Capitolo 29

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Bakugou's pov

Erano passati due fottuti giorni da quando quel procione sottosviluppato che faceva da preside aveva annunciato la notizia della conferenza, suscitando un gran polverone.
Anche la stampa era stata avvertita con netto anticipo che i protagonisti sarebbero stati proprio i giovani heroes, pronti a rispondere delle proprie azioni ed a spiegarne il motivo.
Bakugou sedeva scomposto con i piedi su un banco, mentre un'innocente matita subiva la sua ira, lasciando solchi rozzi e profondi sul blocchetto per appunti che aveva poggiato sulle gambe.
Cosa avrebbe dovuto dire davanti a degli stupidi civili interessati solo a fare gossip e guadagnare popolarità?

"Buonasera a tutti, signori e signore, potete tranquillizzarvi perché al momento la situazione è sotto controllo ed è improbabile che avvenga nuovamente un episodio analogo. Ah, dimenticavo, ovviamente io e Shouto Todoroki siamo intervenuti durante il soccorso dei nostri compagni rispettando un programma prestabilito dalla scuola, non siamo stati assolutamente noi a scassarci il cazzo di aspettare quei coglioni che si rigiravano i pollici o che anteponevano la cattura di villains da quattro soldi alla salute dei propri studenti."
Posò la matita sul tavolo e vi lanciò il blocchetto al suo fianco, sbuffando: si era anche impegnato troppo per i suoi gusti, avrebbe improvvisato e se lo sarebbe fatto bastare, come aveva sempre fatto.

Il giorno dopo, alle otto precise, sarebbe stato accompagnato in una delle sale conferenza maggiori della città, insieme a tre compagni di classe, per parlare della loro esperienza e commentarla. Pensò alle centinaia di persone che sarebbero state presenti, alle domande indiscrete, telecamere accese e microfoni alzati che avrebbe determinato la sua entrata nel mondo degli heroes- e non come un semplice alunno della Yuuei particolarmente dotato- ma come un professionista, un prodigio e una stella nascente. Sarebbe stato tempestato di domande, avrebbe dovuto commentare, ribattere, forse anche scaldarsi dato il suo carattere non propriamente calmo e misurato, ma alla fine l'unico vero interrogativo sarebbe rimasta inespresso, una domanda scomoda, muta e invadente, una domanda pretenziosa, ma che non avrebbe avuto nessuna risposta verbale.

Che ne sarebbe stato di quella stella? Avrebbe bruciato nella sua stessa energia in pochi, splendenti secondi per poi ritornare ad essere una flebile fiammella fredda, oppure avrebbe consentito alla sua luce stabile di brillare nel cielo ancora a lungo? Era questo ciò a cui il pubblico era davvero interessato, ed era per questo che in quei giorni aveva continuato a vedere gli altri incredibilmente nervosi.
Ad eccezione di Todoroki ovviamente, avvolto dal familiare gelo.
Lo scricchiolio della sedia accompagnava i pensieri di Bakugou, mentre spingendo il piede sulla gamba del tavolo si dondolava avanti e indietro.
"Tch." fu tutto quello che uscì dalla sua bocca.

Una leggera risatina si levò dalle sue spalle. Non si girò, ma nonostante l'espressione corrucciata un angolo della sua bocca si alzò impercettibilmente.
"Da quanto sei qui, capelli di merda?"
"Impossibile non te ne sia accorto, non c'è bisogno che te lo dica."
Ed effettivamente aveva ragione. Poco prima si era reso conto di una figura che sgattaiolando si dirigeva verso di lui, sedendosi silenziosamente a qualche posto dietro di lui: aveva riconosciuto un rumore familiare di passi, il respiro con cui tante volte aveva imparato a sincronizzarsi, e aveva lasciato che si sedesse lì vicino senza proferire parola.
"Non dovresti essere a letto?"
Domanda retorica, quel cazzone non ci stava mai e faceva sempre in modo di dargli fastidio venendolo a cercare.
"Mi annoio senza favore niente, non posso allenarmi, lo sai. E smettila di dondolarti sulla sedia, potresti farti male."

Una risata si alzò genuina e al contempo derisoria dal petto del biondo.
"Hai il coraggio di dirmi che posso farmi male cadendo da una sedia dopo tutti i casini che hai combinato?"
Replicò ma ugualmente mise la sedia in posizione stabile prima di voltarsi a guardare in viso il compagno. Il volto di Kirishima si aprì in un sorriso affilato, incorniciato dai capelli rossi, sciolti e ancora piuttosto scompigliati.
"Beh, teoricamente non è stata interamente colpa mia." ribattè allegro il rosso.
"Ah, no?- Bakugou gli tocco una guancia con un dito, dove un livido viola sbocciava poco sopra il labbro, causando una smorfia dell'altro -Coglione."
"Guarda che sei tu il violento, se ti ficcassi anche io un dito nella guancia ti assicuro che non ti piacerebbe."
Katsuki alzò un sopracciglio: "E ficcamelo allora."

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⏰ Last updated: Apr 17, 2020 ⏰

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Truth or dare?  //Tododeku // Kiribaku// [INCOMPLETA] Where stories live. Discover now