Parte 8 - Un'oscura attrazione

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Dopo la grazia concessa a Orfeo, Ade giudicò le ultime anime. Il fiume e la valle rimasero vuoti e silenziosi.

«Vorresti seguirli, vero?», domandò Ade a Koros.

Lui si alzò. «Vorrei che fossero felici, è sbagliato?»

Ade gli si avvicinò. «Sai così poco di come funziona il mondo, Artemide e tua madre ti hanno conservato in uno scrigno dorato, ma tu non capisci che anche quella era una prigione».

Koros ingoiò una replica mordace e si inoltrò lungo le valli e i corridoi che lo avrebbero condotto fino al pioppo bianco. Sentì il fruscio del mantello di Ade alle sue spalle, e pensò che lo stava seguendo proprio come Euridice seguiva il suo sposo, ma si rimproverò subito per quel paragone. Ade era ancora il dio che lo aveva rapito.

Si voltò d'improvviso e si scontrò contro il suo petto. «Grazie per avermi concesso di salvare Euridice», gli disse.

Ade lo prese tra le braccia. «L'ho fatto solo perché me l'hai chiesto tu».

«Non è vero! Ti straziavano il canto e il dolore di Orfeo, proprio come ti ha straziato prima il lamento di quell'anima, perché lo neghi?»

«A straziarmi è il mio amore per te», replicò il dio.

Koros era convinto di aver udito un tremito nella sua voce. Il dio degli Inferi che vacillava per lui. Il dio degli Inferi il cui profumo di papavero lo inebriava e la cui voce gli faceva tremare le ginocchia. Desiderava che fosse solo per paura, ma sapeva che non era così, che la passione su cui tanto si era interrogato durante la sua giovane vita, nascosto nel tempio di Demetra, stava esplodendo dentro di lui.

«È solo con te che ho scoperto di avere un cuore», continuò Ade.

Koros scosse la testa. «Non conoscevi me quando hai deciso di salvare gli uomini da una guerra divina».

«Vedi qualcosa di buono in me?»

«Io...», balbettò lui, incapace di capire cosa agitasse il suo cuore.

«Tu sei la vita di cui ho bisogno, la luce nel buio delle tenebre», gli sussurrò Ade sul viso.

Koros ne sentì il fiato caldo sulle labbra, il profumo che gli inebriava le narici. Lo sguardo di Ade gli faceva sentire qualcosa nello stomaco, un tremito che lo scuoteva. Non gli era mai capitato questo quando Apollo allungava le sue mani su di lui. Chiuse gli occhi per non vederlo, per non farsi domande, ma fu travolto dal contatto con le labbra del dio. Schiuse le sue istintivamente, mentre il cuore gli galoppava nel petto e Ade affondava le dita nella sua schiena.

Udì un gemito, ma non seppe dire se fosse stato il suo o del dio. Sapeva solo che la lingua del dio esplorava la sua bocca, che lo accendeva tanto da fargli sentire la pelle bollente, come se avesse addosso una smania. Quando sentì il sangue pulsare tra le sue gambe, si allontanò spaventato.

«Voglio raggiungere Orfeo», ansimò, e gli occhi non riuscirono a staccarsi dalle labbra turgide di Ade.

«Il mondo dei vivi e quello dei morti sono incompatibili. Prima lo capisci meglio è», rispose l'altro sibillino. «In ogni caso, per sapere se Orfeo è riuscito a ubbidire al tuo ordine non c'è bisogno che tu arrivi all'ingresso del regno».

«Voglio solo sapere se saranno felici».

«No, vuoi anche sapere se lui ti ha ubbidito, perché il potere ti ha esaltato». Ade gli passò un dito sulle labbra, «come ti ha esaltato il nostro bacio».

«Ti sbagli. Sei un arrogante proprio come tutti gli altri». Koros scappò via, per sottrarsi a quello sguardo inquisitore che era in grado di farlo sentire nudo. Raggiunse la sua stanza, ma se lì era al sicuro dalla presenza di Ade, non lo era dalle emozioni che il dio gli aveva lasciato addosso. Afferrò un calice colmo di ambrosia e ne bevve un sorso, ma presto un urlo lacerò l'aria densa degli Inferi. Il calice scivolò via dalle mani di Koros e cadde a terra con un tonfo. Koros non ebbe bisogno di domandarsi a chi appartenesse l'urlo. Aveva riconosciuto la modulazione della voce di Orfeo, la dolcezza che si trasformava in disperazione.

Orfeo non era riuscito a mantenere fede al suo patto. Il mondo dei vivi e quello dei morti sono incompatibili, gli ritornarono in mente le parole di Ade. Una parte di sé capì che se si fosse innamorato di Ade avrebbe perso per sempre il suo mondo, e se fosse riuscito a tornare da sua madre, avrebbe perso Ade. Pianse, e si disse che lo faceva per Orfeo.

Ade (gay version)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora