3. Un posto tranquillo

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«grazie Alyx, te ne sono grato» mi disse Wells dopo che finimmo di seppellire i due che morti durante lo schianto della navicella.
«figurati Wells, sono morti da idioti ma avevano diritto ad una sepoltura. Se non loro almeno i loro cari».
«che facciamo con i loro vestiti?» mi domandò prendendoli in mano.
«li portiamo alla nave, prima o poi serviranno a qualcuno» gli risposi.
«hai ragione ragazzina, dalli a me» disse una voce scontrosa che conoscevo.
«piantala Murphy, non essere egoista» gli intimò Wells ed aveva ragione.
«io? Piantatela voi, a nessuno qui importa se siete o meno i figli dei capi sull'Arca, qui siamo sulla terra e non valete nulla, non potete appropriarvi di tutto, non qui» disse il ragazzo avvicinandosi pericolosamente a noi.
«sta zitto Murphy, noi non ci appropriamo di un bel niente, questi saranno utili in futuro quindi ora sei pregato di levarti dai piedi» lo minacciai cercando di farlo andare via, ma senza risultati.
«taci Kane» mi sputò addosso quelle parole in un modo così acido che strinsi la mano intorno al manico del coltello «non costringermi ad usarlo» sussurrai mentre lo sguardo del verme si puntava nella mia tasca con la lama.
«okay okay, la festa si farà un'altra volta allora» rispose lui andandosene alzando le spalle.
«ho sete, vado a cercare qualche fonte d'acqua nella foresta» dissi io a Wells, avevo bisogno di un po' di tempo per me. «da sola? In una foresta che non conosciamo? Sai quanti animali saranno stati soggetti delle radiazioni? Qui anche un coniglio può essere letale, poi non pensi che Bellamy ci odi già abbastanza?» cercò di farmi ragionare lui ed ha perfettamente ragione, ma volevo staccare da qui per un po'.
«me ne sbatto di quello che dice Bellamy- sai anche tu che non è vero... - e poi so badare a me stessa, non mi servono babysitter» esclamai dandogli le spalle.
«tu sei completamente andata» mi disse il ragazzo ed io sorrisi «qualcuno deve pur fare la pazza del villaggio, no?» gli risposi sorridendo dopo troppo tempo.
«... Cerca solo di non farti ammazzare, okay?» si assicurò poi lui dopo un sospiro di rassegna
«tranquillo, devo fare ancora molte cose qui, sono appena arrivata» esclamai io, per poi scavalcare il recinto e inoltrarmi nel bosco.
Era tutto stranamente tranquillo, intorno a me vedevo solo alberi che assomigliavano a delle bizzarre conifere ma il loro tronco era molto più sottile e saranno stati alti circa cinque metri... 
Un silenzio come quello era un silenzio strano, sentivo solo il mio respiro, il mio battito cardiaco in aumento e il rumore dei grilli, o quello che speravo che fossero.
Un qualcosa di blu elettrico che contrastava con il verde del muschio su cui era posato attirò la mia attenzione e decisi di avvicinarmi con cautela con il coltello di osso stretto nella mano destra.
Quando mi avvicinai a lui l'animale mosse quelle che sembrano delle ali, erano talmente luminose che mi facevano vedere il mio riflesso sfocato, improvvisamente l'animale si levò in volo come una farfalla e rimasi affascinata da quello spettacolo mentre un'altra la seguiva ed un'altra ancora, fino a sembrare un centinaio.
Un centinaio di farfalle che volavano e danzavano per me facendo delle spirali e dei giochi strani ma meravigliosi.
Sentii un rumore da dietro un albero e mi voltai spaventata ma stranamente non vidi nulla, così continuai ad andare avanti anche se continuavo a sentire un peso allo stomaco e la costante sensazione di essere fissata.
Camminai ancora a lungo finché non vidi dei funghi rosa e gialli e capii che un fiume era vicino perché sapevo che quei funghi nascevano solo nell'umidità (l'avevo sentito durante una lezione di Pike sulle piante geneticamente modificate dalle radiazioni).
