La scoperta

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Era una tiepida giornata primaverile, il sole splendeva alto in cielo e i fiori stavano iniziando a sbocciare. La foresta era silenziosa, l'unico rumore udibile era il flebile ma vivace canto degli uccellini. Un cervo, dal pelo lucido e dalle corte corna, si stava abbeverando in un corso d'acqua quando d'improvviso una freccia attraversò l'aria e sibilò vicino alla testa dell'animale che, guidato dall'istinto di sopravvivenza, scappò via.

"Per un pelo!" esclamò un ragazzo alto, molto robusto e con una disordinata massa di capelli neri.
"Te l'avevo detto che avrei dovuto tirare io Tris, forza, non possiamo farcelo scappare" disse un altro ragazzo, che a differenza del primo era un po' più basso e con una zazzera di capelli biondi che andavano a mettere in risalto i suoi penetranti occhi blu; e i due si lanciarono all'inseguimento.
"Ehi, voi due aspettatemi" urlò una terza persona, stavolta una ragazza con i capelli castani, mentre a sua volta partiva alla carica, maledicendosi per la stupida idea di accompagnare i due amici a caccia.
Passarono le ore e il cervo, che era molto veloce, continuava a fuggire fino a quando, esausto, dovette rallentare il passo permettendo al ragazzo biondo, abile cacciatore, di abbatterlo in un sol colpo.
"Ce l'hai fatta in un colpo solo Jace, bravissimo!" disse ansimante Tristan.
"Grazie Tris, ho avuto fortuna" rispose Jace.
"Ragazzi.. ma dove siamo ?" esclamò la ragazza.
"Evelin hai ragione, siamo parecchio lontani da casa" sottolineò Jace.
I ragazzi si accorsero allora di essere finiti ai piedi di una collina lontana dai confini normalmente esplorati dai cacciatori di Eterland e mentre Jace preparava il cervo a essere trasportato fino a casa, Tristan e Evelin, curiosi, si inerpicarono per il pendio.
Giunti in cima assistettero ad un paesaggio mozzafiato: il sole era ormai basso e la luce rossastra scendeva obliqua, infrangendosi sulle cime degli alberi e riflettendosi nella limpida acqua dei fiumi. La foresta si estendeva a perdita d'occhio all'orizzonte e il profumo dei prugni e dei ciliegi in fiore si diffondeva nell'aria, lontano un uccellino cinguettava beatamente.
Alla vista di tutto ciò la mente di Tristan era in fermento, da mesi ormai il suo pensiero fisso era Evelin, e quel momento sarebbe stato perfetto per tirare fuori i propri sentimenti, se solo non ci fosse stato anche Jace!
Un grido della ragazza portò però Tristan alla dura realtà e anche Jace accorse a vedere cosa stesse succedendo. Evelin stava indicando un punto dell'orizzonte non troppo lontano e Jace, sforzando gli occhi, notò a sua volta qualcosa di strano.
"Ragazzi ma quelle... quelle sono case?" esclamò Evelin.
"Forse siamo vicini a casa. Che fortuna! Ho una fame incredibile, non vedo l'ora di assaggiare quel cervo Jace" disse Tristan.
"Tris, come è possibile che quella sia casa nostra? Stiamo rincorrendo da ore quel cervo, ci siamo allontanati molto da casa... quello deve essere un villaggio sconosciuto a noi... forse son case abbandonate" disse il ragazzo.
"Che ne dite di fare un salto a vedere?" intervenne nuovamente Evelin, da sempre la più intraprendente e curiosa del gruppo. Vista la tarda ora però i tre ragazzi decisero di tornare a Eterland, ma con la promessa di tornare un giorno a vedere cosa fossero quelle case.

Dopo ore di viaggio sbucarono così fuori dalla foresta e arrivarono alle porte della città.
"Non riuscirò mai ad abituarmi alla bellezza di casa nostra" disse Evelin.
"Hai ragione Evelin, è veramente fantastico" sottolineò Jace.
Ai loro occhi si presentava la facciata centrale della muraglia protettiva che circondava Eterland. Le mura, costruite in pietra migliaia di anni prima erano talmente alte e lisce da impedire qualsiasi folle scalata e in ognuno dei quattro angoli erano congiunte da una torre merlata, dall'alto della quale arcieri vegliavano giorno e notte per la sicurezza dei cittadini.
La muraglia era separata dalla foresta grazie ad un largo e profondo fossato, impossibile da saltare, ricolmo d'acqua che confluiva lì dai fiumi. Un ponte levatoio consentiva di raggiungere il portone di ingresso, unico varco per accedere o per uscire dalla città, che la notte rimaneva alzato. Il portone era protetto da due Guardie Reali rivestite da capo a piedi da un'armatura dorata che scintillava colpita dai raggi del sole, conferendo loro un aspetto quasi ultraterreno. Dalla cintola pendevano minacciose due lunghe spade, che invitavano qualsiasi eventuale intruso a stare alla larga. Anche all'interno delle mura la sorveglianza era molta poiché la popolazione era rigidamente divisa in classi sociali: i poveri, i borghesi e i nobili e, spesso e volentieri, le prime due erano in lotta con i nobili, che erano detentori del potere. Le guardie avevano dunque un duplice compito: proteggevano la città da qualsiasi eventuale minaccia esterna e mantenevano l'ordine all'interno delle mura.

Rientrati a Eterland i tre erano impazienti di raccontare la nuova scoperta ciascuno ai propri genitori ma, appena rientrati in città, capirono che qualcosa di strano era successo. Si respirava una strana aria di paura e inquietudine, in giro non vi era anima viva, i negozi erano tutti chiusi, ad eccezione dell'Infermeria, dove vi era un'insolita attività.I tre ragazzi decisero allora di avvicinarsi per vedere cosa stesse succedendo ma giunti sul posto vennero bloccati da una guardia dall'aria severa la quale li fece arretrare. "Ehi signore, mi scusi, che sta succedendo? Dove sono tutti? Chi c'è in infermeria?" disse Evelin.La guardia decisa rispose "Non sono affari tuoi ragazzina, torna a casa, è tardi e i tuoi genitori ti staranno sicuramente aspettando, qui non c'è niente da vedere", ma Evelin non si arrese e, spalleggiata dai suoi amici, continuò a insistere.La guardia esausta cedette sotto il fuoco di parole dei tre ragazzi: "E' morto un calzolaio, Smith mi pare si chiamasse. Era molto giovane, avrà avuto sì e no 50 anni. I guaritori stanno cercando di capire come mai sia morto". Non lasciandosi sfuggire altro, cacciò in malo modo i ragazzi e girando i tacchi se ne andò.

EterlandWhere stories live. Discover now