Christmas Concert

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- Capitolo scritto da Riku -


Ran non gli parlava da allora. Da quel fatidico bacio. Da quello schiaffo che aveva sentito tutto il vicinato. Aveva più volte tentato di spiegarsi, di dirgli che non sapeva cosa gli era preso, ma lei lo evitava in tutti i modi. A scuola gli stava il più lontano possibile e se provava a chiamare a casa o al cellulare non rispondeva.

La ragazza del bar non si era più fatta sentire, però lui si vedeva quasi ogni pomeriggio con Heiji per un uscita o per il gusto di suonare insieme.

Era a casa sua con l'amico di Osaka, nessuno dei due aveva voglia di andare a scuola quel mattino, perciò si erano dati appuntamento a casa di Shinichi.

«Dimmi un po' Shin... la ragazza si è più fatta sentire?»

«No... e non ci tengo a risalire sul palco e fare una figuraccia come l'ultima volta.»

«A chi lo dici...» rispose l'altro sorridendo. Il suono acuto del campanello interruppe i loro discorsi. Si diressero entrambi verso la porta di casa e dopo averla aperta intravidero dietro il cancello il corpo di Shiho. La divisa da scuola immacolata, stirata perfettamente, niente in confronto a quelle dei due ragazzi. Una tracolla e un sorrisetto beffardo sul volto, gli occhi verde acqua fissavano entrambi i ragazzi.

«Che cosa ci fai qui a ques'ora? – chiese battendo il dito sull'orologio – non dovresti essere a scuola?»

«Perché voi? Mi volete dire che abbiamo scelto tutti e tre lo stesso giorno per tagliare? Niente male come inizio... che dici Kudo? Posso entrare o devo continuare ad urlare dal tuo cancello?» domandò lei continuando a tenere il suo sguardo di sfida posato sul padrone di casa.

«Dai vieni... ti offro qualcosa da bere!»


«Ehi Kaito, dall'ultima volta che sei andato fuori all'inizio della scuola non ti avevo più visto. Mi sentivo solo.» Hakuba attraversò il corridoio avvicinandosi beffardo al ragazzo seduto per terra.

«Vattene Hakuba... non sono in vena.» rispose lui schietto.

«Perché? Quando mai lo sei stato?» concluse l'altro ridendo e dirigendosi verso il bagno.

Già. Era da parecchio che non andava fuori dalla classe. Quel giorno il professore però aveva esagerato. Solo perché non stava attento non poteva dargli sempre la colpa. Non aveva risposto, come al solito d'altronde. Ma il suo silenzio era stato peggio delle parole. E adesso era di nuovo lì, seduto sul freddo marmo del corridoio. Controllò nelle tasche dei jeans e ne tirò fuori un mp3 e delle cuffie. Accese l'apparecchio e ascoltò quella che lui definiva musica.

Quando Hakuba stava tornando nella sua classe nelle orecchie ti Kaito passò la frase perfetta della canzone. Ciò che avrebbe voluto fare da molto tempo a quel ragazzo che sempre lo torturava.

«When my fist hits your face, and your face hits the floor...» sussurro a se stesso. Un giorno sarebbe stato il migliore e tutti in quella scuola l'avrebbero capito.


«Accetto! – rispose Shiho quando Shinichi gli offrì del succo – ma ad una sola condizione, io suono solo la batteria. Non voglio cantare. Quella sera l'ho fatto solo perché mi facevate pena, ma io non canto. Dobbiamo trovare una voce se vogliamo fare un vero gruppo.»

«Ha ragione – rispose Heiji – lei non è male a cantare ma ci serve qualcuno che sappia farlo per bene.»

«E forse conosco la persona giusta... speriamo di trovarla questa sera.» disse il ragazzo sorridendo.

Rock TeitanWhere stories live. Discover now