RECENSIONE LEFT

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Titolo: LEFT
Genere: Mistero
Autore: smarty_esTrama: Hereford, Inghilterra, 1871.

Elisabeth, rimasta orfana a cinque anni, viene chiusa nell'orfanotrofio della piccola cittadina di Hereford. La sua vita è ormai segnata. Sa che passerà il resto dei suoi giorni in quel vecchio edificio, sfruttata e maltrattata, costretta a rincorrere la sopravvivenza con le proprie forze.

La sua vita cambia quattro anni dopo, quando all'orfanotrofio viene accolto Ryan, un bambino di nove anni abbandonato dai genitori. Appena i loro occhi si incontrano Elisabeth capisce che da quel momento in poi sarà tutto diverso. Troverà in Ryan la forza per resistere, per andare avanti, per sopravvivere. Riuscirà a colmare il vuoto che sente dentro al petto, imparerà a sorridere e a trattenere le lacrime. Si renderà conto che nel mondo non tutto è perduto, che esistono ancora persone in grado di amare e di rendere la vita di una ragazzina impaurita un po' meno buia.

Ma Elisabeth sarà costretta ad affrontare un problema alquanto peggiore. La vita infernale all'orfanotrofio è niente in confronto a ciò che sta accadendo nella sua testa. Inizia a vedere cose che non esistono, i suoi sogni sono popolati da sangue, cenere e fiamme e le sue giornate cambiano quando inizia ad essere perseguitata dall'immagine di una ragazza che solo lei è in grado di vedere, identica a Susanne, arrivata all'orfanotrofio insieme ad Elisabeth.

Ryan capisce che Elisabeth ha bisogno di aiuto, per questo sono costretti a scappare. Ma i due ragazzi si renderanno conto che ormai è troppo tardi e che fuggire dalla propria mente è impossibile.



Recensione:

Left è innanzitutto una storia relativamente breve. Ha in totale 9 capitoli più il prologo, quindi partiamo da qui.
Sinceramente iniziando a leggerla e senza vedere quanti capitoli aveva mi ero aspettata che l'autrice avesse pensato di fare una storia corposa e ricca di colpi di scena e invece no.
Ci sono rimasta male? Assolutamente NO!
Devo dire che quando mi sono resa conto di stare arrivando verso la fine (più o meno al quarto capitolo) mi sono detta: Sì, decisamente una scelta giusta.
Per quanto io sia fan (poiché di mio ne scrivo) di storie lunghe, non significhi che non sia meglio una storia concentrata in così relativamente pochi capitoli.
Ma iniziamo con le cose serie:


-La trama:

Elisabeth è orfana e si trova (appunto) in orfanotrofio, luogo nel quale iniziano a succedere cose strane per colpa di Susanne, un'altra ospite del posto. Ryan è il migliore amico di Elisabeth e insieme dovranno trovare un modo per scappare da lì e cercare di capire cosa sta accadendo alla povera Elisabeth che sembra impazzita.
Sono stata abbastanza esaustiva? Beh spero di no così andrete a leggervi il racconto.
Comunque, tornando a noi: come trama devo dire che non è l'originalità creata a tavolino. Di orfani e orfanotrofi se n'è sentiti ben molti, però devo dire che nel corso della lettura mi sono ricreduta su come l'autrice ha arricchito il percorso dei personaggi per arrivare a una svolta eclatante sul finale! (Che, detto tra noi, non mi aspettavo!)
Che poi, comunque, si parla di orfani e orfanotrofi e bimbi spaesati, ma con uno sfondo (che poi troppo sfondo non è) molto molto dark che spesso fa venire i brividi (io stessa mi sono guardata dietro le spalle più volte).
Quindi trama comunque ben articolata, sviluppata bene e in modo anche abbastanza coerente nella sua totalità.


