Capitolo 3

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Mi svegliai che erano le otto del mattino, mi alzai e andai in bagno a lavarmi i denti e la faccia. Uscita da li apri il mio armadio e presi i miei pantaloni rosa e la mia maglietta bianca, andai in cucina a fare colazione ed aiutare i miei genitori, era sabato e come ogni sabato lo passavo nella pasticceria dei miei. Mia madre e mio padre erano in cucina mentre io ero seduta sulla sedia dietro il bancone a leggere una rivista ed aspettare che entrasse qualche cliente, quando sentì il campanello sulla porta suonare alzai lo sguardo, e con mia sorpresa mi ritrovai Nino e Alya:
《Buon giorno piccioncini, a che devo la vostra visita?》
Fu Nino a rispondere:
《Volevamo assaggiare per l'ultima volta i macarons della più famosa pasticceria di Parigi》 mi disse. Io non capivo, in che senso "l'ultima volta"? Così domandai:
《Scusa, ma in che senso l'ultima volta?》
《Alya non ti ha detto che domani partiamo?》
Domani partivano per i Caraibi e lei non mi aveva detto niente??? Alya aveva subito notato dal mio sguardo e che ero un po' arrabbiata così mi disse:
《Scusa Mari, avrei voluto dirtelo nel pomeriggio》
Io ovviamente non me la presi più di tanto, insomma, questa era l'ultima giornata che passavano a Parigi prima di andare in vacanza, avrà avuto da fare le valigie già alla mattina presto.
Decisi di farli accomodare in salotto, andai in cucina e presi alcuni macarons appena fatti da mio padre, mi sedetti sul divano con loro e cominciammo a parlare del più e del meno. Una volta fossero arrivati ai Caraibi non avrei avuto modo di parlare molto con loro, non vorrei mai non farli divertire per colpa delle mie chiamate o dei miei messaggi. Poi anche io andavo in vacanza ma non dissi ad Alya che i miei avevano cambiato idea.
Dopo quasi una ora li salutai, volevano sicuramente stare un po' da soli e progettare il programma, mi avevano detto che domani avrebbero preso l'aereo alle nove del mattino, così avevo in mente di andare a farli un sorpresa sarei andata a salutarli all'aeroporto.

La giornata passò in fretta, tra un cliente e l'altro.

Finita la cena andai su in camera, tirai fuori due valige da sotto il mio letto, dovevo pure io prepararmi per la mia vacanza.
Apri il mio armadio e cominciai a tirare fuori qualche maglietta e le misi piegate accuratamente nella prima valigia che era di un colorito grigio chiaro.
Successivamente andai alla mia piccola poltrona e presi le mie sette borse che erano ancora piene di vestiti e le portai vicino al mio letto, e tirai fuori dalle borse il loro contenuto un indumento a volta per decire quale portare con me e quale lasciare a casa.

Era ormai tardi, e i miei occhi si chiudevano da soli per il sonno, solo ora mi resi conto che era davvero tardissimo e l'indomani dovevo alzarmi presto per andare all'aeroporto per salutare i miei amici.

Spostai la valigia grigia dal letto che ormai avevo quasi finito, tanto mancava ancora molto per partire per la mia vacanza sarei riuscita a prepararle con molto più calma, e mi stesi sul letto, non avevo neanche fatto caso che non avevo il pigiamo e mi addormentai.

《Vi auguro buon viaggio, e mi raccomando, divertitevi!!!》
Alya e Nino mi abbracciarono e mi ringraziamo:
《Ti auguriamo pure noi di passare una bella estate》 mi aveva detto Alya. Ora stavo guardando il loro aereo che era ormai in volo, mi sarebbero mancati da morire.
Mentre stavo per uscire dall'aeroporto vidi una ragazza bionda con almeno una decina di valige intorno a lei, riconobbi subito chi era: Chloé Bourgeois, la figlia del sindaco di Parigi, io e lei non eravamo in buoni rapporti, quando mi vide mi si avvicinò con aria snob e mi chiese:
《Come mai sei qui mia cara Marinette? Volevi andare da qualche parte ma ai cambiato idea? Ai paura di volare?》
《Per tua informazione Chloé sono venuta a salutare i miei migliori amici che partivano in vacanza》 gli risposi ma lei non la finiva di farmi arrabbiare e prendermi in giro:
《Oh povera Marinette, ti hanno abbandonato?》
Io non risposi, mi ero stufata di stare a parlare con lei, non la sopportavo proprio, la odiavo. Senza neanche guardarla mi diressi verso l'uscita mentre lei rideva di gusto.
Il resto della giornata la passai in camera mia, volevo finire le valigie ma con calma, ma le parole di Chloé mi rimbombano nella testa "Ti hanno abbandonato", come era possibile che quelle parole mi facessero male, era come se in un certo senso erano verità, loro mi avevano abbandonato, non mi avevano nemmeno proposto se volevo andare con loro, ma quei pensieri andarono via dalla mia testa era ovvio che se erano fidanzati e avevano voluta andare in vacanza era per passare un po' di tempo da soli in tranquillità.

Finalmente avevo finito di fare le valige, dovevo solo mettere l'asciugamano e i trucchi, ma quelli li avrei messi dentro l'ultima giorno prima di andare a Villa Agreste. Ero curiosissima di vederla, che poi passare un po' di tempo da sola mi avrebbe fatto anche bene.
Scesi a vedere cosa stessero facendo i miei genitori, mio papà era in cucina che faceva i suoi soliti dolci mentre mia mamma stava servendo un cliente. Quando quest'ultimo se ne andò mi avvicinai a mia madre:
《Cosa fai di bello mamma?》 Le chiesi, lei mi rispose che stava facendo quella che faceva sempre, sistemava alcune cose al bancone, serviva clienti, andava ad aiutare mio papà, insomma, le solite cose che si potevano fare. Decisi di rimanere ad aiutare i miei genitori fino alla chiusura della pasticceria. Mi sarebbero mancati tantissimo.

Era il giorno tanto atteso. Sarei andata pure io in vacanza. Mi trovavo alla stazione, con le mie valige ad aspettare il treno. Ero seduta vicino ai miei genitori che mi faceva le raccomandazioni:
《Mi raccomando Marinette, non parlare con gli sconosciuti, non allontanarti troppo da casa...》
《Papà, non ti preoccupare, so badare a me stessa》 gli dissi con un sorriso in modo da poterlo un rassicurare. Mia madre era un po' triste per la mia partenza, ma cercavo di rassicurare pure lei che sarei tornata molto presto. Quando il treno arrivò abbraciai i miei genitori forte e mi diressi sul treno presi un posto vicino al finestrino, misi le mie valigie sullo scompartimento e mi sedetti al mio posto, presi le mie cuffiette e le collegai al mio telefono e premetti la mia playlist di musica e parti la mia musica preferita: Someone di Michael Schulte. Appoggiai la fronte al finestrino, menomale che non c'era nessuno vicino a me, mi sarei sentita molto a disagio. Guardavo come il paesaggio cambiava fuori dal finestrino del treno, cominciava a mancarmi Parigi e la mia famiglia, ma ormai ero in viaggio e non sarei tornata indietro.

MIRACULOUS : Innamorata di un vampiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora