Capitolo 24

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Capitolo 24
Allyson

"Non sapevo come dirtelo."

Sembra agitata ora e, non avrei mai pensato, ma anche spaventata.

"Fare una chiamata non è poi così difficile."

" ma no, non quello. Allyson, te lo giuro, se avessi saputo che pensavi queste cose... ma pensavo che saresti stata meglio senza di me.  Sei passata da un'adolescente irrequieta  a madre responsabile. Ero certa di essere solo un'ostacolo."

"È questa la scusa che ti sei raccontata in tutti questi anni?"

La discussione sale di tono e mi auguro che nessuno possa sentirci discutere.

Sarebbe imbarazzante e di cose dubbie ne ho già fatte abbastanza questa settimana.

"Non è una scusa è la verità, ma tu non mi credi!"

Scuoto la testa.

"No, non ti credo. Perche sono madre anche io e non potrei mai sopportare di tagliare i legami con Dylan per una cosa del genere. Per non essere un ostacolo, basta lasciare l'altro libero di prendere le sue decisioni, per cui, no! È una scusa troppo debole!"

Iniziò a pensare che ci sia dell'altro sotto.

La mamma ha iniziato a reagire alle mie parole solo quando le ho manifestato apertamente che non mi sentivo trattata e amata come una figlia.

Prima di questo, è rimasta perfettamente stoica e in silenzio.

Come a voler confermare i miei pensieri, lei rimane zitta, guardandomi supplicante.

"Se non hai altro da dire, credo di avere di meglio da fare che stare qui a sostenere una discussione che non ci porterà a  niente!"

Faccio per allontanarmi, ma qualcosa mi blocca afferrandomi il braccio e rimango sorpresa nel vedere che si tratta della mamma, che si è allungata sul tavolo per bloccarmi.

Ha un'espressione piena di panico mentre mi guarda con fare supplicante e anche Chelsea sembra molto sorpresa dal suo comportamento.

"Allyson, per favore. Non so come parlare con te. Ho sempre l'impressione di essere sui carboni ardenti e di star facendo la cosa sbagliata."

Questo attira la mia attenzione e Jillian si azzarda a lasciarmi andare per tornare dritta in piedi dalla sua parte del tavolo.

Non so spiegare l'espressione che ha dipinta in volto.

Mi viene in mente il detto: un uomo che sta ardendo, perché la sofferenza che le leggo sul viso potrebbe essere davvero quella di qualcuno che sta bruciando dall'interno.

Il mio silenzio la convince a continuare.

"È sempre stato così. Non sono mai stata brava a fare la mamma, non importa quanto ci abbia provato, non riuscivo a fare la cosa giusta. Ho sbagliato anche con Chelsea e lei me lo ha fatto notare. Era più grande di te, avevamo un rapporto dove le parlavo come ad una mia pari, un'amica. Dopo che ho scoperto che era mia figlia è stato difficile conciliare le due cose, ma tu eri ancora diversa. Chiusa, silenziosa, non mi dicevi mai niente di te. Parlavi allegramente delle cose più insignificanti, ma non una volta esprimevi i tuoi sentimenti.  Poi hai iniziato a ribellarti. Qualsiasi cosa io dicessi era sempre sbagliata e facevi l'opposto, capitava così spesso che ho pensato si trattasse di una fase. Poi sei rimasta incinta e volevo a tutti i costi evitare che facessi un errore, che ti rovinassi la vita. Voglio bene a Dylan, è mio nipote, ma davvero allora pensavo che fosse la cosa giusta per te. Quale genitore vuole vedere la propria figlia nemmeno maggiorenne diventare madre e rinunciare a così tante cose?"

Domani è un altro giorno. The Colorado series #5 (In fase di pubblicazione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora