trentotto

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Namjoon fece entrare nel suo appartamento il più piccolo «benvenuto, combinaguai.» disse accennando un mezzo sorriso e facendo imbarazzare il più piccolo.

«grazie, Nam.» Jungkook sorrise al più grande, abbracciandolo.

«non ringraziarmi Kook, e spiegami cos'è successo.» disse serio Namjoon sedendosi sul divano seguito dall'altro.

«ma niente, semplicemente i miei non volevano mandarmi in vacanza e quindi ci sono andato senza il loro permesso.»

«Jungkook!» esclamò il viola «sei minorenne.»

Il ragazzo alzò semplicemente le spalle «e quando sono tornato ho "discusso",» ridacchiò, facendo il segno delle virgolette con le dita «con mia madre e le ho detto che in quella casa ci sarei tornato solo all'inizio della scuola.»

«mh, capisco,» Namjoon sospirò «ed immagino che quei segni te li abbia fatti Yoongi..»

«già.» Jungkook sorrise diventando bordeux, non poteva fare a meno di sorridere ogni volta che pensava al menta, ogni volta che passava attraverso i suoi pensieri sorrideva inconsapevolmente e Namjoon lo capiva benissimo.

Quella sera mangiarono tra le risate e programmi televisivi come sottofondo delle loro chiacchiere e quando, più tardi, Jungkook arrivò alla porta d'ingresso dell'appartamento e mise una mano sulla maniglia della porta senza fare alcun rumore, la voce di Namjoon lo raggiunse.

«dove stai andando?» il ragazzo strinse gli occhi, girandosi verso il maggiore, che lo stava guardando di sottecchi appoggiato allo stipite della porta del corridoio, in attesa di una risposta.

«da Yoongi.» rispose calmo Jungkook e Namjoon non poté fare niente se non sospirare ed annuire, facendo uscire il ragazzo.

ɴɪɢʜᴛꜱ || ᴋᴏᴏᴋɢᴀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora