capelli sono sciolti. Non ha niente di diverso dalla Hazel che mi sta accanto se non che l'espressione smarrita della ragazza con la tunica non appartiene alla ragazza al mio fianco.
≪Cosa mi stai mostrando?≫ chiedo senza scollare gli occhi dalla piccola Hazel.
≪Quando ho incontrato Elena per la prima volta... eccola, è lei≫ sposta il suo braccio in direzione di una bambina che si sta avvicinando alla ragazza con la tunica bianca. La ragazzina è molto più bassa e minuta rispetto ad Hazel ed indossa un jeans ed una maglietta sporchi di terriccio in netto contrasto con il vestito candido dell'altra ragazza.
≪Elena!≫ urlo sperando che mi senta, ma si siede accanto ad Hazel e incomincia parlarle, come se io non ci fossi.
Lei è proprio la mia bambina, la stessa che cinque anni fa visitava per la prima volta gli inferi, la stessa che ha ritrovato la strada per tornare da me, ma non può sentirmi.
≪È solo una visione. Non possono né sentirci né vederci≫
≪Siamo dei fantasmi, in sostanza≫ preciso io.
≪Diciamo di sì≫
Ritorno a posare lo sguardo nel punto in cui poco prima c'erano le due ragazze, ma di loro non c'è n'è neppure l'ombra.
≪Dove sono finite?≫ chiedo.
≪Stiamo seguendo uno degli spiriti che condurrà Elena da Ade in modo da poterla fare uscire, se non ricordo male≫ Hazel si sporge in avanti per poter seguire le ragazze, ma la blocco per un polso.
≪Perché Ade ha lasciato andare lei e non te?≫
La ragazza la mio fianco fa una smorfia e osserva la sua coda da fantasma come se d'un tratto fosse la cosa più interessante che abbia mai visto.
≪Io sono morta perché dovevo ed ho voluto, Elena non doveva morire e non lo ha voluto. Questa è l'unica spiegazione logica che sono riuscita a darmi da quando l'ho riconosciuta≫ nella sua voce non ci sono né rancore né rimorso.
≪Ma quel che è giusto è giusto≫ ribatto io.
So cosa state pensando: ma stai parlando di tua figlia! Come puoi solo pensarla una cosa del genere?
Ed io vi dico che non sono per le ingiustizie, ed è per questo che adoro Atena e tutta la sua prole -semidivina e non- poi, immaginatevi di essere in fila per comprare un barattolo di Nutella da un sacco di tempo -circa settanta anni- e a voi dovrebbe toccare l'ultimo barattolo, ma poi arriva una ragazza che ha fatto tardi per colpa di sua madre e, siccome lei non ha colpa del ritardo, voi le cedete il vostro barattolo e vi tocca aspettare ancora per avere il prossimo. Come vi sentireste?
Io sicuramente avrei preso a ceffoni la ragazza perché la Nutella è la Nutella, secondo il ragionamento di mia figlia.
≪Grazie≫
La ragazza alza la testa palesemente disorientata.
≪Perché mi ringrazi?≫
≪Senza di te mia figlia non sarebbe tornata≫ le spiego.
≪Mio padre avrebbe comunque inviato uno spirito per salvarla, io non c'entro niente≫
Sospiro di sollievo.
≪Mi stavo proprio rimbambendo! Non riuscivo a capire chi fosse il tuo genitore divino, così è Plutone!≫
≪Come sai che sono? Ah... La maglietta≫ abbassa lo sguardo verso la maglietta del Campo Giove e la rialza sorridente.
≪Pensaci: e se fosse proprio perché c'era sua figlia che Ade, o Plutone, ha mandato uno spirito?≫
Hazel sembra ragionarci su, ma poi scuote impercettibilmente la testa ≪Andiamo, o le perderemo di vista≫.
Inseguiamo le ragazze e quello spirito per tutti gli Inferi; non c'è un solo centimetro quadro che non abbiamo attraversato -Tartaro escluso.
Finalmente lo spirito, che è una bambina poco più piccola di Elena, si ferma di fronte ad un castello enorme e rigorosamente nero. Una porta alta un metro e una mela é sorvegliata da due uomini in armatura greca, esclusivamente nera. Lo spirito attraversa la porta senza problemi e la apre facendo cenno ad Elena di entrare. La bambina si ferma a un centimetro dalla porta, si gira e salta addosso ad Hazel per abbracciarla.
≪Grazie≫ dice la piccola Elena.
≪Ora và≫ la incita Hazel sciogliendo l'abbraccio.
≪Ci rivedremo presto Hazel, verrò a trovarti≫
A quest'affermazione Hazel accenna un sorriso leggermente malinconico.
≪Sarebbe meglio se venissi io da te≫ le risponde passandosi i palmi delle mani sulle guance.
≪Ti farò conoscere mia madre e il nonno e la nonna, ci divertiremo, te lo prometto≫ la piccola Elena termina la frase sorridendo mestamente.
≪Promesso?≫ ripete Hazel.
Elena annuisce e abbraccia un'ultima volta la ragazza prima di seguire lo spirito oltre la porta.
Riapro gli occhi e siamo di nuovo sulla terrazza sedute sulle sedie in vimini, tutto normale se si esclude il fatto che ormai è quasi mezzogiorno a giudicare dalla posizione del sole.
≪Credo sia meglio scendere. Voglio vedere se i tuoi amici mi hanno distrutto casa≫
Stranamente, anzi molto stranamente, la casa è in perfetto ordine. Il bagno non è esploso, la cucina non va a fuoco e il garage profuma come se i pegasi non ci avessero mai passato la notte, anzi profumava persino di menta.
≪Che gliene pare?≫ mi chiede il ragazzo ricciolino.
≪Ottimo lavoro...?≫
≪Io sono Valdez, Leo Valdez≫ risponde ammiccando e meritandosi un colpetto sul collo da parte di Piper che non manca di lanciargli fulmini dagli occhi.
≪Abbiamo sistemato tutto, come se non fossimo mai esistiti≫ aggiunge Percy dalla cucina.
≪Grazie, ma non c'é n'era bisogno≫
≪Oh, sì invece≫ interviene la figlia di Atena sorridendomi raggiante ≪È il minimo che abbiamo potuto fare≫
≪Credo si meglio tornare alla profezia≫ propone il figlio della controparte romana di Zeus.
Annuiamo tutti e ci dirigiamo in soggiorno dove ognuno prende i posti della sera precedente.
≪Allora, idee per velo nero?≫
≪Morte≫ interviene il ragazzo con il giubbotto da aviatore.
Che pensieri allegri, caspita!
≪C'è qualcos'altro che potrebbe significare?≫ chiede Frank sottolineando le parole "qualcos'altro".
Nessuna risposta, okay, almeno sappiamo cosa volesse dire "velo nero".
≪Qual'è il giorno sacro a Giove per i romani?≫ chiede Leo.
≪Poplifugia, il 5 luglio≫ interviene il figlio di Giove.
≪Fra tredici giorni≫ ragiono io a voce alta.
≪Perché proprio il 5 luglio?≫ chiede Percy.
≪Chiedilo a Rachel≫ risponde il ragazzo con l'anello a forma di teschio.
≪Chi è Rachel?≫ chiedo.
≪Una ragazza che dall'estate scorsa è anche l'Oracolo di Delfi≫ mi risponde Annabeth.
Io credevo che l'Oracolo fosse una vecchia mummia rinsecchita stipata nella soffitta della casa grande al Campo Mezzosangue e non una ragazza dotata di arti e capacità mobili.
Sono cambiate un sacco di cose da quando ci sono stata io al campo, dovrei proprio farci un salto.

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