Finalmente vidi una macchia d'acqua somigliante ad un fiume quindi presi la mia borraccia e la riempii, fino a quando mi resi conto che era una cosa da matta stare qui da sola e che sarebbe stato meglio se me ne fossi tornata al campo.
Ma all'improvviso vidi qualcosa di strano nel lago... Sembrava un riflesso, così mi sporsi un po' per vedere meglio e c'era il riflesso di Kane, ma che diamine ci fa Marcus nel lago?!
Mi stropicciai velocemente gli occhi ma quando mi riaffacciai vidi solo il mio riflesso.
Sospirai e controllai il mio respiro per calmarmi, avevo gli occhi sbarrati ed un velo di sudore mi appiccicava i capelli castani come quelli di mio padre alla fronte e mi coprivano parzialmente gli occhi azzurri presi da mia nonna, mi ricordo quando Kane mi diceva che avevano la forma a mandorla ma erano grandi come quelli di un cerbiatto.
Ok basta, stiamo parlando della persona che ti ha mandata in prigione e poi ti ha catapultato qui.
Sospirai ancora, ma poi sentii una puntura alla caviglia sinistra, abbassai lo sguardo e vidi una cosa che assomigliava ad una sanguisuga rossa che si stava gonfiando.
Oddio mi sta bevendo il sangue! Cacciai un urlo, per poi staccarmela a forza dalla caviglia e buttarla nel fiume ma, prima che potesse anche solo sfiorare l'acqua, venne mangiata da una specie di luccio gigantesco che spuntò dal nulla.
Mi spaventai e corsi il più lontano possibile da lì, non mi fermai finché non toccai il famigliare recinto di legno della base, poi mi buttai a terra.
Sono al sicuro qui.
Pensai mentre fissavo il cielo, il mio petto si alzava e si abbassava velocemente e il cuore mi pulsava come un martello nelle tempie, mentre sentivo il sangue della caviglia colarmi sulla calza, quella schifosa di una sanguisuga mi aveva morso per bene.
Passandomi una mano tra i capelli per toglierli dalla fronte mi alzai a sedere per controllare la caviglia, non aveva un bell'aspetto ma se ci sono corsa sopra sicuramente non sarà grave, devo solo nasconderlo prima che qualcuno lo veda e sperare che quando l'adrenalina passerà non mi farà tanto male.
Camminai verso la base per rubare qualche centimetro di benda ma quando salii sulla pedana per entrare nella base, Bellamy aprì la tenda dall'interno e si fermò.
Merda.
Misi il piede destro dietro al sinistro e feci finta di essere lì da un po', appoggiando poi il braccio destro sullo stipite della vecchia porta.
«ciao...» dissi cercando di essere disinvolta e sperando di non arrossire siccome il ragazzo davanti a me era a torso nudo e non era proprio un brutto spettacolo.
«sei qui da molto?» mi domandò lui.
Io mi guardai le unghie, ma quando notai che erano sporche di sangue le ricacciai in tasca «da un po', sì... Perché?» gli domandai cercando di sembrare disinteressata.
«hai sentito qualcosa?» chiese mentre un bagliore strano gli attraversò gli occhi per un secondo, era forse preoccupazione?
«no, dovevo sentire qualcosa?» domandai io alzando un sopracciglio, improvvisamente incuriosita.
«no no, non preoccuparti» mi rispose lui liquidandomi con un gesto distratto della mano.
Mentre Bellamy se ne andava probabilmente alla ricerca di una maglietta, una ragazza uscì dalla base e notai che era mezza nuda anche lei «hai visto Belly Belly?» mi chiese.
Cercai di trattenere una smorfia di disgusto ed una risata «Belly Belly? No, non l'ho visto» le risposi io e lei mi guardò un po' negli occhi, ma non feci trasmettere nessun pensiero quindi se ne andò.
Entrai nella base e vidi un paio di vestiti, delle coperte spiegazzate ed un'altra donna che stava ancora dormendo.
Ah, il bambino era indeciso e quindi ha voluto entrambe... Che schifo.

I'm not your princess // The 100Where stories live. Discover now