Capitolo 9

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Pov Levi

Eren era di una dolcezza disarmante appena sveglio: sembrava un cucciolo.
Prima di entrare nel salone dove i loro nuovi amici li attendevano il corvino strinse la vita del più piccolo e lo avvicino a se baciandolo dolcemente e sorridendo alla reazione del castano: un piccolo verso disorientato.




-Svegliati dai.




-Sono sveglio...




Il più basso gli accarezzò le labbra con le proprie, baciandolo ancora. Non ne avrebbe avuto mai abbastanza.




-Non proprio, anzi, per niente. Preparati ad essere preso in giro piccolo.




Senza dargli tempo di controbattere lo spinse nella stanza e tutti lo salutarono con voce abbastanza alta.
Raggiunse il compagno con le braccia incrociate e sorrise, l'atmosfera rilassata ed allegra lo stava mettendo di buon umore più di quanto già non fosse.
Chi poteva essere triste dopo una scopata?




-Jeager non si fanno attendere così gli ospiti!




Disse allegra Isabel, prendendo in giro il cugino che in quel momento era arrossito, intanto il corvino continuava ad osservare il fidanzato pensando quanto potesse essere tenero.




-Lo so...qualcuno non mi ha svegliato in tempo.




-Moccioso prepara la tavola, io vado a finire di cucinare.




-Gne Gne! Stupido nano malefico...




Purtroppo per lui, anche se aveva sussurrato le ultime parole Levi lo sentì comunque, arrestando di colpo i propri passi verso la cucina e si girò lentamente, guardando il castano in modo minaccioso. Gli si avvicinò lentamente e lo trascinò in cucina con sé senza dire una parola.




-Lo ha fatto arrabbiare!




Disse Isabel e dopo essersi ripresi da quel silenzio surreale creato da Levi tutti ripresero a parlare.
In cucina il più grande chiuse la porta e fece piegare il castano a novanta, facendolo stendere con il petto sul tavolo di legno e con una mano gli tappò la bocca, mentre con l'altra gli stringeva forte il fianco.




-Non giocare con il fuoco.




Il tono che usò fu abbastanza minaccioso: odiava il fatto che non fosse nell'altezza media di un uomo e detestava che Eren, più piccolo e tra l'altro quello che stava sotto, fosse più alto. Si sentì ferito a quelle parole, davvero il suo ragazzo aveva quella considerazione di lui? Che fosse troppo basso e che potesse risultare cattivo?
Si morse il labbro inferiore e si allontanò dal ragazzo appena iniziò a muovere i fianchi sul proprio bacino.
Incrociò le braccia al petto, avvicinandosi alla cucina e controllare che tutto fosse pronto, nel caso riscaldare qualcosa per non mangiarlo freddo e dopo poco sentì due braccia stringerlo da dietro.




-Non pensavo che la prendessi tanto sul personale...scusami. Non volevo offenderti o farti arrabbiare, volevo solo scherzare. Prometto di non farlo più ma non ignorarmi...




La voce del castano era bassa e triste, sicuramente aveva un broncio adorabile e il corvino non riusciva proprio a vederlo così giù, soprattutto se era per colpa sua. Si girò appena verso di lui e gli accarezzò una guancia, baciandolo a stampo.




-Non voglio vederti triste, però scherzo o meno non mi piace quando si scherza sulla mia altezza. Non ho deciso io di essere così e credimi, da quando ti conosco ho sempre desiderato essere più alto di te per coccolarti e poterti stringere al mio petto ad ogni abbraccio.




Finalmente liberiWhere stories live. Discover now