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Ed ecco il mio debutto su Haikyuu!
Sì, sarei potuta partire con mille cose più soft, ma ehi, questa sono io.
Voglio diffondere la Bokuroo in lungo ed in largo, e spero di raccogliere fedeli lungo la via!
-Dylan

• DIRRTY •

Bokuto Kotaro fa schifo.
È una cosa che lui stesso sa da sempre e la tiene stretta stretta per sé. Da bambino era un fatto di dominio pubblico, al punto che i suoi amici correvano sempre a chiamarlo quando trovavano qualche animale morto sul ciglio della strada o dentro i piccoli fossati in cui l'acqua scorreva trasportando fili d'erba, sterpaglie e a volte qualche pezzo di plastica.
Amava le ferite infette, l'odore dei vicoli adibiti alla spazzatura, la consistenza del disgusto lo affascinava oltre ogni modo. Era un fottuto malato.
Aveva presto abbandonato queste ossessioni quando da ragazzino aveva scoperto che il suo cazzo si induriva di fronte a roba di questo tipo. No, lui voleva essere normale e se avesse continuato a quella maniera nessuna ragazza l'avrebbe mai voluto. Non sarebbe stato credibile neanche in ambito sportivo, ed era la cosa che contava di più.

-

L'estate a Tokyo era bollente, umida, pregnante. I tornei erano in pausa, le lezioni a scuola sarebbero ricominciate a fine mese. Gli allenamenti congiunti tra Fukurodani, Shinzen, Nekoma e Ubugawa erano un grande classico di quel periodo.

Bokuto era carico come non mai, amava colpire la palla con tutta la forza che aveva in corpo, sfondare i muri avversari, asfaltare la loro difesa. E farlo contro giocatori degni rendeva tutto molto più eccitante.
Perché lui viveva tutto a quella maniera, e doveva sentire il sangue ribollire, le orecchie fischiare, doveva sentire gli applausi e le ovazioni di compagni e pubblico, la fatica che gli spappolava le ginocchia, la schiena implorare, la spalla staccarsi dal proprio corpo. Solo così ne sarebbe valsa davvero la pena.

Kuroo Tetsuro ed i suoi compagni erano i più ostici in assoluto da battere, e quelle erano le partite che Kotaro aspettava con più frenesia in corpo. Avevano una difesa pressoché impenetrabile. Non importava quanto fosse forte o ben indirizzata la schiacciata, il libero della Nekoma sarebbe arrivato a salvare la palla, ed i suoi compagni avrebbero ricostruito l'azione con una naturalezza disarmante. Per un attaccante non c'è cosa più frustrante di non riuscire a fare punto nonostante usi i suoi colpi migliori.
Yaku certo non poteva coprire da solo tutti gli ottantuno metri quadrati del campo però, ed era stato soprattutto grazie a lui se Bokuto si era intestardito tanto sull'imparare il colpo in parallela.

L'unico ostacolo che il capitano della Fukurodani non poteva semplicemente evitare era di tutt'altra natura. Era un ostacolo solido, asciutto e strafottente, un ostacolo estenuante, altissimo, puntiglioso.
Kotaro non aveva dubbi nel definire Kuroo il migliore centrale di tutta Tokyo.

Era il terzo giorno di quel ritiro, era l'ultima partita, avevano davanti a loro altre due giornate e tre notti, la Fukurodani era in testa nella classifica interna.
Kenma era un alzatore come pochi, faceva girare gli attacchi della Nekoma senza sosta, era imprevedibile. Finta al centro e attacco in banda, finta in banda e prima intenzione che va a segno. E quando pensi che finterà ancora... ecco che usa Kuroo lasciandolo completamente smarcato. Non è mai una buona idea lasciare senza muro un giocatore di un metro e ottantasette con una tale potenza di salto.
Vittoria della Nekoma, pareggio ai vertici della classifica interna del torneo.

"Domani non vi lascerò superare i quindici punti per set, cazzo!"

Kuroo ride di gusto, va in automatico un gradino più giù.
Le partite della giornata sono finite e ognuno ha il proprio compito, sono tutti molto diligenti e collaborativi nel sistemare le attrezzature, i campi, passare lo spazzolone sul parquet e reimpostare l'accensione delle luci per il giorno successivo. Kuroo e Bokuto devono riportare i carrelli di riserva nella stanza appena fuori dalla palestra, le risate degli altri appena dietro le loro spalle, oltre la porta tagliafuoco.
I cesti in ferro vuoto e tela piegati sulle loro spalle, i muscoli ancora dolenti, il sudore che in quel periodo è come una seconda pelle.

DIRRTY [Bokuroo]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora