Che si vive di rimpianti e si muore di ricordi

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Parlavo di te ai passanti, che mi scambiarono per pazzo

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Parlavo di te ai passanti, che mi scambiarono per pazzo.
E forse un po' lo ero.
Ma come potevo rinunciare al tuo ricordo se questo vorticava ancora nella mia mente?
Parlavo di te alle stelle, alla luna, tacita ascoltatrice, ch'io sapevo fosse dalla mia parte, perché in silenzio acconsentiva.
Parlavo di te a me, perché non potevo farne a meno.
Mi rendevo conto bisognasse lasciar andare tutto nella propria direzione, quella originaria, che a cambiarne la traiettoria era come rivolgersi al mondo e chiamarlo universo.
Parlavo di te alla mia mente e lei, bastarda qual era, riportava a galla cose che non doveva, e queste s'infrangevano sull'iridi come onde sugli scogli durante una giornata di tempesta.
Parlavo di te agli occhi miei, che quelli ancora ti ricordavano con la stessa passione di una volta, e poi quando realizzavano il casino che s'era creato, s'imperlavano di gemme salate, cariche d'amarezza verso quei giorni ormai perduti.
Parlavo di te alle labbra mie, che tante volte hanno assaporato le tue, e potevo perder tempo, più di quel che m'era rimasto, per descriverle a chi riusciva solo a rimirarle da lontano.
E forse, avevano la possibilità di sognarli quei boccioli rosa, freschi come fiori in piena primavera, dal sapore d'albicocche e purezza.
Che l'unico ad averle assaggiate con veemenza, fui proprio io, ed il petto, al sol pensiero si gonfiava d'orgoglio.
Parlavo di te, infine, allo specchio, i cui cocci, dopo un mio impeto funesto, giacevano a terra, e grondanti di liquido vermiglio, riflettevano, in miniatura il volto mio sofferente.

Perché un tempo qualcuno, o forse proprio tu, mi disse "carpe diem".
Ed io l'attimo non lo colsi perché acerbo ed impaurito, che il futuro lo vedevo come un qualcosa di troppo lontano, quando in realtà fu solo l'attimo successivo.
Che mi urlarono "dimenticalo" ma come potevo fare? Se mi avessero guardato meglio, e non con il solito occhio critico, avrebbero capito tanto, forse tutto.
Lasciare alle spalle il tuo ricordo? Mai.
Perché loro non sapevano, ma io parlavo di te.
E poi il tuo, di ordine.
Mi implorasti di non cedere, l'attimo prima che gli occhi tuoi m'abbandonassero, ma tale richiesta, mio amore, non poteva essere esaudita.
Perché quando ti strapparono dalle mie braccia, nessuno fece caso al mio di dolore, straziante.
E perdonami se ho ceduto come un vigliacco, perdonami, ma sono in bilico su un filo che separa la vita dalla morte, il mio corpo dalla tua anima.
E come un suicida attende silenziosamente la morte, io aspetto una tua ultima carezza o soltanto un tuo ultimo sguardo prima di precipitare nell'oblio più totale che si insinua, malvagio, tra le tue labbra.









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SONO TORNATA CON QUESTA ONESHOT CREATA IN TRENTA MINUTI DOPO AVER VISTO IL MAGNIFICENTE VIDEO DI FALLING.
GRAZIE HAZZA PER L'ISPIRAZIONE :)
ILYSM

SPERO VI SIA PIACIUTA
ALLA PROSSIMA
xoxo

𝐅𝐚𝐥𝐥𝐢𝐧𝐠حيث تعيش القصص. اكتشف الآن