Forty-two; Miss You More..

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[LUKE]

"Michael, ti prego - sbuffai, passandomi una mano tra i capelli mentre mi buttavo sopra al mio letto. Il telefono incollato all'orecchio - La puoi smettere?" chiesi alzando gli occhi al cielo. Erano le due del mattino lì da me mentre in Inghilterra, dov'era il mio ragazzo, erano solo le nove di sera. E lui non sembrava intenzionato a voler smettere di sbraitarmi contro.

"Devo smettere di fare cosa, eh Lucas?! Tu ne stai tranquillo a farti i cazzi tuoi e poi mi scrivi alle nove e mezza della sera dicendomi che sei stato impegnato tutto il giorno, e pretendi anche che io non mi incazzi?!" urlò, e giurai che stesse camminando avanti e indietro nella sua stanza, stringendo forte le mani in due pugni combattendo contro la voglia di prendere a pugni il primo muro che si trovava davanti.

"Mike.. Ascoltami, non sono stato a farmi i cazzi miei. Ho avuto lezione tutta la mattina e il pomeriggio ho dovuto studiare, poi permetti che mangi qualcosa anche io o no? Appena ho potuto ti ho scritto amore... Ti ricordi che qua da me sono anche cinque ore avanti?" dissi sospirando. La storia andava avanti così da quando eravamo divisi, esattamente da quasi un mese e mezzo. Non eravamo ancora riusciti a vederci per via delle lezioni e dello studio che stava sommergendo entrambi, e faceva terribilmente male a tutti e due, ma a Michael aveva scatenato dentro una gelosia e una possessività inarrestabile che per fortuna però aveva sostituito gli innumerevoli attacchi di panico. Ne aveva avuto solo due in quei mesi, ed ero riuscito a calmarli anche a distanza. 

"E non potevi mandarmi un messaggio mentre cenavi?! Anche solo un "ehi ciao stronzo! Si hai ancora un ragazzo non ti preoccupare. Ti amo, a dopo"" urlò ancora e dovetti prendere un respiro profondo per poter evitare di sbottare e urlargli in faccia anche io. Lo capivo, Dio se lo potevo capire. Ma le cose non stavano andando bene, per nulla e tutta quella situazione mi stava portando all'esasperazione. Sospirai di nuovo, massaggiandomi gli occhi. Ero stanco, davvero troppo e il mal di testa aveva deciso di martellarmi il cervello.

"Michael... Va bene, hai ragione ok? Non ci ho pensato, ho mangiato di corsa per poterti chiamare e passare un po' di tempo al telefono" dissi, cedendo. Lui emise un respiro pesante e subito dopo sentii il cigolio del suo letto, segno che si ci era buttato sopra. Sorrisi, pensandolo mentre stava sdraiato come una stella marina, con il naso storto per il fastidio e le labbra strette in una linea. Anche se mi stava facendo impazzire da settimane io non riuscivo a non amarlo ogni giorno di più. Mi mancava. Mi mancava come l'aria, ma non potevo farci nulla purtroppo.

"Mi manchi così tanto..." sospirò. Mi mordicchiai il labbro, sentendo lo stomaco stringersi in una morsa mentre mi rilassavo completamente contro il cuscino bianco della mia stanza da letto. Thea era in camera sua, immersa in una sessione di studio sfrenato per un esame che avrebbe dovuto sostenere da lì a poche settimane e con lei c'era anche mio fratello Jack, che era venuto qua un paio di giorni prima e aveva deciso di restare fino a fine esami. Era difficile vederli assieme tutti i giorni, mentre si sbaciucchiavano in giro per la casa, pensando al fatto che io non sfioravo la pelle del ragazzo che amavo da più di un mese. Era così difficile che a volte mi sentivo quasi soffocare.

"Anche tu mi manchi tanto, principessa" dissi. Il tinto mugolò come un bambino, facendomi ridacchiare mentre mi giravo su un fianco e spegnevo la lampada posata sul mio comodino. "Hai mangiato?" chiesi. Lui sbuffò leggermente.

"Il cibo qua fa schifo, mi mancano le tue torte e i tuoi pankakes" disse. Risi mentre chiudevo distrattamente gli occhi, li sentivo talmente pesanti da non riuscire neanche a tenerli aperti.

(Stay) HighBar {Muke}Where stories live. Discover now