-Personaggi:

questa è sempre la mia parte preferita!
Elisabeth è un soggetto che più volte mi ha fatto pensare: Oh, Dio, ti abbraccerei come una cucciola, ma allo stesso tempo ti tirerei due schiaffi!
Cioè, capisco benissimo il disorientamento quando hai delle visioni e non capisci se siano reali, frutto della tua mente, create da un demone sovrannaturale, o solo dio sa cosa, MA! Diciamo che se Ryan non corresse sempre in suo aiuto forse sarebbe morta nel terzo capitolo?
Ok, ammetto di essere una fan del "Donne potenti, donne che hanno le palle!!" (nonostante la mia protagonista sia una fifona che Elisabeth in confronto è Lara Croft, ma dettagli) e non dico che non mi sia piaciuto il suo personaggio, anzi, l'ho trovato molto coerente nelle sue scelte, nel suo percorso ed è una cosa che apprezzo moltissimo, dico solo che la figura dell'uomo che "salva" sempre la donzella dopo un po' mi fa storcere il naso.
Nulla da dire su Ryan, altroché, è il tipico ragazzo per cui perderei la testa e mi innamorerei alla follia (soprattutto se fosse realmente Nick Robinson), però in alcuni punti l'ho visto un po' troppo devoto.
Ok, sì, sono migliori amici da tipo 8 anni, però quando vedi che la tua bellissima amica non distingue più la realtà dalla fantasia io me la sarei un po' data a gambe (alla faccia del "donne con le palle" di prima, vero?). Ma ammiro davvero il bene che le vuole e il restare nonostante tutto, è bellissimo sapere di poter contare su una persona così tanto.
Susanne... che dire di lei? È un personaggio che ha il suo valore e il ribaltamento finale della situazione mi ha davvero fatto aprire gli occhi dallo stupore. Ripeto: non me lo aspettavo e mi ha colto talmente alla sprovvista da essere accolto positivamente!
Però diciamocelo: Susanne fa solamente paura, però non temete, può solo entrarvi in testa e farvi impazzire (occhiolino).
Il mio personaggio preferito comunque rimane la direttrice: tanto coraggio, davvero tanto coraggio per fare le sue due comparse (sono ironica, eh).


-Lessico e sintassi:

lo dico e lo ridirò ogni volta: in italiano facevo abbastanza schifo, per cui non prendete il mio giudizio come universale o da professoressa di lettere. Assolutamente no, è solo un mio umile parere da lettrice media.
Il lessico che utilizza la nostra autrice è azzeccato. In che senso: ogni parola che utilizza si inserisce benissimo nel contesto rendendo la lettura molto fluida e incatenando il lettore alla storia e trascinandolo all'interno del suo mondo. Ha una sintassi e un linguaggio molto sciolti che fanno capire il lavoro che c'è dietro e un netto miglioramento rispetto alla prima stesura (sì, ammetto che questa storia avevo avuto modo di leggerla un bel po' di tempo addietro).
Decisamente uno stile di scrittura interessante e che sa catturare il lettore.
Inutile dire che la grammatica è più che perfetta.


-Descrizioni:

mi ricollego subito al punto precedente: scrive davvero bene la nostra autrice e lo fa aiutandosi con delle descrizioni delle scene molto dettagliate e che mi hanno permesso di entrare all'interno della storia e immaginarmi lì, come se fossi la telecamera di un film. Sì e credo che questo (per me almeno) sia uno dei complimenti migliori che si possa fare: quando il tuo scritto riesce a sembrare un film, un qualcosa che vedi, che si muove, che è vivo.
Ecco, lo descriverei così: Left vive.
Vive perché ti porta dentro con sé, ti acchiappa e ti fa fremere, tremare, sobbalzare e rimani con il fiato sospeso e con l'immagine chiara di quello che l'autrice vuole dire.
Almeno questo nelle scene più clou e di suspence! Ovvio che ci sono scene più statiche che sono più complicate da ''figurare'', ma questo non incide sul fatto che ho adorato le descrizioni di questa storia!


-Considerazioni generali:

la storia mi è piaciuta, mi ha preso molto e sono arrivata alla fine senza fiato. Devo dire che mi aspettavo un finale leggermente più tragico, cioè, per la storia secondo me ci sarebbe stato tantissimo, però l'happy ending è un po' il sogno di tutti nella vita, quindi anche farlo accadere nelle storie alla fine ci sta.
ha quel mix di horror, amore, giovinezza, cupezza e stranezza che ti mette la giusta ansia per arrivare fino alla fine e dire: Ah, wow, è finita.
E ti senti quasi completa (quasi perché mancano le patatine a coronare il tutto).
La consiglio a tutti gli appassionati di vicende decisamente dark!

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