Once Upon a Dream

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L'incubo per quanto possa sembrare assurdo non e mai crudele quanto un sogno...

sogni hanno da sempre affascinato l’essere umano e fin dalle antichità si è cercato di trovare una spiegazione di questo fenomeno. Quando dormiamo la nostra razionalità scompare e il nostro cervello entra nell’area dell’inconscio.

Ma i sogni sono anche i nostri desideri più profondi, oltre a quelli che facciamo ad occhi aperti quando con l’immaginazione viaggiamo verso qualcosa che vorremo fortemente realizzare.

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La sera era scesa sull'isola che non c'è, era ormai qualche ora che vagavo per la giungla oscura e di Peter Pan non v'era anima viva.
L'incantesimo di Trilli aveva funzionato.
Avevo trovato un modo per depistarlo recapitandogli una lettera con una delle mie frecce, dove chiedevo di incontrarlo all'albero del pensiero, così da restare lontano da occhi e orecchie indiscrete, e lui ci era cascato in pieno.
Potevo percepire la sua rabbia chiaramente. Non trovandomi lì aveva sicuramente capito che lo avevo tratto in inganno.  
Il fatto di non avermi più sotto controllo lo tormentava.
Un risolino strozzato fuoriuscì dalla mia bocca quando quest'ultimo provò a mettersi in contatto con la mia mente, ma io di tutta risposta lo fermai creando uno scudo con la magia.
Ultimamente avevo fatto progressi, riuscivo a difendermi, ma questa risultava un arma a doppio taglio, Trilli poco prima di andarsene aveva bofonchiato qualcosa,"Sei potente, ma il dolore più grande ti sarà fatale, C'è magia in te, ma la luce verrà presto oscurata dal nero dell' odio"...
Sinceramente non so bene a cosa si stesse riferendo, ma avevo come l'impressione che se non me ne fossi andata dall'isola il prima possibile lo avrei scoperto.

Era giunta l'ora, eravamo d'accordo che quando la seconda stella sarebbe spuntata nel cielo ci saremmo incontrati alle Cascate.

L'acqua scorreva imperturbata, dando vita ad un suono rilassante. Se avessi scoperto prima dove si trovassero sarebbe diventato il mio posto preferito.
Il rumore di foglie calpestate mi riportó alla realtà. D'istinto una palla di energia si creò tra le mie mani illuminando così ciò che vi era intorno, ma le mie gambe non ressero più quando dal fitto della foresta comparve la figura dell'uomo che amavo più della mia vita...
•Papá...•
La voce morì in un sussurro.
La sfera luminescente sparì velocemente come era comparsa, le gambe si mossero da sole come se conoscessero già la strada da percorre, le lacrime scorrevano copiosamente sul viso di entrambi, le braccia si chiusero intorno ai corpi tremanti che erano stati tenuti lontani per troppo tempo.
Ma non c'era spazio per i convenevoli il tempo stringeva e Peter Pan presto si sarebbe reso conto del piano che stavamo mettendo in atto.
Raggiungemmo la spiaggia dove una scialuppa ci stava aspettando, all'orizzonte la Jolly Roger si stagliava maestosa pronta per salpare non appena avremmo messo piede sul ponte.

Una volta raggiunto il vascello venne calata una scaletta che ci avrebbe permesso di salire, ma non appena questa ci raggiunse un fischio richiamò la mia attenzione, dal parapetto spunto la testa spettinata del mio fratellone, il cuore perse un battito, il terrore di non rivederlo più mi attanagliava dal momento in cui avevo messo piede nell'accampamento non vedendolo da nessuna parte, rivederlo lì sulla nave sano e salvo mi provocò una tale gioia che mi ritrovai tra le sue braccia in un nano secondo. Le lacrime ripresero a percorrere il viso di entrambi.
•Sei qui Wendy sei davvero tu!•
La voce di mio fratello spezzata da pianto risuonava come musica.
Le mani presero a tastare le figure come per paura che tutto questo potesse essere solo un dannato sogno, frutto di una vana fantasia, ma il caso volle che tutto ciò fosse reale. Mi trovavo a casa.
Ma come i sogni più belli vengono interrotti dall'alba imminente esso scivolò tra le dita quando una voce interruppe i singhiozzi...

La figlia di Uncino Where stories live. Discover now