capitolo 4

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Sono passate ormai settimane da quel bacio, oggi sono riuscita finalmente a diplomarmi: 77, va bene così. Sono ancora a scuola e sto aspettando che finiscano tutti così da tornare a casa e finalmente dormire.

Ho studiato giorni interi ed intensi senza mai uscire, le uniche persone che ho visto sono stati i ragazzi e Bea. Il mio migliore amico, ovviamente, no perché Nelsi ha categoricamente messo il divieto a Tonno di venire a casa. Ci sono rimasta male perché ho bisogno di lui al mio fianco ma dopotutto ha ragione, mi distraggo troppo facilmente se c'è Tone.

Ogni volta che Cesare veniva a casa, con la scusa di dover studiare mi rintanavo in camera.
Quel ragazzo mi provoca tante emozioni, tutte un mix di felicità (credo) che non riesco a spiegarle neanche a me stessa, nessuno mi ha mai fatto provare, neanche lontanamente, quello che lui mi causa solo sorridendo.

Ha cercato varie volte di parlarmi, ovviamente con scarsi risultati.
Non riesco a starci neanche nella stessa stanza figuriamoci ad averci a che fare.

Pensare di doverlo guardare nei suoi meravigliosi occhi verdi dove mi ci perdo ogni volta, il suo sorriso che illumina tutto ciò che ha intorno, il suo essere così...no, non riuscirei a reggerlo.

*******
Hanno tutti ormai finito, sono quasi fuori il cancello e vedo lui. E' vestito molto semplice ma è comunque fantastico: una camicia e dei pantaloni che gli stanno da dio. Distolgo lo sguardo, so che mi ha vista ma faccio finta di niente.
Non mi accorgo che ci sono tutti finché non arrivo fin fuori, mi fanno una gran festa ma lui rimane in disparte a guardarmi. Ci sono tutti ma io ne vedo solo uno.

Tonno mi è letteralmente saltato addosso e per poco non cadevo
<<mi sei mancata da morire bimba>> ci abbracciamo fortissimo ed io mi emoziono
<<mi sei mancato anche tu pulcino>> rispondo stringendolo ancora di più.

Sento il suo sguardo che mi brucia la pelle.

<<vuoi lasciarne un po' anche a noi?>> inizia Dario <<che ne dici?>> finisce poi, Tonno ha lo sguardo annoiato di tutti loro addosso.
<<primo: lei è la MIA migliore amica>> sottolinea "mia", <<secondo: quel cretino di Ceeeelson mi ha vietato di vederla per tutto questo tempo a voi no, quindi non rompete le pelotas>> finisce poi.

Lo guardo interrogativa, stava dicendo Cesare o sbaglio? Evito di fare domande e abbraccio tutti.

Il suo sguardo persiste. Lo vedo avvicinarsi, non riesco a far nulla se non guardarlo.
Ha dei fiori, aspetta sono i miei fiori preferiti: Ortensie blu.

Un sorriso spontaneo, che lui ovviamente non perde, fa sorridere anche lui.

Mi si è sciolto il cuore.

Con passo lento si avvicina sempre di più, tutti ci guardano.

Adesso devo mettere da parte tutti i pensieri che mi perseguitano, non mi importa di quello che è successo. Adesso ho solo bisogno delle sue braccia.

Non resisto più e lo abbraccio, lui mi stringe come se non volesse mai più lasciarmi. Ci stacchiamo ed un senso di vuoto mi prende al petto, mi da i fiori e mi torna su un altro enorme sorriso che ricambia ancora una volta. Lo abbraccio di nuovo
<<congratulazioni piccola, sono fiero di te>> mi sussurra all'orecchio per poi darmi un piccolo bacino poco più sotto.

Mille brividi mi prendono tutto il corpo, il mio sorriso rimane lì ma sono del tutto pietrificata.

///////
Dopo scuola siamo passati a casa per cambiarmi ed andare sui colli a passare la giornata lì tutti insieme. L'operazione dormire è del tutto saltata.

Dopo la "riconciliazione" mia e di Cesare è come se mi sentissi più leggera. Ancora non ci siamo parlati per davvero, se non per farsi passare qualcosa, ma ci guardiamo. Non riesco a togliergli gli occhi di dosso, è una calamita.

Dopo averlo guardato per l'ennesima volta, noto che sta guardando verso un punto ben preciso e volto lo sguardo verso li. No, assolutamente no! Non voglio per niente crederci.
Guardo di nuovo verso di lui e noto che ha lo sguardo triste fisso su di lei, su Sofia.

Non mi sento bene, questa situazione mi fa star male e tutto ciò che provo è solo tristezza, devo andarmene da li. Mi alzo di botto e tutti mi guardano ma lui no, poco mi importa. Inizio ad allontanarmi sempre di più, ho bisogno di prendere aria anche se siamo già all'aperto.

Sono così persa nei miei pensieri che non mi rendo nemmeno conto della presenza di Dario
<<ehi è tutto okay Fè?>> mi chiede con dolcezza, annuisco ed abbasso lo sguardo
<<non ti credo...dimmi che succede>> fa una pausa <<sai che con me puoi parlarne>> finisce lui sempre con tono dolce

<<io ecco beh ho un-una cotta per Cesare>> balbetto come una stupida, mi guarda
<<lo sapevo già, continua su>> dice con un sorriso, lo guardo interrogativa
<<ehi non sono mica stupido, sono Dario il psicologo Matassa io>> dice mettendomi una mano sulla spalla, sorrido
<<lo stavo guardando ed anche lui lo fac->> mi interrompe <<si vi ho visti, quanto siete mielosi, ew>> dice scherzando, sorrido
<<ecco beh ho notato che guardava verso un punto preciso, ho guardato anch'io ed ho visto Sofia..>> finisco con tristezza ed una lacrima mi scende. No, non devo piangere.
Subito capisce e mi stringe forte, ricambio subito l'abbraccio ed inizio un pianto silenzioso.

Siamo stati quasi più di mezzora a parlare di tutto quello che fosse successo, mi ha ascoltata e più volte mi ha asciugata le lacrime. Arrivati ormai al nostro gruppo sento gli occhi di tutti addosso, li guardo
<<bella regaz>> dice Dario salvandomi da quella situazione che però non cambia perché ci guardano interrogativi. Abbasso gli occhi, ancora rossi dal pianto, verso le mie mani che lui intreccia ed io sorrido.

Mentre ci sediamo ai posti di prima sento uno sguardo insistente, butto l'occhio su Cesare e capisco che è lui, nota che lo sto guardando e subito sposta lo sguardo sul suo cellulare. L'avevo detto che è stato un grandissimo sbaglio baciarci.

Golden /Cesare Cantelli/Where stories live. Discover now