inizio e fine.

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ti domandi mai, chiede la mia spina dorsale scivolando ancora più a fondo nel letto per farti spazio. ti domandi mai se in un'altra vita i due fragili concetti di me e te in qualche modo siano riusciti a fare almeno una cosa buona e a durare per sempre sotto forma dell'irrefrenabile  potenza del noi?


forse, le tue ginocchia sembrano riflettere, il peso si sposta sulle due quando queste affondano nel materasso così che tu possa guardarmi aperto davanti a te come si deve. attentamente. come se fossi l'unica cosa che conta.


pensi mai, la mia anima sospira mentre qualcosa di simile ad un nodo si va formando nella mia gola secca che mi impedisce di inghiottire indipendentemente da quanto mi impegni per farlo, pensi mai che forse dopo tutti i nostri tentativi e fallimenti, non c'è per te nessuno che vada bene se non io?


sempre, rispondono i tuoi occhi in un secondo netto, molto prima che io abbia tempo di prendere fiato, perfino prima che io abbia tempo di prepararmi per il pesante colpo di diniego, e i tuoi occhi sono lucidi, e sono leggermente umidi, ma in qualche modo la risposta continua a riflettersi attraverso essi, e in qualche modo riesco a coglierla come se fosse l'ultimo frammento di speranza nell'intero universo e io lo stingessi vicino al mio cuore, e in qualche modo, dopo tutto questo tempo, sono stupido esattamente come quando tu mi hai incontrato per la prima volta.


prendo un respiro profondo e inalo qualcosa di fatale e velenoso. convinzione. 


convinzione che siamo fatti l'uno per l'altro. fin dall'inizio dei tempi, quando l'universo iniziò a esistere e quando ogni anima appena fatta poteva solo vagare senza una meta priva di uno scopo fino a trovare il corpo perfetto per lei. convinzione che eravamo diversi. perché siamo fatti l'uno per l'altro. convinzione che per noi era molto più bello. il girovagare non esisteva quando eravamo fatti l'uno per l'altro e il girovagare non esisteva quando avevi un compagno di vita. ed è difficile dimenticare qualcosa di così monumentale come il momento in cui ci siamo incontrati. scariche elettriche lungo la mia spina dorsale, scintille di luce tra le nostre dita incrociate. i cuori che battono allo stesso ritmo mentre le labbra si aprono per riflettere uno stesso sorriso. ed è ancora più difficile credere qualcosa di diverso dal fatto che siamo fatti l'uno per l'altro.


tra le lenzuola aggrovigliate che ancora odorano troppo di te e i vestiti stropicciati che per la prima volta hai maneggiato con cura, è buffo che questo sia il momento in cui entrambi abbiamo deciso di fare domande che nessuno di noi aveva avuto il coraggio di porre negli ultimi sette anni in cui avevamo vissuto la stessa vita.


in una notte che non è diversa dalle precedenti ma è l'esatto opposto di quelle future, tra tutti i momenti delle nostre prime volte, in cui i nostri corpi sono stati sottoposti a sforzo per raggiungere la perfetta armonia ed il giusto equilibrio, è davvero ridicolo, che solo ora le nostre menti stanche e i nostri cervelli usurati siano finalmente riusciti a giungere alla stessa conclusione.


quando c'è solo il silenzio tra di noi (ovvero quasi ogni singolo momento in questi giorni, lo so) e quando i tuoi occhi sembrano non essere in grado di restare fissi su uno stesso punto, vagando ovunque tranne che su me (perché l'orrenda vista di me è insopportabile anche per un secondo, lo so) è troppo semplice, sembra dire la mia bocca contro la tua spalla, troppo fottutamente semplice, sentire i milioni di domande rimbalzare negli meandri della tua mente.


quando le nostre gole sono diventate troppo secche a causa del fatto che non parliamo da un tempo così lungo da sembrare infinito (perché non abbiamo più cose da dire che non ci feriscano, lo so) e siamo intrappolati in quel tipo di silenzio che è assolutamente assordante (e sta ferendo i nostri timpani e sta ferendo i nostri cuori, lo so) è davvero troppo semplice, i tuoi denti sembrano dire mordendo mentre si serrano sotto la mia mandibola, troppo fottutamente semplice, cadere nella trappola che mi costringe a confrontarmi con l'orribile me stesso, con il dannato osceno me stesso insieme ai tuoi pensieri senza risposta che si comportano come boomerang tra gli angoli di questa stanza soffocante.

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⏰ Last updated: Apr 01, 2020 ⏰

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