12. non se lo ricorderà

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[yoongi's pov]
I giorni successivi alla chiacchierata con Seokjin ho riflettuto molto.

Mi era davvero dispiaciuto scoprire quanto stesse soffrendo; di certo non mi sarei mai aspettato una reazione del genere nonostante siano passati molti anni.

Nella sua testa gironzolavano ancora tutti quei ricordi negativi.

Ero convinto che il tempo lo avrebbe fatto maturare pure sotto questo aspetto, mettendo in disparte quelli che si ritrovavano essere i ricordi per i quali si tende a stare male, come in questo caso i maltrattamenti dei suoi genitori.

O meglio, l'omicidio dei suoi genitori.

Se devo essere completamente onesto, mi ha infastidito sapere così tardi che Seokjin stesse ancora male per questa situazione; non di certo perché non me l'ha confessato, in fondo non sono nessuno per obbligare le persone a parlarmi, ma dal momento che sono consapevole della mia preziosa empatia, mi sarei aspettato di intuirlo e rendermi disponibile ancora prima che esplodesse.

Al tempo stesso però mi ha reso felice il fatto che non si sia preoccupato nell'aprirsi con me, perché in fondo il suo era un argomento molto delicato di cui non sarebbe di certo stato facile parlarne.

Per questo sono contento di ciò che ho fatto, mi piace ascoltare le persone, capirle, rendermi in qualche modo utile.

In questo gruppo ci sono un paio di persone che non sanno dare un controllo alle proprie emozioni, cercando di apparire duri e dotati di autocontrollo per non sembrare deboli.

Peccato che per quanto si sforzino a nascondersi dietro una maschera, Min Yoongi sarà sempre in grado di vedere il viso nascosto, scoprendo tra l'altro quante crepe fossero nascoste dietro il loro nascondiglio.

Uno di questi è proprio Jimin, un ragazzo talmente fragile da odiare questo suo mancato autocontrollo che lo ha sempre portato a deprimersi, ma distraendosi poi con gli allenamenti e le rapine.

Peccato che, caro Jimin, ti conosco meglio delle mie stesse tasche.

[...]

«Jimin forza aprimi!» bussai per l'ennesima volta alla porta attendendo una sua risposta che non arrivò.

Non capivo se mi stesse ignorando o se stesse effettivamente dormendo, io di certo non lo sapevo dal momento che erano parecchi giorni che non incrociavo il suo sguardo per le stanze della nostra - ormai - casa.

Appoggiai l'orecchio alla porta tentando di origliare; molto probabilmente avrei potuto capire se mi stesse ignorando o meno.

Sospirai, non ero stato in grado di percepire alcun rumore, e l'ansia in me aveva iniziato a crescere senza che io ne trovassi un motivo.

Appoggiai così la mano sulla maniglia notando con stupore che la porta non fosse chiusa a chiave, e così decisi di entrare lentamente, facendo prima capolino con la testa e scoprire che il ragazzo stesse profondamente dormendo nel suo letto.

Così entrai chiudendomi la porta alle spalle. L'odore di alcol presente nella stanza era insopportabile, ma non solo, pure l'odore sgradevole che emanava il corpo del ragazzo contribuiva a rendere l'aria irrespirabile.

Non feci a meno di notare che le tapparelle fossero quasi totalmente abbassate e a terra ci fossero delle bottiglie di alcolici completamente vuote.

Deve essere stato così tanto disperato da volersi chiudere nella bolla dell'alcol con l'esasperante speranza di dimenticarsi dei problemi, proprio come si ritrovano a fare molteplici persone.

Povero, mi fa davvero tanta pena.

Mi sedetti accanto alla sua figura sul letto, dondolandolo leggermente con la speranza di risvegliarlo.

«Jimin, forza svegliati, puzzi e penso che tu debba farti una doccia non credi? È ora di uscire da questo buco una volta per tutte!» dissi un po' incerto notando come il suo corpicino prese a muoversi una volta averlo dondolato

«mh..» mugugnò in risposta «Yoongi..» chiamò debolmente il mio nome facendomi sussultare.

