Oltrepassare il limite

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Il suo sapore sulle labbra è inebriante, mi sembra di diventarne dipendente, non riesco a separarmene. I rumori che emette direttamente sulla mia bocca mi stanno mandando in tilt il cervello, davvero non capisco cosa pensi, perché me lo stia permettendo. Ma non ho bisogno di saperlo, non quando i nostri corpi a contatto mandano scariche elettriche lungo la mia spina dorsale, facendo andare in cortocircuito i miei sensi. E sicuramente non ho tempo di fare altro se non concentrarmi su di lui, mentre sono ancora tra le sue gambe, la mano destra che si muove sulle nostre erezioni. Ma non mi basta, voglio di più, voglio lui. La sinistra si muove da sola, d'istinto, abbassandogli ancora di più i pantaloni, senza staccarmi dalle sue labbra, mentre sento bruciare la pelle, la mia e la sua. Questa potrebbe essere l'unica opportunità che avrò mai, non lascerò che mi scivoli via dalle mani. "Kacchan..." Tutto il suo corpo è bollente, sembra ustionarmi al tocco, il desiderio che guida i miei movimenti. Non ho mai voluto qualcuno così tanto. O forse non ho mai voluto realmente qualcuno oltre a lui.

Se parlassi, se glielo chiedessi, sarebbe come ammettere che sta succedendo davvero. E non potrebbe accettarlo, non se lo può permettere, mi butterebbe fuori dalla porta con un livido in più da aggiungere a quelli vecchi. Non perderò l'unica occasione che ho, non posso. Faccio scivolare i pantaloni lungo le sue cosce, sfilandoli una volta arrivati alle caviglie, per poi tornare tra le sue gambe e baciarlo di nuovo, evitando di farlo pensare. Voglio che si lasci andare, che l'unico pensiero che gli passi per la testa in questo momento sia il desiderio. Lo vogliamo entrambi, questo lo so, ma non si può concedere il lusso di ammetterlo, sarebbe come dichiarare sconfitta, non succederà mai.

"Kacchan, posso farti stare bene" Passo la lingua sul suo collo, mentre la mia mano ricomincia a muoversi tra di noi, aiutata dalla saliva che ci ho lasciato sopra per favorire l'attrito, le sue dita ancora aggrappate alla mia spalla. Salgo verso la mandibola, con estrema lentezza, il suo respiro spezzato mi arriva al cervello come una droga, voglio sentirlo godere, senza che si trattenga. Concedo alla mano libera di scivolargli lungo la coscia, mentre lo spingo leggermente più in basso sul materasso con il peso del mio corpo che grava sul suo, ora o mai più. "Lascia che ti faccia sentire bene" Glielo sussurro direttamente nell'orecchio, sentendo uno spasmo che lo attraversa nel momento in cui mi convinco a farlo davvero, entrando con la punta, boccheggiando per via del calore che mi pervade di colpo. Sperando che la saliva sia sufficiente come lubrificante, anche se so perfettamente che non è abbastanza. Ma se lo preparassi lo renderebbe troppo reale, non lo potrebbe sopportare, non me lo lascerebbe fare, la consapevolezza lo bloccherebbe. Voglio che si lasci andare. E questo è l'unico modo.

Sento il collo venire afferrato in una presa ferrea, facendomi quasi perdere il respiro. "Sei morto figlio di....puttana...!" Non posso dire che non me lo aspettavo quando l'altra mano lascia la mia spalla per colpirmi in pieno viso. Percepisco il sangue colarmi dal naso, mentre incastro gli occhi nei suoi lividi di rabbia. Gli afferro il braccio, tirandomelo sopra, facendo sì che tutto il suo peso cada verso il basso, mentre si siede completamente sulle mie gambe senza poterlo evitare, non rimane fuori nemmeno un centimetro, sono dentro Kacchan, del tutto.

Sopraffatto, è così che mi sento, non ho mai provato delle sensazioni tanto forti con qualcuno, la testa leggera, il corpo che brucia, il cuore che batte così forte da darmi la sensazione che possa saltare fuori dalla cassa toracica da un momento all'altro. "Kacchan....hai tu il controllo" Sfioro con le dita la mano ancora stretta attorno al mio collo, mentre lo osservo con gli occhi lucidi dal piacere, ho bisogno di più.

E' bloccato, con il fiato corto, gli occhi sgranati, le pupille ridotte ad una fessura mentre realizza cosa sta succedendo, cosa ho osato fare. L'adrenalina che probabilmente gli sta scorrendo in circolo non gli permette di sentire il dolore, è più forte l'impatto emotivo di quello fisico. So che non avrei dovuto, che non dovrei, non è così che sarebbe dovuta andare, non sono riuscito a fermarmi.

AddictedWhere stories live. Discover now