Societa'

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La vita, la piu' grande illusione di liberta' che ci sia mai stata.

Spesso si tende a pensare alla vita' come possibilita', incertezza, non pensando a cio' che realmente la regolamenta in ogni suo aspetto.

Una persona, dall'altra parte del mondo, non crediamo che sia in qualche modo connessa a noi, che in qualche modo il nostro fare un qualcosa possa influire su di essa.

La vita' e' un legame con la societa', un canale di informazioni racchiuse nell'insieme di tutte le persone. Pensiamo ad eventi come unici, pensiamo ad azioni come casuali o volontarie, sarebbe strano pensare che non si pensa, e' contro l'idea stessa del pensiero.

Tuttavia, l'uomo tende all'opinione voluta, imposta, fornita dalla societa'. Come puo' un qualsiasi cosa fare da solo, non puo' e non potra' farlo poiche' e' la societa' a darci pensiero, a darci volonta'.

Crediamo al principio di casualita' come se esistesse, ma realmente essa esiste solo quando si tende a restringere la visuale di campo della vita stessa, quando tendiamo ad analizzare una microsocieta' qual'e' la nostra vita.

Ma se realmente prendessimo ogni persona, vedremo che ognuna comunica con qualcuno, portando informazioni e bagaglio, estrapolando pensieri dalla societa' stessa. Queste persone sono immesse in una societa' che, per quanto piccola, comunica con tutte le altre societa' ad essa dipendenti (con un peso elevato) ma allo stesso tempo con quelle che direttamente sono autonome da essa (con un peso minore).

Mi piace analizzare la societa' come rete, quello e', ma allo stesso tempo come funzione dipendente dal tempo. All'aumentare del tempo, aumenta il bagaglio culturale, aumenta il progresso, tutto si inserisce in un recipiente dove si puo' solo mettere e leggere.

Tutte le azioni svolte si possono vedere come onde circolari, da un centro tendono ad espandersi come il movimento che tiene l'acqua quando gli si lancia un sassolino. Queste onde modificano le microsocieta' che incontrano, con forza o no queste micro realta' mutano.

Ovviamente, bisogna considerare una serie di parametri per poter definire come la societa' cambia, per definire sopratutto quanto muta in base all'azione, ma una volta definiti quelli (e questo e' il complesso) la societa' diventera' prevedibile e prevedera' la previsione che si tendera' a fare modificando il risultato della previsione stessa.

Se si e' a conoscenza di una formula per prevedere il futuro, mai dirlo, essa non funzionera' anche se corretta. La societa' sa che la prevedi, anche se non fa nulla a riguardo, e la previsione, per quanto a primo impatto sembri corretta, tendera' a sbagliare in quanto la funzione stessa e' stata mutata gia' dal fatto che la si conosce.

Vedendo la societa' come funzione, tutto e' possibile, tutto il presente e' calcolabile, tutto il passato visibile, tutto il futuro quasi sicuramente azzeccato. 

Quando leggiamo sui libri di storia pensiamo che essa e' solo ricordo, una flebile informazione che tendera' ad affievolirsi sempre di piu' non incidendo mai la societa' attuale.

Ma la societa' attuale vive sul passato, il presente e' la sommatoria di tutto le micro societa' passate che ancora adesso continuano a vivere nella societa' presente come micro societa' di un secondo sistema: da una parte l'uomo, dall'altra il passato; queste due non potranno comunicare direttamente, serve un punto in comune, un'interfaccia a cui attingere, ovvero "la societa'".

Le microsocieta', passate o umane che siano, funzionano tutte esattamente allo stesso modo, tendono a modificare tutto. Il passato piu' passato modifica il passato piu' recente nonostante quel passato sia gia' passato e, tutti questi passati, modificano l'interfaccia presente della societa'.

Vorrei pensare che la societa' sia una funzione dipendente da due macro interfacce che a loro volta sono scomponibili.

S(t) = μS(t) + Σ[μS(t-i)/i]

VitaWhere stories live. Discover now