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«Grandissimo stronzo! Io lo uccido!» urla Jimin stando seduto sul mio letto. Alzo le spalle.
«Come puoi andare ancora dietro a uno come lui! Si approfitta di te!»
«Lo so, Jimin...» dico triste
«Ma nonostante tutto... mi piace...»
Sospira e mi abbraccia. Ricambio l'abbraccio tirando su col naso.
«Però non farti mettere i piedi in testa!» mi dice staccandosi e guardandomi, scuoto la testa.
Mi fa un sorriso preoccupato.
«Sto bene, adesso devi andare però.» dico alzandomi in piedi.
«Io posso rimanere se vuoi, annullo l'appuntamento.»
«No! Non ci pensare nemmeno! E poi devo studiare quindi via!» mento tirandolo per un braccio e avvicinandolo alla porta.
«Ma-» gli metto una mano sulla bocca
«Niente ma! Forza! Il tuo boy ti aspetta!» rido. Imbarazzato mi fa un sorriso timido e poi mi abbraccia per salutarmi.
«Però per qualsiasi cosa chiamami!» sorrido
«Non preoccuparti.» sospira e poi apre la porta.
«Ci vediamo domani!» annuisco e poi se ne va.

Appena se ne va il mio sorriso scompare. Ho bisogno di uscire.
Afferro la giacca da sopra al mio letto insieme alla sciarpa, l'inverno è ormai arrivato. Indosso il tutto e vado verso la porta di casa infilandomi le scarpe.
Esco e vado verso il centro per fare un giro tra i negozi. Camminando noto che hanno aperto un nuovo bar. Noto che non ce molta fila e inoltre sopra a una lavagnetta ce scritto con un gessetto rosa, che per le coppie paga solo una persona. Mi viene in mente Jungkook e potrei invitarlo anche se probabilmente rifiuterà, tuttavia non ho nulla da perdere.

Prendo il telefono dalla mia tasca destra e compongo il numero di Jungkook. Il telefono squilla tre volte e proprio quando mi stavo per rassegnare risponde.

Cafone
Pronto?

Taehyung
C-ciao sono io, Tae-

Cafone
Cosa vuoi?

Taehyung
Ecco, in centro hanno aperto un nuovo bar e mi chiedevo se ti andasse di venirci con me.

Cafone
Adesso?

Taehyung
S-si, oh ma se sei impegnato non fa niente.

Cafone
Va bene, dieci minuti e sono li.

Taehyung
Perfetto, allora ti mando la posizione, ci vediamo tra poco. Ciao.

Cafone
Si, a dopo.

E chiude la chiamata. Faccio un sospiro di sollievo e solo ora mi accorgo che le mani mi stanno tremando. Gli invio la posizione, metto il telefono in tasca e vado in fila aspettando che arrivi.
Ho le mani congelate, perché non ho pensato di mettere dei guanti?
Cerco di riscaldarle con la bocca ma serve poco. Perché sono così ansioso e agitato? Non è un appuntamento... o si? No, è solo un uscita tra due persone...

Dopo un paio di minuti lo vedo arrivare in lontananza e il cuore inizia a battermi forte nel petto. Davanti a me ci sono solo due persone e poi è il nostro turno.
«Hey!» dico alzando un braccio per farmi notare. I suoi occhi incontrano i miei e il suo passo si fa più veloce per raggiungermi. Si mette di fianco a me.
«Hey.» dice secco. Mi sento molto imbarazzato. «C-come va?» dico insicuro.
«Abbastanza bene dato che mi hai svegliato dal mio sonnellino.» sbadiglia.
«Mi dispiace.» dico davvero imbarazzato e vorrei sprofondare nella mia sciarpa.

Black Prince Where stories live. Discover now