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Levi s'pov

Erano passati giorni molto curiosi dall'accaduto di quella mattina, nei quali il bruno e la mocciosetta si erano avvicinati particolarmente a me.
Il motivo non l'avevo ben compreso, magari lo facevano per togliersi l'appellativo di criminali o forse perché lo volevano e basta, supposi in principio.
Il rapporto con il più grande dei tre era di rispetto, pareva che portasse molta stima nei miei confronti. Mentre lei era davvero una palla al piede.
La fissa con l'ordine, la precisione e la costanza riuscivano a superare addirittura i miei valori più o meno simili a suoi.

«Caporale»
Parli del diavolo..
Kovu posò una tazza difronte ai miei documenti, non mi ero fermato un attimo tutto quel pomeriggio per compilarli ed ero finito all'una di notte a completare il lavoro.

«Faccia una pausa.»
Impose lui versando il contenuto del pentolino all'interno della tazza, l'odore di tè nero mi pervase e quasi non mi venne un brivido di piacere.
Sorseggiai lentamente e alzai gli occhi verso di lui che spontaneamente mi sorrise, era un portento nel preparare il tè.
Inoltre, nonostante i suoi precedenti, in lui vi era un animo gentile che si manifestava anche solo guardandolo nei suoi smeraldini. Mi ricordava quasi quell'incosciente di Furlan, testardo e premuroso in modo nauseante.

«Ti ringrazio.»
Dissi secco e in risposta mi fece un occhiolino.

«La tua amica non è con te?»
Domandai subito dopo, nonostante fosse tardi era insolito non vederli insieme.

«Oh? T/n? Be', questo è un periodo particolare per lei, dove vuole stare da sola.
In tutti gli anni trascorsi assieme quando arriva questo arco dell'anno, lei si emargina e viene sopraffatta dai suoi pensieri, mangiata da quelli che sono i suoi rimorsi.
Ogni anno lei diventa sempre più bella e sempre più forte, eppure non riesce più ad aprirsi con nessuno, delle volte neanche con me e questo mi fa terribilmente male.»
Raccontò lui con un nodo in gola, la voce sbalzata e il pugno serrato.

«Quando l'hai conosciuta lei era così fredda e distaccata?»
Per quanto poteva sembrar egoistico, feci questa domanda a convenienza, invero non mi interessava realmente saperlo.

«Se non mi avesse mai conosciuto probabilmente ora sarebbe ancora la T/n di un tempo, quella che arrossiva per nulla e aveva bisogno di qualcuno che la proteggesse e supportasse, quella che aveva sempre una parola di conforto per il prossimo ed era così maledettamente emotiva.»
Cercai il suo sguardo, ma quello era puntato sempre in basso. Probabilmente si stava ricordando di lei e involontariamente sorrise, uno di quei sorrisi sinceri e belli, belli da morire.(KovuxLevi Cos??)

«Tanto piccola e minuta, bastava guardarla in faccia per capire cosa stesse provando. Gli occhi c/o, le labbra d/l (dimensione labbra) rosee e candide, la pelle colorita pur non avendo mai visto la luce del sole.
Ricordo che appena conosciuti, mi raccontava sempre di suo fratello, diceva sempre "il mio fratellone di qui, il mio fratellone di lì".
Eppure gli anni passarono e a pochi giorni dalla notizia della morte del suo fratello di sangue, le venne spezzato il cuore. Era troppo fragile e la misi difronte ad una scelta difficile.
Alla fine lasciò la persona che amava per venire con me, nonostante non avessimo il rapporto di adesso. Tempo dopo mi disse che era la cosa giusta da fare, ma in lei era morto qualcosa e divenne forte, forte a tal punto da costruire un muro indistruttibile difronte al quale solo delle volte posso farvi accesso.>>
Questa volta mi degnò del suo sguardo e capì quanto tenesse a quella mocciosetta.
Normalmente non permetterei a nessuno neanche di rivolgermi una parola, ma loro emanavano così tanta fiducia.
Rivedevo il me di qualche anno fa in quella situazione, ma alla fine sono rimasto solo. Mentre loro potevano ancora rifarsi una vita, ed ero disposto, pur restandone fuori, ad aiutarli, perché avrei voluto che qualcuno l'avesse fatto con me, con noi.

«Oi, lei lo fa anche per voi. Quella mocciosa a voi ci tiene e lo puoi constatare dalla sua più innocua e, forse per te indifferente, mossa.
Si aprirà quando capirà che sarà il momento giusto per farlo, nel frattempo dalle fiducia e si sistemerà tutto.»
Questo era il discorso più lungo che probabilmente gli abbia mai rivolto. Penso che apprese fin da subito che io non fossi uno dalle tate parole e dai discorsi lunghi, difatti non avevo molto a che fare con i logorroici, a meno che non ero costretto, come con quella quattrocchi di Hanji.

Lui annuì, accedendosi successivamente una sigaretta e in concomitanza avvertì dei passi alle mie spalle e d'istinto mi voltai.

«Quelle sono mie.»
Proferì solamente la c/c per poi sfilare il tabacco dalle mani del bruno, in seguito anche lei se ne accese una.

«Che ci fai sveglio, mh? Domani abbiamo il corpo a corpo, dimentichi?>>
Domandò sedendosi accanto a me per poi accavallare le gambe sul tavolo, ignorando completamente la mia presenza.

«Siamo rimasti a chiacchierare.»
Esclamò Kovu e mentre lei borbottava un "mmh" in risposta, continuando ad aspirare il fumo e farlo evacuare dalle narici.

«Qualcosa non va?»
Riprese successivamente Kovu, vedendo l'espressione di lei.Prima di parlare si prese qualche secondo e fece un respiro profondo.
«Abbiamo la scadenza.» Sputò acida lei, mentre il bruno spalancava gli occhi in un'espressione sconcertata.
Non capì, rimasi in silenzio a osservare la scena cercando di comprenderne le parole.

«Che cosa stai blaterando? Come diamine l'hai saputo?!»
Esclamò lui, alzandosi di scatto, per poi posare con veemenza le mani sul tavolo muovendolo leggermente, ed in risposta lei gli passò un documento.

«Smettila di perderti in chiacchiere e vedi di concentrarti su Isaac, non abbiamo più tempo.»
Infine, si alzò spegnendo la sigaretta sul tavolo e sbattendo la porta alle sue spalle.
Il bruno dopo aver letto il foglio lo accartocciò all'interno del suo pugno farfugliando un "fanculo",
per poi salutarmi cordialmente lasciandomi nuovamente solo.

"Che diamine sta succedendo?"

Furlan's sister -LevixReaderWhere stories live. Discover now