XIV - E la gente mi guarda, ma non ho niente di vero

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Ti dedico il silenzio - Ultimo

La piccola chiesa era gremita di gente. Glielo facevano intuire i dettagli: una vaga puzza di sudore appestava l'aria, dovuta al caldo torrido contro cui nulla potevano i due ventilatori posti ai lati dell'altare; i rumori dei ventagli e i sussurri frettolosi riempivano le pause dell'omelia del prete e aveva perso il conto delle volte in cui il pesante portone aveva cigolato sommessamente, segnando l'ingresso dei compaesani.
Davide non si era nemmeno voltato, neanche una volta, impegnato com'era a restare inchiodato sulla panca, a infilare le unghie nelle increspature del legno e arpionarsi lì per evitare di alzarsi in piedi e mandare tutti al diavolo. Come se nessuno c'entrasse realmente lì, in quel bozzolo ovattato di lutto intimo e personale. Anche cercare di non vomitare richiedeva un certo sforzo: aveva sempre odiato l'odore dell'incenso e in quella particolare situazione gli sembrava più intollerabile che mai. Quand'era piccolo e andava a messa con sua nonna, lei gli offriva una caramella all'anice che lui succhiava avidamente, sperando gli anestetizzasse l'olfatto.

Quel ricordo unito alla consapevolezza che niente di simile sarebbe potuto tornare mai più lo colpì in pieno petto: un'ondata di acqua salata - quella del suo amato mare, quella che sapeva essere al tempo stesso cura e tormento - gli si riversò in gola, facendolo annaspare. Afferrò il tessuto inamidato dei pantaloni neri buoni, quelli delle occasioni speciali che di solito restavano in fondo all'armadio a marcire tra la naftalina, e lo strinse forte tra i pugni chiusi, lasciando che il tessuto si interponesse tra le unghie e la carne indurita del palmo. Ferirsi non sarebbe servito a nulla, sanguinare non sarebbe servito a nulla. Non a riportarla in vita, questo è certo. E lui era stato abituato dall'esperienza a non cedere alla sofferenza, ma a riuscire a prenderla e maneggiarla e farne uscire fuori qualcosa di forte e duraturo.

Tutta la sua vita era stata il suo capolavoro più bello, il suo magnum opus. Per un brevissimo periodo di tempo a seguito dell'incidente, Davide non era stato altro che vivo dolore in blocchi di marmo grezzo, spaccato da un nugolo di venature di rimpianti e di orifizi naturali in cui si andava ad annidare una rabbia inconsistente. Ci aveva messo un po', ma aveva imparato a conoscersi, imprimendo le mani sulla roccia e svelandone così i segreti – la durezza, la scarsa porosità, la resistenza alle azioni abrasive e impietose del tempo, la ruvidità dovuta alle numerose stratificazioni di afflizioni. Aveva imparato a scolpirsi, modellando figure che rifulgevano di felicità e speranza e cesellandosi addosso particolari precisi e vividi, e aveva imparato a splendere, sfruttando la capacità intrinseca di quel minerale: la capacità di riflettere la luce.

Era tutto lì, nella radice della parola: μαρμαίρω, splendere, scintillare. Ce l'aveva tatuato addosso, in un carattere talmente piccolo da risultare quasi invisibile tra le cicatrici perlacee del moncone.

Intanto che il prete ricordava con affetto la devota e intesseva preghiere per la sua anima, Davide cercò di addomesticare quel senso insidioso di sottile agonia, imbrigliandolo con funi di pensieri felici e lievi come piume e costringendolo al suo giogo. Ritornò con la mente a Clelia, a come fosse stato averla addosso, solida e concreta come fosse radice nella sua razionalità, àncora nel mare in tempesta della sua disperazione; ripensò al suo odore, alla sua pelle, al suo corpo minuto e spigoloso tanto debole quanto era forte la sua personalità. Si sentì scorrere nelle vene la sensazione rigogliosa – candidi fiori appena sbocciati, tralci legnosi intrecciati al sangue vermiglio – che gli regalava il pensiero che fosse in sua completa balia lì tra le sue braccia, che avrebbe potuto spezzarla se solo avesse stretto un po' di più... ma che nulla avrebbe potuto contro la fierezza del suo animo, la ruvidità dei suoi pensieri, la rigidità della sua fibra.

Il sapore del saleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora