Cap. VI

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La notte era scesa su Gran Burrone, i Nani stavano godendo di tutta quella quiete che li circondava, scherzando e cantando insieme e bevendo quell'ottima bibita elfica; all'appello mancavano solo Thorin, Gandalf, Bilbo e Balin, andati con re Elrond a leggere e svelare i segreti della mappa.

Miriel rise per l'ennesima volta quella sera quando vide Bombur distruggere lo sgabello dov'era seduto, rise fino a rotolarsi per terra perdendo ogni parvenza della sua storica serietà.

 «Ehi Miriel hai bisogno di bere?» gli chiese Kili ridendo, vedendola diventare rossa per il troppo riso, porgendogli un bicchiere di cristallo colmo di grappa

 «No basta con quella roba, sto bene» rispose la ragazza dandosi un minimo di contegno.

Poi ecco che vide arrivare Thorin, era scuro in volto, segno che c'era qualcosa che non andava

 «Credo vi siate divertiti abbastanza, ora riposatevi il più possibile, appena arriva l'alba ripartiamo» disse loro serio, per poi avviarsi verso la stanza a lui assegnata.

Stava camminando per il corridoio buio di quella terra elfica, diretto nella sua stanza, quando sentì una mano afferrargli una spalla; reagì d'istinto, afferrò il polso di quella mano e si fece strada verso il braccio, prendendolo e portando chi lo aveva toccato tra il suo corpo e la parete.

Solo dopo si accorse che era Miriel.

 «Ah sei tu» disse poi liberandola dalla sua presa ferrea

 «Sì volevo solo parlarti, non attaccarti» disse quella sorridendogli e massaggiandosi il polso

 «Cosa ha rivelato la mappa?» continuò riprendendo a camminare affianco al nano

 «L'entrata sulla fiancata della Montagna comparirà solo alla fine del dì di Durin»

 «Abbiamo una sola possibilità quindi» concluse Miriel per lui

 «Sì».

Rimasero in silenzio finché non arrivarono davanti la porta della stanza di Miriel

 «Dai forza va a dormire, tra poche ore ripartiamo» le disse inespressivo

 «E tu sfogati, Thorin non puoi andare avanti tenendo tutto dentro» gli rispose causando al Nano una risata rauca e amara

 «Non preoccuparti per me Miriel, tu stammi solo vicina »

 «So cosa ti passa per quella testa dura come la roccia, non preoccuparti, ce la possiamo fare. Siamo in pochi ma siamo tutti valorosi e capaci guerrieri, ce la dobbiamo fare. Per la memoria di nostro nonno e di nostro padre e per il nostro popolo che nutre speranza che un giorno ritorneranno alla nostra terra natia» gli disse tutto d'un fiato, prendendo gli avambracci muscolosi di Thorin tra le mani; l'altro non sapeva che dire, sbigottito da tutta la verità che aveva appena udito.

 «Vieni qui» disse poi lei tirandolo a se in un abbraccio dolce che sapeva di casa, il Nano rispose a quell'abbraccio comprendendo di averne l'immediato bisogno; si fece stringere e la strinse a sua volta a se, affondando il volto tra i lunghi capelli che profumavano di buono.

Dopo un tempo indefinito, ancora avvolta dalle braccia dell'altro, Miriel si decise di nuovo a parlare

 «Ehm Thorin»

 «Dimmi Miriel» le rispose con il volto ancora tra i suoi capelli

 «Mi puoi portare al letto? Non mi sento più bene le gambe, credo di aver esagerato con quella squisita bevanda elfica» disse imbarazzata.

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