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Ormai aveva la cronologia piena: "Come ci si comporta da fidanzati."
Li conosceva a memoria tutti: ogni sito era uguale all'altro, ma nulla che gli spiegasse effettivamente come doveva comportarsi.
Magari poteva chiedere alla ex del biondo...
Ma anche no! Magari gli avrebbe mandato un sacco di maledizioni!
Chiuse il portatile e si gettò sul letto.
Nemmeno con la matematica aveva tutti questi problemi.
Sua mamma lo avvisò che la cena era pronta, quindi scese al piano di sotto, sedendosi poi al suo posto.
"Mamma, ecco... Sì, insomma, come ci si comporta da fidanzati?"
La donna rimase con la bocca spalancata per quel quesito.
Mai avrebbe creduto di vedergli quell'espressione imbarazzata.
Sorrise e riprese a mangiare, spiegandogli poi con tono dolce.
"Non c'è un 'modo' per comportarsi. Sii te stesso e fai ogni cosa utile per rendere l'altro felice. Bakugou sembra un ragazzo timido nonostante il suo carattere particolare, ma credo che non si aspetti nulla di diverso."
Quindi doveva comportarsi normalmente.
Ma come si faceva a rendere felice una persona?
Non ci capiva nulla.
Benché la spiegazione della madre sembrava essere esauriente, lui ancora non sapeva come comportarsi.
Ormai i fantasmi che lo avevano perseguitato stavano lentamente sparendo, sostituti da una testa calda bionda.
Bakugou occupava il 99% dei suoi pensieri: spesso si incantava ad osservarlo sul lavoro o mentre studiavano in camera.
Oppure camminava per strada con la testa tra le nuvole: una volta finì per ribaltarsi su un cassonetto della spazzatura che non aveva visto.
Per non mancare delle strane battutine che gli uscivano sul lavoro.
Come quella sera, durante il turno si erano presentate due ragazze dagli abiti fin troppo succinti. Ogni scusa era buona per appoggiarsi al bancone e mostrare la mercanzia.
L'impulso era di combinargli uno scherzetto che non avrebbero dimenticato facilmente, ma perse lucidità nel vedere che proprio il biondo le servì.
Si avvicinò al trio, poggiando entrambe le braccia sul bancone e sporgendosi verso le due.
"Portate i vostri ormoni lontani da lui: è mio." disse con tono per nulla deciso.
Lo ignorarono, prendendo a deriderlo.
"Hai sentito? Ma chi si crede di essere?" disse una rivolta all'amica.
"Certo, anche lui è carino, ma con quello sguardo infantile non gli affiderei nulla."
"E tu? Cos'hai da dire? Non credi che due siano meglio di quello stoccafisso?" domandarono infine al biondo.
In quel momento voleva solo sparire: ma perché quelle cretine non si facevano gli affari loro? Perché metterlo in imbarazzo proprio davanti a lui?
Fece un paio di passi indietro, portandosi il dorso di una mano a nascondere il viso ormai violaceo.
Il biondo si sporse verso le due ragazze, ammiccando.
"Vi faccio vedere io cosa ne penso."
Ghignavano le due, mentre il ragazzo si voltava allungando una mano e prendendogli il polso, liberando il viso del rosso.
Lo strattonò verso di lui, mantenendo la presa salda.
Voleva unirsi a quelle due?
Voleva fargli fare l'ennesima figuraccia?
"Guardate e imparate." lo sentì dire prima di vederlo avvicinare a sé ed unire le proprie labbra alle sue.
Ora sì che voleva sparire nuovamente.
Lo stava baciando davanti a tutti!
Ma era impazzito?!
Il disgusto delle ragazze che si alzarono e se ne andarono non venne visto da entrambi, troppo persi ad abbandonarsi a quel contatto.
Gli saltò praticamente al collo, sotto i borbottii del biondo che gli diceva di staccarsi perché erano al lavoro.
Scoppiò a ridere mentre stringeva la presa.
"Non me ne frega niente dei clienti in questo momento."
"Se ne sono andate, ora torna al lavoro!" imprecò l'altro forzando la presa e allontanandolo.
Quello che era nato come dispetto, si era tramutato in uno dei gesti più belli che avesse mai ricevuto da quel ragazzo.
Il rientro a casa fu lento: entrambi erano stanchi poiché a metà della serata si erano presentati vari gruppi di persone, riempendo il locale e facendo fare loro gli straordinari.
Camminavano l'uno accanto all'altro, mentre aveva preso a parlare ininterrottamente per non restare in silenzio e addormentarsi.
Incrociò sul marciapiede una coppia che passeggiava: la osservò fin quando non la superarono, ma un piccolo particolare non gli era passato inosservato.
Deglutendo come se temesse un augurio di morte, avvicinò lentamente la sua mano con quella del ragazzo.
Quando la sfiorò, trasalì, ripensandoci all'istante, ma le dita vennero intrecciate a quelle del biondo.
Lo stupore iniziale venne sostituito da un sorriso.
Era un'altra bella sensazione: la mano di Bakugou emanava un calore strano, rassicurante, mentre sembravano esser stati racchiusi in una sfera di cristallo.
Era come se per strada fossero rimasti solo loro due.
"E lasciala!" imprecò il biondo una volta arrivati davanti alla porta del rosso.
Quest'ultimo aveva deciso che non voleva separarsi da lui e continuava a tener stretta quella mano alla sua.
"Non voglio!" capricciò.
"Ma non posso rimanere attaccato a te!"
"Allora dammi un bacio e promettimi che cammineremo sempre così!"
"Ma sei scemo?"
Il viso dell'altro divenne purpureo e gli parve di sentirlo borbottare, anche se non capiva cosa dicesse.
Prese il coraggio, si avvicinò a lui e gli diede un delicato bacio sulla guancia, sciogliendo poi quel contatto con la sua mano.
"Buonanotte." sussurrò imbarazzato come non mai.
Stava per aprire la porta di casa, quando si sentì chiamare.
"Te la terrò sempre, la mano, Capelli di Merda."
Gli partì uno sbuffo di risata a quell'affermazione, rientrando poi in casa e andando a prepararsi per la notte.
Non aveva ancora capito come si faceva il fidanzato, ma forse al biondo andava anche bene così: stupido, impacciato, ingenuo e infantile.

Sunshine [Bakushima]Where stories live. Discover now