non preoccuparti...però...

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LEI

Non aveva mai approfittato della sua autorità, ma durante il tragitto in auto aveva costretto Leyla ad indossare la cintura di sicurezza.

E nonostante lei odiasse sentirsi impegolata da quell'affare, ubbidì. Senza opposizioni.

"Sei preoccupato?" dissi.

In realtà quella domanda avrei dovuto rivolgerla a me stessa.

"Per cosa?"

"Per la reazione della mia famiglia!"

"Sono con voi... Mi basta!" era serafico. Fin troppo.

Nonostante fossi agitata. Avvertii le pulsazioni del mio cuore aumentare, coprendo il rumore del motore dell'auto.

Fissavo la strada.

La sua mano cercò la mia. Inaspettatamente.

Sarebbe stato strano abbandonarsi a quel tocco ritrovato fra noi, eppure, allargai il palmo, permettendo alla sua mano di intrecciarsi alla mia.

Sorrise senza distogliere gli occhi dalla strada.

Eppure, non ero ancora del tutto tranquilla.

"Cosa farai tutta la sera se dovessero rivolgerti occhiate e cose simili?"

Cercavo di prepararlo ad ogni evenienza. In realtà stavo avvertendo me stessa.

"Cercherò di tenermi occupato ... "

Dalla sua voce non trapelava tensione. Né agitazione.

Pensai alla frase di poco prima senza trovare un senso ben preciso. Se fosse stato un indizio, di certo non lo colsi.

Ero troppo agitata per essere lucida.

Allontanarmi da Can era stata una delle più grandi deprivazioni a cui ero stata sottoposta.

Non volevo più vivere lontana da lui.

Cercai di cambiare discorso.

"Leyla sei felice che andiamo alla festa del nonno?"

"Sì!" pronunciò sicura con la sua esse poco definita.

"E sei felice che ci sia anche io?"

Can provò ad indagare.

Avrei potuto prevedere le sue risposte.

"Sì!" ribadì molto più entusiasta di prima.

Sorridemmo.

Quel vano tentativo non servì a molto. L'ansia mi pervase di nuovo.

Finalmente il navigatore ci informò di essere giunti destinazione.

Eppure, l'unica cosa che intravedevo era la vegetazione rigogliosa e buia.

"Dove siamo?"

Proruppi incerta.

Intanto Can cercò di prestare attenzione ai tronchi, percorrendo uno sentiero lievemente incurvato.

Pochi metri dopo iniziai ad intravedere le luci del ristorante.

Era un enorme edificio immerso nel buio.

Un grosso giardino precedeva l'edificio. E un'enorme e sontuosa fontana occupava il centro.

Non c'erano auto.

"Siamo sicuri che sia questo?"

Can spense il motore.

Potetti constatare meglio il silenzio circostante.

"Credo che questo sia il retro!"

Cercai di fidarmi.

Dimmi che resterai ...Where stories live. Discover now