Deduco sia ancora ubriaco.

«Che facciamo? stiamo qui ancora per molto?» domandai con tono leggermente autoritario alzandomi successivamente per andare di nuovo alla porta.

«Yoongi..» si lamentò con voce rauca afferrandomi debolmente il polso «n-non andartene.. resta qui..» mi supplicò quasi in un lamento, tenendo sempre gli occhi chiusi.

Non so di preciso cosa mi prese in quel momento, molto probabilmente trovavo quella scena dannatamente triste e tenera per potermene andare, ma sospirai per la seconda volta portando una mano ad accarezzargli i capelli e mi soffermai di nuovo a guardarlo.

Piccole ciocche di capelli castani leggermente sudate gli scendevano lungo la fronte, mentre le sue dolci labbra carnose erano si erano leggermente schiuse.

In pochi secondi feci il giro del letto andando dalla parte in cui era rivolta la schiena di Jimin, che non mi dispiacque accarezzare un poco prima di stendermi accanto a lui e cingergli i fianchi da dietro con le mie stesse braccia e stringerlo a me per farlo sentire protetto.

In una situazione normale, dove Jimin non sarebbe stato ubriaco, mi sarei sicuramente imbarazzato. Infatti, mi stavo stupendo di me stesso e delle mie azioni in quel preciso momento.

Perché in fondo non era da me avere del contatto fisico con le persone.

Quindi mi ritrovai a ringraziare il fatto che fosse ubriaco.

Però c'era qualcosa in quel ragazzo che mi aveva convinto a fare un'eccezione.

Tanto ero sicuro che il giorno dopo si sarebbe dimenticato di tutto!

[namjoon's pov]
Erano diversi pomeriggi che io e Lalisa passavamo assieme discutendo sull'andamento della squadra e su quello che avremmo potuto fare per migliorare quelle piccole imperfezioni che ci facevano sbagliare.

Avevamo oramai perfezionato molte delle nostre azioni, ed ero sicuro che i nostri prossimi colpi sarebbero stati un vero successo.

«Sento che manca ancora qualcosa.. un qualcosa che vi caratterizzi non credi?» sentenziò Lalisa dopo essersi sbilanciata all'indietro sulla sedia

«Che ne dici di farci scegliere una specie di nome d'arte a testa? Non sarebbe una brutta, così molto probabilmente le persone che sostengono ciò che facciamo avranno comunque un modo di riconoscerci nonostante non conoscano i nostri volti non credi?» spiegai entusiasta notando come questa cosa non dispiacesse molto alla ragazza.

«non sarebbe una brutta cosa in effetti» si grattò la testa pensierosa «potrei pensare di radunarvi tutti e farveli decidere personalmente» concluse risistemandosi successivamente sulla sedia.

Ormai la TV parlava di noi come se fossimo stati il nuovo kira del famosissimo anime Death Note; agivamo, ma nessuno conosceva la nostra identità, e la polizia indagava ora dopo ora senza alcun risultato.

Ero sicuro che non appena saremmo ritornati ad attaccare avremmo spaventato ancora di più l'armata sudcoreana. Eravamo pronti a tutto, ed eravamo certi che col lavoro di squadra avremo raggiunto ogni nostro traguardo, con il sangue, il sudore e le lacrime!

Perché noi siamo i Boys of The Shadow, e mostreremo al mondo intero che l'unione fa la forza, nel bene e nel male che sia!

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SONO RITORNATA!
sono molto discontinua ma so che mi perdonerete :(
cooomunque, che ne pensate del comeback? io credo che di meglio non potevano di certo fare, sono letteralmente orgogliosa di loro💜
안녕🤠

𝒓𝒆𝒗𝒆𝒏𝒈𝒆 || BTSWhere stories live. Discover now