🍀Il Cammino dei Gigli

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Sfida di scrittura per La Taverna di Fantasy_IT: L'indovina - La lettera. Elementi dati: una ninfa in una landa deserta.

 Elementi dati: una ninfa in una landa deserta

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«Etciù! Quanta polvere» borbottai, sventolandomi la mano davanti al viso. 

Mi alzai da terra e scoprii di essere finita nel mezzo di una landa deserta. Accidenti, non avrei dovuto frugare tra le cose di mia sorella. Mi aveva detto che gli oggetti magici sono pericolosi, se non li sai usare. Ma ormai il danno era fatto. L'unica cosa che avevo con me era questa lettera con delle strane istruzioni: quindici passi verso destra, dieci passi partendo da sinistra, quindici passi verso sinistra, cinque passi in avanti. Poi la lettera continuava dicendo: "Grande Madre, custode dei nostri respiri, alza la tua mano dalla nuda terra e regalami il Cammino". 

Doveva essere una sorta di indovinello e, se lo avessi risolto, sarei potuta tornare a casa, rimettere la lettera al suo posto e far finta di niente. Un piano a prova di castigo. Feci per iniziare a contare i passi, quando sentii la gola seccarsi. Mi ritrovai a tossire pesantemente, prima di riuscire a far passare, almeno in parte, quell'orribile sensazione. 

«Meglio sbrigarsi» mi dissi, iniziando subito a camminare. 

Mi ritrovai disegnare un triangolo e, quando arrivai al centro, le mie orme divennero visibili, come se avessi messo i piedi in una pozzanghera. Osservando con più attenzione, scoprii di aver disegnato una runa: era la runa dell'acqua! Però mancava qualcosa che per attivarla, come per esempio un incantesimo. Ma io non sapevo nulla sulle magie... Un momento! La scritta che c'era sulla lettera sembrava proprio un incantesimo. Dopotutto era stato proprio leggendolo, che ero finita qui. 

Tentare non costava nulla, anche se sperai con tutta me stessa che avrebbe funzionato. Non potevo sopravvivere in un luogo così arido e la tosse ne era una prova. Recitai le parole ad alta voce e, appena conclusi l'ultima lettera, le mie orme si illuminarono di azzurro, proiettando la forma a triangolo sopra di me. Notai che c'era anche un punto al centro. Non feci nemmeno in tempo a capire cosa stesse per succedere che, una colonna di luce uscì dal punto diretta a tutta velocità verso di me. Per un petalo riuscii a scansarmi, mentre la colonna di luce fece apparire qualcosa dal terreno arido. 

Non potei credere ai miei occhi: un albero azzurro con dei fiori bianchi, simili a gigli, si fece strada fuori dal terreno. Ma la magia non era ancora finita. Le mie orme ripresero a illuminarsi e si disposero a cerchio intorno all'albero. In un attimo un lago d'acqua cristallina prese il posto della terra e mi arrivò a qualche centimetro dai piedi. Sorridendo, avanzai camminando sul pelo dell'acqua, inebriandomi della sua freschezza. Bastò arrivare davanti all'albero e mi sentii come rinata. 

«Miranda, figlia mia. Il tuo destino ti aspetta.» La voce della Grande Madre catturò la mia attenzione e rimasi in rispettoso silenzio, per ascoltare cosa aveva da dire. «In questa terra dove le ninfe non possono vivere, si nasconde un oggetto magico dal grande valore. I miei fiori ti guideranno e la mia acqua ti proteggerà. Ma stai attenta: questa terra arida è un luogo pericoloso e raggiungere il tuo obiettivo non sarà facile. Ora vai e, quando avrai compiuto la tua missione, la mia acqua ti farà tornare dalle tue sorelle.» 

Annuii e, in un battito di ciglia, l'intera oasi scomparve. Rimasero solo i fiori bianchi, che iniziarono a creare un sentiero per me: Il Cammino. Mi misi subito in marcia e camminai per molto tempo. Facendo scorrere lo sguardo da tutte le parti vidi che iniziai ad addentrami in un territorio pieno grotte e, ben presto, mi ritrovai in una sorta di gola piena di rocce e caverne sulle pareti. I fiori continuavano a indicarmi di proseguire dritto, finché non curvarono e iniziarono a risalire la parete. Ingoiai il groppo di saliva che avevo in gola e cercai un modo per arrivare lassù. Ma non feci nemmeno in tempo ad avvicinarmi alla parete che udii un ululato rimbombare in tutta la gola. 

Da dietro una roccia saltò fuori un lupo nero dallo sguardo di perla e, ringhiando feroce, iniziò a corrermi incontro. Però non aveva buone intenzioni. Mi ritrovai a correre, senza avere la più pallida idea di dove stavo andando. A un certo punto mi venne un'idea. Mia sorella Eco mi aveva insegnato a fare una cosa speciale. 

Mi voltai verso l'animale e lui ringhiò. 

Concentrandomi al massimo, un'aura d'acqua mi circondò e presi le sembianze del lupo, poi ringhiai come lui. Allora il lupo ululò a tutta forza e io feci altrettanto, ma con molta più forza, tanto da far tremare le pareti. A quel punto l'animale guaì e scappò con la coda tra le gambe. Sorrisi e tornai verso la grotta, pronta per scalare la parete e raggiungerla. Riuscii a trovare degli appigli e, quando cercai di allungarmi un po' di più per raggiungere l'ultimo appiglio, persi la presa e mi ritrovai a penzoloni nel vuoto. 

Allora cercai di concentrarmi nuovamente e le mie unghie diventarono artigli di lupo. Affondando le unghie nella roccia riuscii a raggiungere la grotta. Mi addentrai subito e notai una luce azzurra più in fondo. Appena le arrivai vicino scoprii che si trattava di una catenella d'argento e una gemma a forma di goccia vi era agganciata. La afferrai con delicatezza e sentii di dovermela mettere al collo. 

«Brava, Miranda. Hai compiuto il primo passo verso il tuo destino. Questa collana è il segno che diventerai una Naiade e imparerai i segreti dei mari» pronunciò la Grande Madre. «Adesso ti aspetta il tuo prossimo compito, ma ne riparleremo un'altra volta.»    

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