IV: Ripetizioni e confessioni

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Sembrava che il mondo magico avesse giurato solennemente di prendermi in giro in ogni modo possibile.

Prima venni preso in giro da mamma, che non solo mi fece Smaterializzare senza avvertire (facendomi venire un mezzo infarto), ma mi disse anche che avrei dovuto imparare a farlo esercitandomi regolarmente, perché ero maggiorenne e quasi tutti i maghi maggiorenni lo sapevano fare. Poi venni preso in giro dalla bacchetta, che riprodusse il simbolo del tridente di Poseidone, come se avessi di nuovo dodici anni e avessi ricominciato tutto da capo. Neanche Leo sarebbe stato capace di tanta ironia. Poi venni preso in giro dalla divisa, che era giusto un po' meno scomoda del vestito da ballo di Drew.

[*Risata sguaiata* sul serio? Non ne sapevo nulla, quando è successo?]

[Sì: ho indossato il vestito di Drew, Sì: è successo prima che ti conoscessi, No: non puoi sapere i particolari.]

Poi venni preso in giro dai libri, perfettamente leggibili grazie a chissà quale Abracadabra, che mi privarono di una scusa per non seguire le lezioni. Infine venni preso in giro dai gufi, che mi guardavano come se avessi ucciso un loro familiare. Meno male che Atena aveva iniziato ad addolcirsi un po' nei miei confronti (più che altro per i sensi di colpa nei confronti di Annabeth), altrimenti cosa avrebbero combinato quei pennuti?

Alla fine mi spostai verso il reparto dei gatti, più che altro per fare qualcosa mentre Hazel sceglieva il suo gufo, finché gli occhi non mi caddero su una palletta di pelo tigrata, non più grande della mia mano, che mi guardò curiosa. Se non fosse impossibile, avrei giurato che si trattasse di Piccolo Bob che era miracolosamente fuggito da quel posto. Per un attimo mi venne voglia di guardami in giro e cercare Bob oppure Damaseno, ma mi trattenni prima che venissero i brutti ricordi. Decisi d'istinto di comprarlo, ma appena uscito dal negozio iniziai a pentirmene. 

Ma a cosa stavo pensando quando l'ho comprato? Ogni volta che lo avrei guardato mi sarebbe tornato in mente tutta la storia del Tartaro!

Poi però mi venne in mente ciò che aveva detto Annabeth la sera precedente, prima che andassimo a dormire.

[Avete dormito separati, vero?]

"Sto quasi pensando di rifiutarmi, sai?" Le dissi mentre ci sistemammo sotto le coperte.

[Oddei Percy! È vero che Nico non mi può dare dei nipoti, ma non è che devi compensare tu!]

[Primo: non ti scandalizzare, abbiamo solo dormito, purtrop-AHIA! Era necessario?]

[Sì.]

[Secondo: non l'avrei vista per un anno, almeno questa concedimela.]

[Ok, capisco, ma almeno evita di dirlo così.]

[Terzo: siamo arrivati al momento toccante della storia, e tu continui ad interrompermi.]

[Ti avevo avvisato.]

"Non pensarci troppo Percy, tanto lo sappiamo entrambi che non ti tiri mai indietro quando devi aiutare qualcuno. Sei un grande eroe," mi diede un rapido bacio, "e gli eroi per definizione non si fanno mai i fatti propri."

"Lo so, ma perché sempre io? Tra i due campi ci saranno più di trecento semidei eppure, gira che ti rigira, tocca sempre a questo fesso. E, come hai detto tu stessa, non riesco a non intervenire, perché penso sempre che il mio aiuto potrà salvare qualcuno."

"Lo dici come se fosse una cosa brutta."

"No, certo che no, è che vorrei una vita mia, senza mostri o imprese. Voglio solamente stare con te!" Quest'ultima parte mi sfuggì. Meno male che era buio, perché credo di essere diventato rosso come un pomodoro maturo.

Ricordi di un Mondo Segreto - SOSPESA [LEGGERE ULTIMO AVVISO]Where stories live. Discover now