2.

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Quella mattina era stata davvero un orrore: Punto primo, I miei capelli mi avevano dato guerra fin dall'inizio della giornata.
Punto secondo, mi ero sentita osservata per via di quel maledetto cespuglio che avevo in testa.
Punto terzo, mi ero innervosita talmente tanto da avere mal di testa.
Rimasi in piedi in corridoio cercando con gli occhi la mia migliore amica. Non avevamo molte lezioni in comune, perciò avremmo passato la pausa pranzo insieme.
Sorrisi vedendola arrivare.
-I tuoi capelli sono migliorati! - ridacchió lei affiancandomi.
-Oh, lascia stare!- mi imbronciai. Sembravano ancora un cespuglio incolto.
-Allora, aula d'arte o gli spalti del campo esterno? -
-È una bella giornata... - risposi e lei mi anticipo ridendo, - Spalti! -
-Decisamente.-
Percorremmo i corridoio fino all'uscita.
-Credo che ci sia qualcuno che si allena? -
-Dei, quelle persone si allenano sempre... Mi fanno sembrare grassa e sciatta. - risposi. - Oh, è vero! Lo sono! -
-Ma smettila, scema! Invidio le tue forme e vorrei averle io un paio di tette come le tue. Ma mi accontento di una seconda. - ridacchió, sbriciandosi nella maglietta.
Camminammo fino agli spalti del campo esterno di basket e di corsa.
-Ci sono poche persone.- indicai pochi ragazzi che giocavano con la palla ad un lato del campo.
-A proposito...Com'è andata con Josh? -
Lei sorrise tristemente. - Non era lui. -
Il bello di essere Sanguepuro era riuscire a trovare la propria anima gemella con il solo sesto senso. E succedeva spesso. Il purosangue sentiva la vicinanza del proprio compagno e beh, era per sempre.
-Tu continui a fare quel sogno? -
-Si... - sospirai sedendomi sul piano più alto, seguita da lei. Afferrai lo zaino, tirando fuori il mio sandwich.
-Beh, non sembra male sognare la propria anima gemella... -
-Il problema non è il sogno in sè. E solo che, quando mi sveglio lo perdo... E anche se vorrei rimanere attaccata a lui, beh, non posso.  -
Grace annuì a sguardo basso, mentre consumava il suo pranzo.
-Non ho voglia di tornare alle lezioni.. -
-Abbiamo storia insieme, almeno... - risposi, addentanto l'ultimo pezzo di panino.
-Si... Odio Mr. Grinch.-
Scoppiai a ridere, sotto il suo sguardo divertito. - Di certo avrai notato la sua grande somiglianza con il grinch... -
Annuì, chiudendo la cerniera dello zaino dopo aver preso la bottiglietta dell'acqua. Rivolsi la faccia verso il sole, accogliendo i raggi. Era davvero una bella giornata, la temperatura era alta come nelle giornate estive, davvero inusuale per il mese di ottobre.

-Quello non si stanca mai di correre?- chiesi indicando un ragazzo che per la 3 volta compiva il giro del campo e non era detto che non ne avesse compiuti altri prima che arrivassimo. Grace scoppiò a ridere e io la seguì. Quella giornata non sembrava poi tanto male.






Mentivo. Quella giornata era davvero pessima. -Sei molto rossa in viso.- Grace indicò le mie guance con sguardo corrucciato. Mi strinsi nelle spalle, non sapevo cosa stava succedendo ma ero parecchio nervosa.

Entrai in quell'aula tesa, le mani avevano preso a sudarmi e atremare come foglie al vento.

Che diavolo stava succedendo? Deglutì a fatica, sembrava che un grosso groppo mi occupasse la gola, impedendomi di respirare. Il mio corpo si mise in allarme. Qualcosa non andava. 
Il mio stomaco di strinse in una morsa, mentre avanzavo verso il mio posto, accanto a Grace.
-Cosa c'è? Sei sbiancata di colpo...-
-Non lo so. Lo stomaco mi fa male, ho persino la nausea. - risposi, sedendomi, in fondo alla classe e osservando i miei compagni accomodarsi.
I posti furono quasi del tutto occupati quando la porta si aprì ed entró un uomo.
Mi voltai verso di Grace con cipiglio confuso. Che fine aveva fatto il Grinch?
Il tipo era davvero un gran fico. Occhi azzurri, capelli biondi e una barba sexy sul mento ostinato. Perlustró la classe con lo sguardo, osservando tutti e rimanendo su di me un po' più del dovuto. Tremai e lo stomaco mi si strinse. Mi portai una mano sulla bocca, cavolo, avevo anche i conati.  Poggió i libri dalla copertina rigida sulla cattedra, facendo il giro si appoggió ad essa. Rivolse lo sguardo verso di noi e io mi senti terribilmente...osservata.
-Salve ragazzi. Io sono Travis Lachlan, sostituiró il vostro professore di storia e mitologia per un paio di settimane. - sorrise mostrando delle piccole fossette nascoste nella barba.
-Iniziamo con l'appello, va bene?! -
Afferró il registro iniziando a chiamare le 30 persone in aula.
-Leah, stai tremando... -
Scossi la testa, stringendomi del maglioncino.
Faceva così freddo. E lo stomaco mi faceva così male. La nausea arrivava ad ondate e io mi snetivo quasi in procinto di vomitare.
-Mi viene da vomitare.-
-Collins. Leah Collins.- sollevai lo sguardo verso il prof e alzai la mano tremante. -Presente. -
I suoi occhi si posarono su di me e il senso di nausea si intensificó. Sembrava volermi uccidere con quegli occhi duri come il ghiaccio.
Il professore annuì, posando lo sguardo nuovamente sul registro.
Continuò con l'appello, finendo in un paio di minuti.
Poggiai le braccia sul banco, afferrando con le dita il legno scheggiato.
Non ce la facevo più. Ed ero quasi sicura che il pranzo mi stesse salendo su per l'esofago.
-Grace.. - mormorai lamentandomi.
-Cosa vuoi che faccia?-
Scossi la testa, non lo sapevo. Volevo solo il dolore smettesse.
La vidi sollevare la mano.
-Professore, mi scusi. La mia amica non sta molto bene, potrei accompagnarla in bagno? -
Mi aiutò a sollevarmi dalla sedia, sotto lo sguardo curioso dei tutti i presenti e poco dopo, mi stava letteralmente trascinando verso il bagno.
-Leah che diavolo sta succedendo? -
Feci in tempo ad arrivare al primo gabinetto, per rigettare il sandwich.
-Grace, chiama mia madre... -

If Love ComesWhere stories live. Discover now