Capitolo 11

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Strabuzzai gli occhi, credendo per un momento di   star avendo un miraggio,ma poi mi accorsi che tutto ciò stava succedendo davvero. "Sto ancora aspettando una spiegazione" aggiunse Jughead incrociando le braccia al petto. "Accidenti, è il figlio di Jones!" balbettò uno dei due. "Non vorrai farti intimidire da un ragazzino?" tentò di convincerlo il secondo, ma senza successo. "Non mi interessa se è un ragazzino, è pericoloso lo stesso! Andiamocene, Ed!" concluse il primo, prendendo per un braccio il suo compagno e trascinandolo via. "Stai bene, Betty?" mi chiese il corvino. Io annuii, anche se non ne  ero sicura. "Come mai sei venuta qui?" "Io... La prof di matematica mi ha detto di darti i compiti e gli appunti di oggi" cercai di spiegare. "E tu sei venuta nel Southside solo per... Darmi i compiti?". Io alzai le spalle. "Ammettilo, lo hai fatto solo per vedermi" ridacchiò Jughead. Io lo fulminai con lo sguardo: eccolo, ora  riconoscevo il mio vicino di casa. "Contaci" risposi sogghignando. "Senti, già che  siamo qui, vuoi venire a casa mia a bere una tazza di caffè ?" mi chiese sorprendendomi. Io esitai. "Guarda che non ti mangio" commentò lui. "E va bene" accettai. Una bevanda  calda mi avrebbe rimessa in sesto. Mentre camminavamo un pensiero mi balenò nella mente: Stavo davvero andando a casa di Jughead Jones ? Quel ragazzo che avevo detestato per tutti quegli anni? Era anche vero che in quel periodo molte cose stavano andando in una maniera strana, però... "Siamo arrivati" mi informò il ragazzo, strappandomi ai miei pensieri, per poi aprire la porta e precedendomi all'interno della casa. Io lo seguii, stupita : la casa non era affatto terribile come me la ero immaginata, a parte.. A parte un simpatico piccolo mucchio di fucili appoggiato contro il muro. Mi sedetti sul divano in finta pelle, a disagio. Jughead mi porse la tazza di caffè, io lo ringraziai ed entrambi bevemmo in silenzio. Dopo un po', io dissi:"Non ti ho ancora ringraziato per avermi praticamente salvato la vita. Quindi grazie davvero, Jughead". "Prego" rispose lui sorridendo. "Io vorrei farti una domanda. Spero che non ti dia fastidio"  dissi "Dimmi" mi concesse lui divertito. "Io vorrei sapere.. Ehm... Perché lo hai fatto?" sparai. Lui rimase in silenzio e io pensai :"Ecco, ora mi manda a quel paese. In effetti me lo meriterei... Però la curiosità era troppo forte!". Jughead infine  rispose :"A dir la verità non lo so nemmeno io. Ho sentito che era la cosa giusta da fare, e così l'ho fatta. E non me ne pento". Io gli sorrisi. Accidenti, non l'avrei mai creduto possibile di un gesto del genere, sopratutto dopo gli insulti che ci siamo lanciati in questi ultimi anni. Proprio in questo momento, si sentì una serie rintocchi sordi. Io sobbalzai e vidi che la fonte del rumore era un vecchio orologio a pendolo appeso al muro, che segnava le sei. "Beh Jughead, io devo andare. Grazie ancora per tutto" dissi uscendo. "Ci vediamo, Betty" mi rispose lui con quel sorriso sbarazzino, che stando  a quanto si diceva in giro, era l'elemento che piaceva di più alle ragazze che componevano  la lunga  fila delle ammiratrici di Jughead. In effetti non era male, anzi.. "Ricomponiti , Betty! Non sei come Toni, che appena vede un bel ragazzo non capisce più niente!" mi corressi mentalmente subito dopo. Si, forse stavo cominciando proprio a dare i numeri.
[Spazio autrice]
Ciao a tutti, scusate se il capitolo è un po' lungo, ho cercato di ridurre quello che ho potuto per evitare che risultasse noioso. Buona lettura ❤️

Like Romeo and Juliet ||Bughead [COMPLETA] Where stories live. Discover now