otto

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Pov  Patrick

Nel momento in cui è entrata e ci ha visto, il mio respiro si è fermato.
Nei suoi occhi ho visto una serie di emozioni accavallate.
Stupore, imbarazzo, rabbia e tristezza.

Flashback

"Quella stupida"  dice Nora, inginocchiandosi nuovamente ai miei piedi, divaricandomi le ginocchia con le mani ma io, la prendo per il gomito e la faccio alzare.

"Fuori" le dico.

"...ma..." resta stupita dalla mia espressione.
Non era mai successo che la mandassi via senza che prima finisse quello che aveva iniziato.

Ma ero stanco, non era lei quella che volevo, non più.
La semplice curiosità  iniziale verso la nuova ragazza , era diventata qualcosa di più e me ne ero accorto nel momento in cui l'avevo baciata.
Non mi piaceva il sentimento che stavo provando per lei. Mi faceva paura.
Non potevo innamorarmi,  io , che le donne le scopavo una sola volta.
Io, che avevo la mia puttana personale, stavo perdendo la testa per quella piccola donna di nome Camille.

Fine flashback

Provo a chiamarla a cellulare cento volte ma non risponde.
Chiamo la mia segretaria "Lena, disdici tutti i miei appuntamenti, oggi non sarò in ufficio" prendo il cellulare, le chiavi della macchina e scendo in garage.
Guido come un pazzo fino a casa sua, sono passato anche con il rosso ad un paio di semafori.
Citofono ma nessuno risponde.
La richiamo ma neanche al telefono ottengo nulla.
Merda.
Dove può essere?
Poi mi ricordo di quello che ha detto ieri sera.
Monto nuovamente in macchina e vado al Coyote Hugly.
Non è difficile trovare posto proprio davanti perché è molto presto, scendo dalla macchina e busso alla porta chiusa, nessuno risponde e provo ad abbassare la maniglia.
Non è chiuso a chiave.
Entro ma resto fermo all'ingresso,  richiudendo piano la porta alle mie spalle e la guardo.
È a gambe incrociate sul bancone, gli occhi sono chiusi e sta intonando una melodia mai sentita.
Resto imbambolato, incapace di capire cosa mi sta succedendo e, nel momento in cui smette di cantare e apre gli occhi, le vado incontro.
Mi fulmina con lo sguardo "cosa ci fai qui, vattene" dice severa, asciugandosi una lacrima con il braccio.

"Ti ho chiamata al telefono ma non hai risposto" dico imbarazzato.
Io imbarazzato.

"Non me ne frega un cazzo, fuori ho detto" gli occhi sono lucidi e tira su con il naso.
Ha pianto.

"Vorrei parlarti" le dico gentilmente.

Lei scende dal bancone con un salto e mi viene incontro.
"Cosa non ti è chiaro, vattene o non me ne frega un cazzo? Fuori dal mio locale, stronzo!" Dice dandomi delle spinte sul petto con entrambe le mani.
La blocco, tenendole i polsi.

"Ti devo parlare, per favore fammi parlare . Ascoltami e poi andrò via ma le tue dimissioni non sono accettate. Io ho bisogno di te".

Pov Camille

Sono furiosa, cosa ci fa nel mio locale? Cosa vuole, prendermi ancora in giro?
Lo guardo sperando di incenerirlo con il mio sguardo.

"Ti ho chiamata al telefono ma non hai risposto" mi dice e sembra, in imbarazzo.
Ma figuriamoci, uno come lui in imbarazzo.

"Non me ne frega un cazzo, fuori ho detto" gli occhi iniziano a pizzicare di nuovo, ma non piangerò davanti a lui.

"Vorrei parlarti" mi dice ma io vorrei solo soffocarlo con un cuscino.

ShallowWhere stories live. Discover now